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L'Enel chiamata in giudizio da "Diritto al Futuro", perche' gli inceneritori non producono energia rinnovabile.
Lo sancisce una disposizione dell’Unione Europea. Ogni utente italiano (in possesso di un contratto con l'Enel) paga un sovrapprezzo del 7%.
Si e' svolta sabato mattina a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, la conferenza stampa promossa dall’Associazione “Diritto al Futuro” per la presentazione della vertenza legale nei confronti del gestore della rete elettrica diretta al recupero del sovrapprezzo destinato alle fonti rinnovabili, utilizzato invece per finanziare gli inceneritori.
L’Associazione "Diritto al Futuro", che raccoglie al proprio interno attivisti da tempo impegnati nel movimento "Rifiuti Zero", prevede nelle prossime settimane migliaia di sottoscrizioni di cittadini utenti che sottoscriveranno le denuncia per il recupero delle quote dal 2004 al 2007.
Il presidente dell’Associazione Rossano Ercolini ha dichiarato: «Finalmente con questa vertenza si offre uno strumento concreto affinche' ogni cittadino utente possa non solo portare alla luce una colossale truffa che ha dirottato nelle tasche dei petrolieri e dei gestori degli inceneritori miliardi di euro pagati con la bolletta elettrica, sottraendoli alle energie rinnovabili, ma anche chiedere la restituzione del maltolto».
Presente alla conferenza anche il prof. Paul Connett, fra i massimi esperti mondiali di gestione dei rifiuti, nonche' rappresentante della Global Alliance Incinerator Alternative, associazione internazionale che raccoglie i comitati e i movimenti di diversi paesi. Connett, dopo aver ricordato che l’Unione Europea ha gia' avviato una pratica di infrazione nei confronti dell’Italia per l’uso illegittimo di questi fondi, ha evidenziato come «si salva molta piu' energia (da 2 a 5 volte) riusando, riciclando e compostando anziche' bruciando cio' che dobbiamo condividere con le generazioni future. Senza il regalo dei sussidi gli inceneritori non sarebbero in grado di coprire gli altissimi costi di trattamento-smaltimento e per questo motivo rappresentano un ostacolo inaccettabile a riciclaggio e compostaggio, via principale per attuare una gestione dei rifiuti pulita ed in grado di promuovere imprese e posti di lavoro».
Gia' da domenica 31 gennaio, nelle principali piazze italiane, saranno presenti tavoli dell’Associazione, con volontari e legali, per la sottoscrizione della denuncia da inviare all’autorita' giudiziaria per il rimborso, pari al 7% dell’importo della bolletta. «L’unico "impegno" per il cittadino sara' quello di firmare di fronte ad un avvocato dell’Associazione versando la quota di dieci euro a copertura delle spese legali. Sara' poi il nostro collegio di avvocati a seguire la vertenza. Nessun rischio per un atto di grande civilta'» ha concluso Ercolini.
Info: Associazione Diritto al Futuro
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