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Dal latte al detersivo, la spesa è ‘alla spina’
Esperimento dal Piemonte a Toscana e Lazio
di VIVIANA PONCHIA
E’ SOLO UN GESTO, ma può essere l’inizio di una trasformazione culturale. Eviti di mettere nel carrello la promessa del superpulito rivestito di plastica, ti attacchi alla macchina che lo serve sfuso e fai un favore a te stesso e all’ambiente. Un anno e mezzo è bastato per convincere i piemontesi che acquistare detersivo ‘alla spina’ conviene a tutti: si alleggeriscono le discariche, si economizzano risorse, si rende più lieve il costo della spesa. Il risparmio è di circa il 40% sul prezzo di un prodotto equivalente da supermercato (il liquido per piatti costa ad esempio 0,80 euro al kg e quello per lavatrice 1,3). Ma soprattutto si risparmia la plastica: un contenitore ha una massa attorno ai 100 grammi, che equivalgono a 190 grammi di petrolio, 1,7 litri d’acqua e 230 g di CO2.
IL MECCANISMO è banale: il consumatore acquista la confezione con il detergente solo la prima volta, quelle successive lo riempirà direttamente al distributore. Un piccolo trucco per un grande risultato: evitare l’usa e getta e quindi l’incremento di rifiuti. Dall’inaugurazione delle prime tre macchine in altrettanti ipermercati e supermercati di Torino e provincia, alla fine del 2006, il progetto ha prodotto cifre importanti: venduti 200mila litri di detersivo e riutilizzati 120mila flaconi. Tutto questo si è tradotto in 7 tonnellate e mezzo in meno di imballaggi e in un taglio di 4 tonnellate di cartone che hanno permesso di risparmiare 30 milioni di litri di acqua, 300 megawatts di energia elettrica e 20 tonnellate di anidride carbonica.
L’ESPERIMENTO prende spunto dalla Germania e dai paesi del Nord Europa e fa approdare per la prima volta in Italia una misura che va oltre l’iniziativa di nicchia. I dati della sfida promossa e finanziata dalla Regione Piemonte, con la coordinazione dell’istituto di ricerca Ecologos di Torino, incoraggiano a proseguire la politica di riduzione alla fonte dei rifiuti, importante quanto la raccolta differenziata e del recupero della materia.
A FINE APRILE i punti vendita del Progetto Gdo (Grande distribuzione organizzata) sono diventati 20 in tutte le province piemontesi e raddoppieranno per fine 2008, in modo da garantire l'omogenea distribuzione sul territorio. Alla gente l’idea piace: un dettaglio assolutamente imprescindibile, perché le buone pratiche ambientali hanno successo soprattutto se nascono dalla sensibilità dei cittadini. Con iniziative del genere, spiegano alla Regione Piemonte, si possono raggiungere performance importanti: l’obiettivo è di abbattere i rifiuti del 10% entro il 2012, in pratica 200mila tonnellate in meno. Anche le stime complessive del 2007 confermano che la produzione di rifiuti in Piemonte, dopo anni di aumento costante, si va stabilizzando da almeno tre anni in circa 2,3 milioni di tonnellate.
I RISULTATI più positivi sono la diminuzione dell’immondizia destinata alla discarica (-7%, pari a 90mila tonnellate in meno rispetto al 2006) e l’aumento della raccolta differenziata (+4% rispetto al 2006). Oggi il Piemonte differenzia il 46% dei rifiuti, un obiettivo raggiunto con un anno di anticipo rispetto a quanto richiesto dalla Finanziaria e dai decreti ambientali. Attualmente aderiscono al progetto ‘detersivo alla spina’ cinque catene commerciali: Auchan, Crai, Novacoop (iper e supermercati), Carrefour e sono in corso contatti con nuove catene. La Regione non ha ricoperto alcun ruolo nella scelta dei produttori o degli ipermercati, ma ha favorito la creazione di tavoli di lavoro a cui sono stati invitati tutti gli attori potenzialmente interessati, ovvero tutte le catene della grande distribuzione e i produttori di detergenti aderenti ad Assocasa, l’ associazione di categoria nazionale più rappresentativa.
