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La mer, la fin...

sabato 22 novembre 2008

Scuola. Insegnanti demodé.

Francia, insegnanti in sciopero In piazza contro la nuova riforma
La protesta per dire basta al taglio dei posti: «Il ministro ci disprezza»

Articolo pubblicato il: 2008-11-21 su Corriere canadese on-line


PARIGI - Tornano a scioperare gli insegnanti in Francia per dire basta al taglio dei posti - 11.200 per il 2008 e 13.500 per il 2009 -, così come già avevano fatto la scorsa primavera, e per dire basta al «disprezzo» del ministero, che, dicono, «nega il dialogo». Ma ieri la protesta si è tenuta sullo sfondo di una polemica con il ministro Xavier Darcos. Mentre migliaia di insegnanti dalle scuole elementari alle superiori si preparavano a scendere nelle strade di Tolosa, Lille, Caen, Rennes, c’è stato uno scambio di battute e di comunicati al veleno tra Darcos e sindacati. Dapprima il ministro ha definito la «manifestazione sistematica» come «un modo demodé di affrontare i problemi». Poi, dopo aver ricordato che ogni anno si tengono più di quattro scioperi nel settore dell’educazione, ha aggiunto che «i professori meritano di meglio che sindacati la cui funzione principale è di organizzare la resistenza al cambiamento». Immediata è arrivata la reazione dell’Unsa-Education: “Darcos continua a non voler ascoltare il personale e le organizzazioni - si legge in una nota - che vogliono cambiare il sistema educativo rinforzandolo e non indebolendolo”. Al fianco degli insegnanti hanno manifestato ieri anche studenti di liceo e delle università, già solidali anche nei mesi passati. Dalla parte dei manifestanti si è schierato il partito socialista, per il quale «questo sciopero di massa esprime un terribile sentimento di abbandono e di collera». A Parigi, in testa al corteo dei manifestanti, partiti dai giardini del Luxembourg, anche Benoit Hamont, candidato al posto di segretario del Ps che è stato votato ieri dai militanti. Si tratta del primo sciopero degli insegnanti in Francia da quando è iniziato il nuovo anno scolastico. Erano il 50% a manifestare secondo i sindacati, il 33% per il ministero. La manifestazione di ieri fa seguito all’ondata di proteste che si era abbattuta sul ministero già lo scorso anno. Il nodo principale resta il taglio dei posti di insegnanti.

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