...Quando i giornalisti non fanno il loro mestiere!
Certo, curiosità.. Tanta, perché vedere trecento e più (di sicuro) persone sfilare nel centro di Prato nonostante l'inclemenza del tempo non è così facile, poi nella nostra città, poco abituata - purtroppo - alle manifestazioni di piazza.
Altro che "cori e fumogeni" che avrebbero "ancor più ingrigito il centro storico" (una "licenza poetica" che la giornalista poteva pure evitarsi...)!
E poco regge la descrizione di una città "parzialmente blindata": certo, tutto era stato approntato per permettere il concentramento in piazza Mercatale, ma polizia e carabinieri hanno seguito il corteo senza grandi preoccupazioni. Così come poco regge la descrizione di slogan che avrebbero "quasi tutti incluso un fascista morto" , come descritto da Nencioni - che perlomeno ha il pregio di dare una visione più oggettiva del corteo: certo, qualche slogan più duro, soprattutto da parte degli anarchici, c'è sicuramente stato (così come, un po' da copione, nei confronti delle forze dell'ordine), ma per il resto gli "estremismi verbali" sono stati molto pochi.
Rimane il fatto che, al di là di defezioni francamente un po' "pelose" visto che per manifestare non importa per forza aderire ad un documento, ieri non eravamo pochi, ad esprimere la nostra solidarietà e il nostro "no" ai rigurgiti neofascisti di questi tempi.
MV
da la Nazione del 25/01/09
Il corteo dei 300 giovani «Siamo tutti antifascisti». Petardi e fumogeni
H ANNO SFILATO sotto un pioggia battente, sulle note di «Bella ciao» e al grido di «siamo tutti antifacisti». Oltre trecento giovani si sono ritrovati ieri pomeriggio, nonostante il freddo, davanti alla sede della Cgil (che ha deciso pio di non aderire al corteo) di piazza Mercatale per manifestare contro l’aggressione di un 16enne del collettivo studentesco autonomo, da parte di un coetaneo nella sede di Rifondazione comunista in via Nistri. Sono arrivati da tutta la Toscana, Firenze e Livorno in testa, per partecipare alla manifestazione scandita dai canti antifascisti e dal lancio di fumogeni e petardi che hanno attirato la curiosità di decine di persone e provocato un po’ di preoccupazione nei commercianti, molti dei quali hanno preferito chiudersi dentro e abbassare la saracinesca. A parte cori e fumogeni che hanno ancor più ingrigito il centro storico e un momento di tensione in piazza San Francesco a causa di alcune provocazioni lanciate da un gruppo di giovani esponenti della destra, la sfilata si è conclusa senza problemi in una città parzialmente blindata tanto che ieri pomeriggio era praticamente impossibile parcheggiare dentro le mura. Polizia, digos e polizia municipale hanno seguito passo per passo la manifestazione fino a piazza Duomo dove il corteo si è sciolto. Una croce celtica è stata trovata, ieri mattina, sul muro della sede di Rifondazione comunista in via Marianna Nistri, ma anche questa provocazione non è stata raccolta dai manifestanti, grazie anche al lavoro di ordine pubblico messo in campo dalla questura. «Diciamo basta alle minacce e alle provocazioni, no all’apertura di sedi neofasciste e a ogni propaganda di stampo razzista o sessita»: questo, in sintesi, il messaggio lanciato dal corteo.
Silvia Bini
L’antifascismo sfila per le vie del centro
In trecento alla manifestazione contro l’aggressione di un giovane
Slogan duri, fumogeni e petardi ma nessuna tensione in piazza Croce celtica davanti alla sede di Rifondazione
PAOLO NENCIONI
Una manifestazione volutamente minoritaria, di duri e puri, extraparlamentare si sarebbe detto negli anni Settanta, dopo le defezioni dell’ultim’ ora di Cgil e Comunisti italiani, con la sola Rifondazione comunista e La Sinistra a far da sponda politica a un comitato promotore nel quale il Pd non è stato nemmeno invitato.
Ma a dispetto di queste premesse e del tempo inclemente, si sono fatti sentire i giovani del Collettivo, gli anarchici, quelli del Pmli, la Rete antifascista, solo per citarne alcuni, i fiorentini e i livornesi venuti a dar man forte ai compagni pratesi.
Concentramento alle 15 in piazza Mercatale (ironia della sorte: proprio sotto i portici della sede Cgil che non è scesa in piazza), poi un’ora di attesa per aspettare il gruppo di manifestanti in arrivo da Firenze che sono scesi al Serraglio e finalmente il corteo si è snodato per le vie del centro, sotto gli occhi dei tanti poliziotti, carabinieri, vigili urbani e finanzieri mobilitati per prevenire possibili contatti con gruppi di estrema destra. Ma i neri stavolta, a differenza di quello che era successo in occasione del presidio del 15 in piazza del Comune, non si sono visti. Merito anche del lavoro dietro le quinte della Digos, che nei giorni scorsi ha contattato gli esponenti della galassia neofascista consigliando caldamente di tenersi alla larga dalla manifestazione.
Forse anche solo per tenere il punto, qualcuno alla vigilia ha voluto disegnare una croce celtica davanti alla sede di Rifondazione.
Ad animare il corteo, oltre alla musica che ha rintronato nelle strette vie del centro, ci hanno pensato alcuni petardi e fumogeni accesi durante il percorso, che si è snodato da via Garibaldi a via Pugliesi, piazza delle Carceri e piazza del Comune per finire alle 17 sul sagrato del Duomo, con una piccola scia di scritte spray lungo il tragitto. Duri e collaudati gli slogan, quasi tutti includenti un fascista morto.
Bagnati, intirizziti ma sempre più convinti, i manifestanti hanno ascoltato davanti al Duomo le note di Bella Ciao, un breve scritto di Piero Calamandrei sul camerata Kesserling e un po’ di Marsigliese, dandosi appuntamento per mercoledì sera nella sede di Rifondazione comunista. Dicono che non accetteranno l’apertura di sedi di estrema destra in città.
Nessun commento:
Posta un commento