Municipio Verde
In fondo non chiedevamo chissà cosa. Chiedevamo un confronto serio, preciso e diretto tra l'amministrazione e la popolazione sul tema dei rifiuti. Un confronto che servisse a tutti per progredire dal punto di vista comunicativo. Perchè, in fondo, la democrazia è proprio questo: il dialogo ed il dibattito tra i cittadini ed i politici e dove tutti possono esprimere la propria opinione (ci sarebbe da sottolineare che i politici dovrebbero fare il nostro volere in quanto li abbiamo messi noi lì dove stanno, ma questo è un altro discorso).
Invece, come ci aspettavamo, è andata in scena l'ennesima puntata dell'autocelebrazione dell'inceneritore, nel consiglio comunale aperto di giovedì sera. E non possiamo non far notare come i movimenti cittadini siano stati scavalcati al momento del dialogo vero e proprio, nonostante le rassicurazioni pervenute dagli assessori che avevano PROMESSO che avrebbero teso la mano ai comitati e che l'inceneritore sarebbe stato aperto solo dopo i risultati delle analisi epidemiologiche. Triste dirlo. Tutto ciò non è successo.
Abbiamo provato, per la prima volta, a portare la voce dei Cittadini Uniti all'interno del Consiglio Comunale riunito al completo, ribadendo ancora un volta il nostro no ad una politica unilaterale che non è interessata nè alla salute dei cittadini, nè tantomeno alle loro tasche.
Il nostro intervento si è incentrato sui dati inattacabili: 4,2 milioni di euro è la cifra che il comune versa ogni anno ad ASM. Tanti, troppi soldi. Ma la soluzione alternativa esiste: a Treviso, la signora Carla Poli, imprenditrice, con un esborso totale di 5 milioni, ha acquistato terreni, stabilimenti e macchinari ed ha creato un impianto che ricicla fino al 100% la raccolta dei rifiuti, servendo l'intera provincia di Treviso che conta sugli 850.000 abitanti. Con la raccolta differenziata Porta a Porta si recupera fino all'80% ed il residuo "secco non reciclabile" diventa, tramite il processo di estrusione, una sabbia sintetica molto richiesta per manufatti e nell'edilizia.
E allora, perchè con un pò di volontà, non provare a considerare questa soluzione? In più secondo le parole dell'assessore Ganugi, il comune è sull'ottima strada per raggiungere nel 2010 una quota altissima di raccolta differenziata, nonostante l'errore commesso sul portone a portone che non è il porta a porta: il portone a portone interessa le aziende e prevede di destinare indifferenziatamente i rifiuti industriali in appositi cassonetti. Un pò diverso dal porta a porta no? E nel frattempo la TIA viene aumentata, con buona pace dello sviluppo della raccolta.
Ma allora proviamo ad osservare brevemente il comportamento amministrativo dal punto di vista prettamente della salute: il monitoraggio epidemiologico citato sopra non c'è ancora stato. Assumere tecnici e macchinari costa, inutile dirlo. I decessi di cancro sono in linea con la media. E' vero che molti guariscono (per fortuna), altri purtroppo non ce la fanno, alcuni muoiono per incidenti stradali o infarti. Ma a noi quello che ci interessa è osservare i dati sulle insorgenze dei tumori, non sui decessi. Dati che ancora non ci sono. Non possiamo che ascoltare la voce di una signora che, abitando vicino all'inceneritore, ha affermato che non esiste una famiglia nel suo vicinato che non abbia almeno una persona che si è ammalata di cancro, lei stessa è stata operata ben due volte.
Il dott. Cipriani che è intervenuto a parziale sostegno del comune ha sottolineato, giustamente, che i carottaggi cambiano nettamente a seconda delle modalità di prelievo. Basta scavare fino a 30cm invece che a 15cm, triturare i campioni in unica soluzione, utilizzare una metodologia piuttosto che un'altra e allora avremo risultati nettamente differenti.
Da tempo i comitati della piana richiedono di affiancare ai tecnici addetti a queste rilevazioni, anche esperti nominati da loro. Lo hanno richiesto con forza ed hanno ottenuto un picche grosso come una casa. E dunque, se è vero che a Montemurlo esiste la più alta aspettativa di vita del mondo (come lo stesso dott. Cirpiani ha detto utilizzando uno stratagemma del rapporto tra insiemi) non ci dovrebbe essere nessuna paura ad osservare le condizioni di salute dei cittadini. Un suggerimento: cominciate dalla zona rossa di Oste.
Nessuna voglia di cambiamento, nessuna intenzione seria di aprire a tutti, nessuna voce contrastante richiesta. Ovviamente, nessuno di noi è rimasto soddisfatto della risposta degli amministratori ed allora alziamo nuovamente la proposta di un nuovo consiglio comunale aperto e di una nuova tavola rotonda, stavolta, sì, aperta a tutti (DAVVERO APERTA) ed ad orari più consoni all'attività lavorativa della cittadinanza. Un incontro nel quale possano intervenire i medici ed i tecnici dei comitati che abbiano la possibilità di smentire gli assessori e di far progredire questo dibattito.
Alberto Niccolai
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