TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 26 febbraio 2009

Prato. Musei e numeri

L'intervista rilasciata a la Nazione dal direttore del Museo del Tessuto, Guarini, ha suscitato in noi una certa curiosità in merito ai numeri della presenza museale della nostra città.

Ci siamo così presi la briga di sfogliare il Rapporto sui Musei della Toscana, elaborato dalla Regione nel novembre dello scorso anno, per vedere come è "messa" Prato, nei valori assoluti e in confronto ad altre realtà toscane.
Scopriamo così che in provincia di Prato sono censite 19 strutture "museali" (inclusi parchi archeologici, ville, giardini, etc), per quanto si dispongano (così si rileva dalle tabelle finali del rapporto) dati sulla bigliettazione solo per 13 di queste. Prato si colloca quindi penultima tra le province toscane - ultima quella di Massa Carrara - per numero assoluto ed incidenza percentuale sulla rete museale toscana (3,1%, lontano dalla provincia immediatamente precedente, Livorno, con una incidenza del 6,9%).
L'unico parco archeologico censito è ovviamente quello di Artimino, e non si considera la presenza della città etrusca di Gonfienti - purtroppo abbandonata all'incuria e ai lavori interportuali.
Il "locus" con i maggiori accessi è la Villa Medicea di Poggio a Caiano, con oltre 46000 visitatori censiti nel 2007 (ingresso gratuito), seguito dal Castello dell'Imperatore e dal Centro di Scienze Naturali - rispettivamente con 41000 e 36000 accessi circa. Viene da chiedersi quanto il dato del Castello dell'Imperatore sia alterato dall'iniziativa del cinema all'aperto, ma non è concesso, in questo contesto, saperlo.
Limitandoci a Prato città, i dati delle strutture censite sono i seguenti (tutti sul 2007):
Museo del Tessuto 12347 Museo Pecci 7155 Castello dell'Imperatore 41735 Museo di Scienze Planetarie 7912 Centro di Scienze Naturali 36801 Museo della Deportazione 3870 Musei diocesani 3356 Galleria di palazzo degli Alberti 3000
Per un totale di 116176 biglietti
Salta subito all'occhio che le strutture che dovrebbero essere la "punta di diamante" del tessuto museale pratese hanno un numero di accessi perlomeno ridicolo, anche solo per il fatto che il Centro Pecci dovrebbe costituire il "polo regionale" per l'arte contemporanea e il Museo del Tessuto un polo di attrazione a livelllo europeo.
Giusto per fare qualche paragone: il Museo della città e del territorio di Monsummano Terme ha staccato, nello stesso periodo di riferimento, 4458 biglietti; il Centro d'arte contemporanea del Palazzo delle Papesse, a Siena, oltre 21000; il Museo Piaggio di Pontedera, 30000; il Museo del Castagno a Pescaglia (LU) circa 7500; il Museo della Storia Locale di Grosseto, 10000; Il Museo d'Arte Sacra dell'Abbazia di Vallombrosa (Reggello) circa 9000; il Museo Civico di Sansepolcro oltre 68000.
Abbiamo volutamente evitato di citare le strutture più famose, ed i numeri della sola area fiorentina. Prato, in questo, non riesce ad intercettare che una microscopica parte dell'afflusso turistico del capoluogo regionale, e per quanto la nostra prospettiva rifugga dall'idea della città "consumata" dal turismo di massa, forse qualcosa in più poteva essere fatto.
Nel complesso, i dati stanno lì a dimostrare la tristezza della situazione pratese.
Eppure, le risorse economiche, a Prato, non sembrano mancare...
Per fare qualche esempio: Da una risposta dell'allora assessore regionale Mariella Zoppi, scopriamo che solo nel 2005 sono stati stanziati oltre sette milioni e mezzo di euro (inclusi finanziamenti per un non ben identificato "Parco Archeologico Città etrusca di Gonfienti). L'ampliamento del Museo Pecci (forse per raddoppiare le visite?), con la nuova struttura disegnata da Nio, costerà oltre nove milioni di euro, di cui il 40% a carico dell'amministrazione comunale. La gestione del Museo Pecci, da solo, costa oltre un milione di euro all'anno.
E la situazione è sotto gli occhi di tutti: il Centro Pecci è una landa desolata, e i dintorni buoni solo per il parcheggio, il famigerato "Museo Civico" è chiuso da anni e il Museo del Tessuto intristisce solo ad entrarci . Per quest'ultimo, speriamo che il tanto agognato trasferimento della Biblioteca Lazzerini - che nel frattempo non è più accessibile - nella nuova sede possa portare un po' di vita in più, ma in generale non è possibile pensare di continuare ad investire male così tante risorse, per poi non avere in pratica nessun ritorno di rilievo.
Non stiamo parlando dei riconoscimenti per la qualità delle iniziative, quanto di ricaduta in termini di vivacità della città - in due nodi strategici - e di afflusso turistico (altro che Ex Banci!). Manca una vera rete museale, mancano idee per far diventare questi luoghi centri di aggregazione e ri-produzione culturale (avete per caso presente il - contestatissimo - "Centre Pompidou" a Parigi? o il quartiere dei Musei a Vienna? anche solo l'atmosfera che si respira è diversa!), mancano le politiche adeguate.
Le responsabilità dell'amministrazione? Potremmo chiedere lumi, ad esempio, all'assessore alla Cultura (che a quanto pare non c'è) Andrea Mazzoni, oppure alla consigliera regionale Ambra Giorgi, presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale - entrambi, giusto per inciso, sostenitori accaniti di Massimo Carlesi - o ancora agli assessori provinciali Rosati e Giugni.
Ma il vero dramma è che per ora non si vede la fine del tunnel...
Municipio Verde

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