Mercoledì sera al Puccini la prima uscita pubblica dell´associazione "Liberi di decidere"
di Ilaria Ciuti
Alfredo Zuppiroli
Perché non si confonda l´etica con il diritto. Cosa che invece ha fatto, secondo Zuppiroli, la presidente Pd della commissione sanità del senato, Dorina Bianchi, che si è astenuta sul ddl del governo. «Ormai siamo vittime di una banalizzazione ideologica - dice il cardiologo - Bianchi poteva benissimo votare contro una legge non garantista lasciando intatte le sue convinzioni etiche». Pericoloso in ogni caso lo stato etico figuriamoci quando «vuole imporre la visione neanche della Chiesa tutta, ma di una parte di essa, delle gerarchie vaticane», continua Zuppiroli tirando in ballo Bobbio per spiegare come sia giusto separare «valori freddi quali il diritto, le leggi, il rispetto delle regole», che devono essere pubblici, da quelli «caldi come il credo religioso, le passioni, i valori etici che ognuno coltiva dentro di sé». Perché «solo i primi assicurano la possibilità di convivenza tra diversi». L´associazione fiorentina chiede dunque «una legge leggera che assicuri a tutti la libertà di scelta». E´ lo stato di diritto, «lo stato laico che assicura uguali possibilità a laici e credenti».Tornando al ddl del governo, la neonata associazione si oppone «alla falsificazione da azzeccagarbugli, che nutrizione e idratazione forzate non siano un trattamento medico, e dunque rifiutabili, ma un fatto naturale». Spiega Zuppiroli: «Lo stato vegetativo permanente quello in cui la povera Eluana è stata 17 anni, è uno stato di perdita irreversibile della coscienza. Puoi respirare autonomamente e il sangue circola ma che non hai più nessun rapporto con le sensazioni e l´ambiente. Non è uno stato naturale. Deriva da una rianimazione non riuscita, i medici non hanno lo stesso potere di Gesù Cristo che disse a Lazzaro rialzati e non svegliati per restare in stato vegetativo. Chi non si sente sicuro e preferisce restare pur in uno stato vegetativo deve poterlo fare. Ma è uno stato innaturale. Come non si vanno a comprare nei negozi alimentari le sostanze della nutrizione e dell´idratazione forzate, sono prodotti farmaceutici industriali, un trattamento medico che si può rifiutare».C´è un´ingiustizia che turba il medico: la differenza di possibilità di scelta tra chi è cosciente e chi no. «Ospedali, corsie, ambulatori, si basano tutti sul consenso informato. Nessuno cura un paziente contro le sue scelte. Gli si dice che deve fare questo o quello e, in certi casi, che se non esegue rischia la vita. Ma se lui rifiuta non lo si può obbligare - spiega Zuppiroli - Sa quante volta capita che uno rifiuti una coronarografia che potrebbe salvare il suo cuore, la dialisi, esami che reputa troppo invasivi. Pochi giorni fa una signora che aveva un´occlusione del 90% a tre coronarie ha detto no al by pass: voglio vivere gli ultimi giorni in pace, senza operarmi. E se ne è andata serena». Vale per i testimoni di Geova che rifiutano le trasfusioni, più preoccupati dell´anima che del corpo. «I medici non possono obbligarli ma se uno di loro è direttore sanitario di un ospedale può rifiutare le trasfusioni per sé ma non ha diritto di fare lo stesso nel suo ospedale».
(21 febbraio 2009 la Repubblica.it)
Nessun commento:
Posta un commento