Qui di seguito un articolo di QN e un commento di Mauro Romanelli. MV
Da La Nazione - Il Resto del Carlino - Il Giorno - QN del 19/05/2008
«Lula svende le foreste dell'Amazzonia» Ecologisti all'attacco
Caos dopo le dimissioni della ministra verde
SAN PAOLO
Il progetto di legge «Foresta Zero», denunciato dagli ambientalisti come un colpo mortale alle foreste dell'Amazzonia, le più estese del mondo e polmone verde del continente sudaamericano, è sul punto di essere approvato dal Congresso del Brasile, ora che è venuta meno la ferma opposizione dell'ex ministro dell'ambiente Marina Silva, dimessasi polemicamente dall'incarico cinque giorni fa. Il presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva ha accettato le dimissioni e nominato subito il successore, Carlos Minc. Il progetto, denominato «Foresta Zero» dalle organizzazioni ambientaliste, prevede che i proprietari terrieri dell'Amazzonia non siano più costretti a mantenere l'80 per cento delle loro terre con vegetazione nativa. Il 30 per cento potrà essere rimboscato con un altro tipo di vegetazione, tipo gli eucalipti, ossia con una foresta non più amazzonica. E, cosa ancor più criticata dagli ecologisti, sarà permesso che il disboscamento in un determinato stato brasiliano possa essere compensato con il rimboschimento in un'altra parte del Brasile. «Marina Silva si è mostrata fin dall'inizio contraria al progetto che ha un enorme potenziale di distruzione - ha detto il coordinatore in Brasile di Greenpeace, Marcio Mastrini -, non voleva neppure discutere questa proposta». Il neoministro Minc, fondatore del Partito Verde, viene dall'esperienza di segretario per l'ambiente dello stato di Rio de Janeiro. In 16 mesi di operato ha concesso alle imprese più di 2.000 licenze ambientali, guadagnandosi i complimenti di Lula per la rapida eliminazione di un impedimento ecologico ad un progetto della Petrobras, l'ente petrolifero di stato in Brasile. La fama di Minc è di essere molto piu' sensibile alle ragioni delle imprese piuttosto che alle esigenze di protezione dell'ambiente difese a spada tratta dalla precedente ministro. «Il problema è se Minc riuscirà a fornire le assicurazioni che la Silva dava a livello mondiale, che i prodotti agricoli brasiliani venduti all'estero non sono frutto della devastazione della foresta amazzonica - ha concluso Mastrini -. In caso contrario, il Brasile potrà perdere in esportazioni soprattutto verso i paesi europei, preoccupati per l'effetto serra». Per queste ragioni, quasi tutti gli ambientalisti brasiliani e stranieri vedono l'avvento di Minc come un autentico salto nel buio per il governo Lula e per l'Amazzonia.
E' possibile una politica di Governo ecologista, sociale, di sinistra - ancorchè riformista, ancorchè moderata, ancorchè graduale - oggi, in questo mondo, con gli interessi che lo governano?
E se non è possibile, è possibile d'altro canto pensare ad una politica esclusivamente di opposizione, che alla lunga non può che dare il senso della minoritarietà e della marginalità, escludendoci da ogni luogo decisionale, e facendoci alla distanza morire, anche se forse rinvigorire nel breve periodo?
Accomuno non a caso l'interrogativo sugli ecologisti a quello sulla Sinistra, poichè penso, ed è un motivo per cui ritengo che in questa fase storica le nostri sorti e quelle della Sinistra siano comuni, che, pur nelle differenze, noi ecologisti e il mondo della Sinistra variamente intesa, stiamo vivendo le stesse contraddizioni.
Abbiamo tutti "tifato" per la Sinistra plurale francese, al Governo qualche anno fa con Jospin, che ha prodotto alcuni risultati ambientalisti, sociali e laici, per un periodo incrementando anche i consensi, e riducendo la destra al minimo storico, ma che poi si è dissolta nello spazio di un mattino per la deriva neocentrista di un Jospin diventato tatticheggiante e tremulo, che ha lasciato spazio a sinistra ai trotzkisti, facendosi superare da Le pen e non riuscendo a raggiungere il ballottaggio con Chirac.
Abbiamo tifato per il Governo rosso verde tedesco, che aveva iniziato con la quinta marcia del Ministro dell'Economia Lafontaine, autore di una riforma fiscale ambientale e redistributiva a favore dei lavoratori e delle piccole imprese, e che colpiva banche, grandi capitali, inquinatori ... e abbiamo visto come è finita ... Lafontaine licenziato in tronco da Schroeder, e il Governo rosso verde scivolato sempre più verso un pragmatismo inizialmente tutto sommato accettabile (con un buon ruolo dei Verdi), infine indistinguibile dai conservatori, con i quali infatti oggi allegramente la Spd governa (perdendo voti, ma governa).
Abbiamo sperato in Lula, socialista, con ministri ecologisti ... e ... stiamo vedendo cosa succede (non solo quello che ha riportato Andrea, ma anche l'apertura agli ogm, ecc).
Abbiamo governato sette anni col centro-sinistra in Italia, facendo anche alcune cose buone ... sgravi per le ristrutturazioni, argine agli ogm dal Ministero dell'Agricoltura, argine ai cip6 con l'ultimo Governo
... ma poi "il sistema" ci ha annientato.
Parlo di "sistema" non tanto per fare vittimismo o per negare gli errori di un gruppo dirigente ... il contrario ... ritengo che la corruzione e la cooptazione di pezzi del nostro gruppo dirigente, sia parte della strategia finalizzata a depotenziare il nostro operato.
Perciò ritengo che le nostre riforme interne non possano prescindere dalle considerazioni di quadro generale ... il fatto che i partiti funzionino in una certa maniera, non è scollegato, ma è funzionale al mantenimento degli assetti di potere più generali di questa società.
Mauro Romanelli
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