LA SCELTA dei prodotti deriva da accordi commerciali fra le aziende produttrici e distributrici aderenti al progetto. Il resto d’Italia non sta a guardare: l’esperimento pare abbia convinto soprattutto Lazio e Toscana.
L’INVENTORE, NICOLA DE RUGGIERO
«E ora tocca a pasta, legumi e pannolini»
NON SI INVENTA nulla. Nemmeno una parola antica come risparmio o il gesto di attaccarsi direttamente alla fonte. L’assessore all’ambiente della Regione Piemonte, Nicola de Ruggiero, ha voluto provarci, è lui l’ideatore del progetto ‘detersivo alla spina’.
Soddisfatto?
«Parlano i numeri ma soprattutto il coinvolgimento. Questa offerta rappresenta per molti la possibilità di fare una scelta ambientale corretta. Quando si hanno 120mila flaconi che tornano per essere riempiti si hanno 120mila gesti ecologicamente consapevoli».
I consumatori si sono lasciati convincere subito?
«E’ stata messa in conto una certa diffidenza iniziale. Gli ostacoli principali erano due: resistere alla pubblicità delle grandi marche e vincere la forza dell’abitudine. Per scegliere il detersivo alla spina, almeno la prima volta, devo volerlo».
Dopo la raccolta differenziata, la riduzione della quantità complessiva di rifiuti sembra la nuova frontiera nel campo della salvaguardia dell’ambiente.
«Produrre meno rifiuti vuol dire innanzitutto recupero di materie prime, di cui l’ Italia scarseggia, ma anche risparmio del territorio e riduzione delle emissioni inquinanti nell’atmosfera. Ogni tonnellata di rifiuti in discarica emette 1,71 tonnellate di anidride carbonica, e ogni tonnellata incenerita ne emette 0,95. Altro esempio: i 100mila metri cubi che abbiamo evitato alle discariche piemontesi nel 2005 sono come la massa di un palazzo di 80 piani».
Risparmiare sul contenitore non è solo una goccia nel mare?
«Lo è dal punto di vista della produzione di rifiuti, ma va considerato all’interno di un progetto più ampio. Il Piemonte opera su tre fronti: detersivi alla spina, compostaggio domestico e l’iniziativa del Buon samaritano, che spedisce sulle mense dei poveri ottimi alimenti ancora commestibili. Solo a Torino nel 2007 sono state salvate dal macero 100 tonnellate di cibo. E quello sarà ricordato come il primo anno in cui la produzione di rifiuti domestici è diminuita, un taglio dell’1% è un trend importante. Se anche la Campania si adeguasse,, sulle strade di Napoli ci sarebbe meno spazzatura».
I punti vendita di detersivo alla spina continuano ad aumentare.
«Si è creata un po’ di sana concorrenza. Chi è in ritardo capisce di perdere un’occasione di fidelizzazione dei clienti».
Ma la spina conviene davvero?
«La prima volta no perché si acquista anche il contenitore. Ma già dalla seconda si comincia a risparmiare. Ovviamente non c’è gara con le offerte del 3 per 2».
I nomi forti del bianco che più bianco non si può temono la concorrenza ?
«Per niente, ma non era quello il segnale che ci aspettavamo».
L’iniziativa è estendibile ad altri prodotti?
«Oggi sta prendendo piede la vendita alla spina di latte e vino. Nel caso del vino non ci sono problemi, il latte invece richiede più cautele. Con la Crai sono in corso esperimenti per pasta e legumi, però in quel caso il peso dell’imballaggio di carta e cartone sull’ambiente non è così forte».
La prossima tappa?
«Abbiamo dati impressionanti sui pannolini per bambini. Bisogna lavorare per capire quanto costerebbe abbassare il prezzo dei prodotti biodegradabili».
Viviana Ponchia
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