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Decreto rifiuti: ecoballe e discariche non a norma pericolose per la salute dei cittadini
Bruxelles, 29/05/2008
Umberto Guidoni, europarlamentare Pdci, ha presentato un'interrogazione prioritaria alla Commissione europea per chiedere se le misure del decreto rifiuti rappresentino un elemento di pericolosità per la salute dei cittadini. Il decreto prevede infatti di mantenere nella stessa discarica "rifiuti non pericolosi" con "rifiuti pericolosi", nonché di bruciare ecoballe non a norma con il conseguente rischio di diossina. Così, Guidoni chiede alla Commissione di attuare immediate verifiche tecniche nei confronti delle misure prese dal Governo italiano a tutela dei cittadini italiani ed europei interessati.
di seguito il testo integrale dell'interrogazione
Lo scorso 23 maggio il governo italiano ha emesso un decreto legge relativo a misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. In tale decreto si legge all'articolo 9, comma 2: "gli impianti di cui al comma 1 sono autorizzati allo smaltimento dei rifiuti contraddistinti dai seguenti codici CER: 19.12.12; 19.05.01; 19.05.03; 20.03.01;19.01.12; 19.01.14; 19.02.06; presso i suddetti impianti è inoltre autorizzato lo smaltimento dei rifiuti contraddistinti dai seguenti codici CER: 19.01.11; 19.01.13; 19.02.05, nonché 19.12.11, per il solo parametro "idrocarburi totali", provenienti dagli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti urbani, alla stregua delle previsioni derogatorie previste dall'articolo 17". Questo significa che nelle discariche per rifiuti urbani si potranno smaltire anche scarti individuati dai codici CER 19.01.11; 19.01.13; 19.02.05, classificati come rifiuti pericolosi. Quindi, in strutture attrezzate per rifiuti non pericolosi, si potranno, a dispetto delle leggi vigenti in Europa e nel resto d'Italia, stoccare fanghi contenenti sostanze pericolose, ceneri pesanti e scorie ancora farcite di sostanze pericolose, ceneri leggere comunque miscelate con sostanze pericolose.
Il decreto prevede poi che i 7-8 milioni di ecoballe che giacciono in Campania siano bruciati nel termovalorizzatore di Acerra e nei quattro termovalorizzatori che si intende costruire nella regione. Secondo la Procura di Napoli, il trattamento obbligatorio cui deve essere sottoposta la spazzatura nella prima fase del ciclo di smaltimento, e cioè separazione dell'umido dal secco e tutti gli altri processi che portano alla stabilizzazione del rifiuto, veniva certificato ma non eseguito. Questo significa che nelle discariche sono finite tonnellate di immondizia inquinante, che produce percolato, e che la regione Campania sarebbe piena di ecoballe inquinanti e pericolose per la salute.
Considerando la pericolosità di mantenere nella stessa discarica "rifiuti non pericolosi" con "rifiuti pericolosi" e di bruciare ecoballe non a norma con il rischio di diossina, non ritiene la Commissione di dover attuare immediate verifiche tecniche nei confronti di questo decreto per garantire la salute dei cittadini delle aree interessate?
Considerando che i rifiuti menzionati sono stati "esportati" nel resto d'Europa, non ritiene la Commissione europea di dover verificare l'attendibilità delle certificazioni per escludere che i rifiuti presentino le stesse caratteristiche di quelli su cui indaga la Procura di Napoli?
Ufficio Stampa Umberto Guidoni
Marco Furfaro
+32 485 034 938
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www.umbertoguidoni.org
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