Cioni lo sostiene, con il suo buffo gruppo di pretoriani scalcinati. Precisa che se vince le primarie, lascia il posto in parlamento. Tanto, per quello che ci sta a fare. Largo al nuovo!
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Ventura: "Primo, nuova classe dirigente"
Il neo candidato alle primarie Pd: "No a programmi spot e a promesse fatte a tutti.
Impegno esclusivo su Firenze: se sarò candidato sindaco lascio subito il posto da deputato"
di Massimo Vanni
«Non parliamo di apparati, non esistono più: ora che la crisi sta cambiando tutto, la prima cosa per me è riunire le forze riformiste su un progetto condiviso per la città». Michele Ventura dà uno sguardo agli appunti vergati a mano sulla carta intestata della Camera e annuncia così la sua candidatura alle primarie del centrosinistra. Con una promessa: «Sono pronto a dimettermi da parlamentare se vincerò le primarie. Fare il sindaco richiede un impegno esclusivo, senza altri incarichi», dice il ministro ombra del Pd. E tutti pensano, per contrasto, al sindaco e presidente Anci Leonardo Domenici.
E´ una piccola folla, quella che accorre da Paszkowsky all´annuncio del «vecchio leone» della sinistra fiorentina. Flash e telecamere, ma anche i volti di chi fino a ieri era schierato con l´uno o l´altro candidato e che oggi sembra pronto a ricollocarsi. «E´ vero, ho 65 anni, ma non sono un pensionato, sono stato relatore delle ultime due finanziarie del governo Prodi, sono nella direzione del Pd e uno dei miei primi obiettivi sarà quello di formare una nuova classe dirigente», incalza Ventura. Nuovi uomini, nuove donne: quello che non è stato fatto fino ad oggi. Scusi Ventura, si propone di riunificare cosa? «Sarebbe un lettura datata parlare di Ds e Margherita, del resto gli ex Ds sono oggi variamente collocati. Molti ex Margherita sono fra i miei sostenitori, così come lo sono i socialisti. La riunificazione riguarda le forze riformiste di questa città». Ma perché aggiungere oggi un altro candidato Pd in corsa a queste primarie così sofferte? «Non capisco perché imputare il numero a me, ben cinque assemblee cittadine si sono riunite senza riuscire a ridurre il numero dei candidati. E se non si riduce drasticamente, non vedo molte differenze con 4 o 3 candidati», spiega Ventura. Che prima che agli affari interni però guarda all´esterno.
«Il punto di partenza è la crisi in atto, la flessione della produzione industriale, la diminuzione delle presenze nei musei, i negozi che chiudono, i precari e Palazzo Vecchio deve diventare un punto di riferimento». Come? «Con una task-force che si occupi dei cantieri e dei problemi più urgenti: è dallo studio che nasce la soluzione ai problemi, non dagli spot», dice Ventura richiamando le proposte a volte sopra le righe degli altri candidati. «Presenterò proposte precise, non improvvisate: se pensate ai candidati che dicono sì a chi chiede loro di ridurre le tasse, da me non troverete sponda», aggiunge il parlamentare ricordando il faccia a faccia alla Confesercenti e il via libera alla riduzione della tariffa rifiuti. Proposte per la cultura, perché «Firenze deve tornare ad attrarre risorse». Ma anche per le buche e i cantieri. Ventura spera ancora che Daniela Lastri cambi idea e accetti di fare un passo indietro? «Rispetto la sua scelta». E Veltroni cosa ha detto della candidatura? «Che sono questioni che devono risolvere i fiorentini». Quanto alla lista civica minacciata da Graziano Cioni, «se non ci sarà un valore», dice Ventura ben sapendo che non ci sarà. Cioni da Paszkowsky non c´è: ci sono però i suoi colonnelli Tea Albini e Riccardo Nencini. Nel giro di 48 ore i cionani hanno raccolto 2.300 firme per presentare la candidatura del ministro ombra. Altre 1.200 le ha in mano Francesco Bonifazi. Un testa a testa con Renzi, che esulta per averne raccolte 3.000.
Entro domenica dovranno essere consegnate. Lunedì è previsto il controllo e il sorteggio dei nomi per la scheda elettorale. Quello per la Provincia è già stato fatto: nell´ordine Andrea Barducci, Marzia Monciatti, Tommaso Ciuffoletti.
(24 gennaio 2009 la Repubblica.it)
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