Perché per esempio, per il consigliere Taiti, ormai preso nella fuga/foga verso il PD, il documento dei 38-1 sarebbe troppo catastrofista, in quanto tante analisi sarebbero poi "smentite dalle dinamiche reali dell'economia, della città, dei suoi cittadini". Sarà anche, ma i numeri, presentati anche durante la serata di ieri, sembrano dire cosa ben diversa.
Intanto, Mencatelli (UDC) forse non si accorge che la Variante sulla Declassata è ormai il vero risultato "urbanistico" che questa amministrazione sta tentando di portare a casa, e che - ben lungi dal riguardare un area di "soli" 40.000 mq (anche solo tutta l'area interessata dal progetto dell'ex Banci è almeno 5 volte tanto...) - interessando tutta la fascia centrale della città mette ovviamente delle serie ipoteche su tutti i successivi sviluppi del nuovo Piano Strutturale.
Mah...
MV
da il Tirreno del 29/01/09
URBANISTICA 1/
Il catastrofismo del gruppo 38-1
Un commento a caldo del manifesto del gruppo 38-1 non può che iniziare con un ringraziamento per aver messo a disposizione della città, delle forze politiche, economiche e sociali, del dibattito politico preelettorale, dei cittadini, un documento ampio, denso, pregno di spunti d’analisi irrituale, non reticente, di largo respiro politico-culturale che ridà spessore ad uno stantio rimasticamento buromantrico, ovvero di quella che l’indimenticato (?) sindaco Roberto Giovannini chiamava “aria fritta”.
I 38-1 descrivono Prato ed il suo distretto come sull’orlo di un abisso nel quale, nei prossimi due anni, pare destinata a cadere! Travolta dal delirio immobiliare; dalla nebbia che avvolge la comunità cinese; dalla nuova povertà; dall’insipienza della sua amministrazione e della sua classe dirigente; dalla bulimia parassitaria degli imprenditori e degli operatori finanziari. Sono anni, ormai, che queste analisi catastrofiche si ripetono, ciclicamente, anno dopo anno, crisi dopo crisi. Ed, ovviamente, non v’è chi non veda che c’è del vero in quelle affermazioni. Che, però, puntualmente, vengono spostate in avanti negli anni (l’anno prossimo, tra due anni ci sarà l’apocalisse e la fine di Prato.....). E che, puntualmente, vengono smentite dalle dinamiche reali dell’economia, della città, dei suoi cittadini. E, dunque, come sostengono anche gli amici 38-1, converrebbe cambiare la teoria se l’osservazione della realtà non vi coincide.
Un secondo punto di critica è relativo ad una certa autoreferenzialità aristocratica del documento prodotto.
I 38-1 si astraggono, quasi, da quanto si svolge in città. Sulla questione della trasparenza e della partecipazione, ad esempio, non si sono accorti dell’approvazione in consiglio comunale di una delibera che istituisce l’Anagrafe degli Eletti e dei Nominati. Che, se costruita ed utilizzata in modo corretto, potrà davvero offrire porte aperte e spalancate su tutta la vita politica pubblica di Prato. Dall’amministrazione comunale alle aziende possedute e/o partecipate dalla mano pubblica.
Lista Civica “Taiti per Prato” Ass. Liber@MentePrato avvocato Massimo Taiti
URBANISTICA/2
Non basta la variante alla Declassata
Le Varianti al Pgr di Secchi su piano strutturale, regolamento urbanistico, aprono in città un dibattito che noi speriamo veramente partecipato sulla città che vorremmo.
I limiti ormai da tutti riconosciuti del Prg di Secchi, che pur cercando una visione d’insieme, ha di fatto immobilizzato lo sviluppo della città, impedendo un recupero di aree produttive e residenziali secondo la domanda che il mercato e le necessità richiedevano, ed isolato di fatto il centro dell’area metropolitana quale è Prato non riuscendo a prevedere strumenti di collegamento tra la singolarità urbana, da Secchi proposta in modo errato come la Città-fabbrica, e le aree contigue di Firenze e Pistoia.
Ma siamo a domandarci: la crisi in cui versa la città è la causa o l’effetto del decadimento abitativo, produttivo, decisionale? Come si pone il gruppo 38-1 sul piano Secchi? La nuova variante non avvantaggerà, ma anzi perseguirà le rendite fondiarie, come se negli ultimi 60 anni prato fosse stata amministrata da politiche diverse.
La necessità di un nuovo Piano strutturale,e di una revisione del regolamento urbanistico che leghino in un percorso continuo con controlli di verifica formazione dei modelli di pianificazione e gestione, attuando davvero le aspettative del Piano Strategico, le criticità nell’attuazione di recupero degli edifici produttivi, il ritardo nell’attuazione di strutture di servizio, rimangono solo intenzioni ormai, nelle possibilità di questa amministrazione. Noi non pensiamo che la Variante sulla Declassata per il polo espositivo, sia ormai la madre di ogni intenzione di revisione urbanistica.
Nonostate la si voglia camuffare come una variante di trasformazione della città è soltanto invece un intervento su un’area grande ma poi non così grande 40.000 mq che potrebbe diversificare ma certamente non incidere sulle vere necessità urbanistiche.Il dibattito urbanistico pro e contro non può limitarsi a questo.
La scelta della variante per la Multisala fatta in extremis dalla precedente amministrazione almeno aveva trovato se non l’unanimità almeno il consenso di una gran parte della città,dibattuta tra il buono ed il cattivo, tra la qualità dell’intervento ed il peso di ricaduta. Ora non vorremmo che nella fretta di creare un polverone intorno ad una scelta importante, ma una, ci si dimenticasse che quell’intervento non può risolvere i problemi del centro storico, i problemi di un piano di edilizia economica e popolare per migliaia di nuovi, residenti, la soluzione di problemi urbanistici sollevati da comitati civici spontanei. C’è bisogno più che di interventi faraonici di un percorso continuo più vicino ad una realtà che si trasforma, di quelle piccole cose che fanno vivibile e bella una città.
E che dire sul dimezzamento delle volumetrie industriali:non si può accettare in modo automatico questa linea; negli interventi di recupero a volte bisognerebbe salvaguardare l’unità degli edifici secondo logiche progettuali procedendo secondo i casi di intervento. Agli amici di 38-1: siete disposti a ripensare il Piano Secchi e la sua visione della città fabbrica, siete disposti a rivedere l’assetto del Macrolotto 2, siete disposti a pensare collegamenti viari nuovi e nella provincia e nell’area nord di Cantagallo e Vernio? Siamo preparati al confronto.
Enrico Mencattini segretario provinciale Udc
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