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La mer, la fin...

martedì 3 febbraio 2009

Scuola. Prato: il momento sbagliato.

Come sempre parziale il modo della CGIL di affrontare questioni come questa. La verità è che il Comune di Prato avrebbe dovuto cedere da tempo le sue scuole dell'infanzia allo stato. Certo che, farlo adesso in pieno sviluppo demografico e con tutti i problemi relativi alla riforma antisociale della Gelmini, è proprio folle. D'altra parte lo "standard qualitativo" che garantiva l'ente locale (tutto da verificare) non si capisce come possa essere sostenuto con la mancanza di risorse che abbiamo.
mv
da la Nazione del 03/02/09
Dal Comune allo Stato Scuola, i sindacati in trincea

di SILVIA BINI
«A MARZO fummo rassicurati; ora invece si tolgono intere strutture dall’offerta del Comune, senza un briciolo di informazione preventiva». Dopo le numerose proteste dei genitori anche i sindacati scendono in campo contro la proposta dell’amministrazione comunale di passare le scuole oggi sotto la tutela comunale, alla gestione statale. Duro l’attacco sferrato da Cgil, Cisl e Uil, al Comune reo di aver dimostrato «uno scarsissimo rispetto dei lavoratori e dei loro rappresentanti».
«Ci preme sottolineare — si legge nella nota inviata dai sindacati — le caratteristiche che il sistema delle scuole dell’infanzia comunali oggi ha e che, con il passaggio allo Stato si perderebbe».
Secondo Cgil, Cisl, e Uil è necessario «che le scuole mantengano l’attuale qualità del servizio, che ha tra i suoi elementi qualificanti la compresenza, l’aggiornamento, la capacità progettuale, la particolare attenzione ai genitori — continuano — E’ necessario mantenere una consistente quota alle scuole dell’infanzia comunali per garantire continuità nella qualità e uniformità nella proposta».

DUBBI e perplessità espressi di recente anche da un gruppo composto da 60 genitori di bambini che frequentano la scuola dell’infanzia Borgosanpaolo preoccupati per l’imminente passaggio dell’istituto alla gestione statale che sia secondo i genitori sia dal punto di vista dei sindacati, non garantirebbe lo stesso standard qualitativo.
Tra i punti indicati dai sindacati compare anche la richiesta di mantenere omogeneità nei team e continuità pedagogica che con la logica della dismissione verrebbe, come sottolinano, costantemente minata e provocherebbe una diminuzione della qualità del servizio.

«E’ INDISPENSABILE mantenere un’offerta sufficiente ad una città in trasformazione — continuano — Occorre destinare risorse all’istruzione: questa è una città che ha investito molto nell’educazione attraverso il costante aggiornamento degli insegnanti, le sperimentazioni, i laboratori, una particolare attenzione alla crescita complessiva dei bambini, i legami di territorialità e vicinanza e delle serie e precise garanzie per l’handicap. Non è giusto disperdere questo patrimonio».
Cgil, Cisl e Uil, inoltre, ritengono che sia doveroso dare alle famiglie prospettive di sviluppo e non di dismissione «perché, è ovvio, — concludono — si lavora meglio in un clima di investimenti e di innovazione che non in quello di una lenta sparizione». Sulla questione interviene l’assessore alla pubblica istruzione, Giuseppe Gregori, che annuncia a breve l’apertura di un tavolo di concertazione con i sindacati di cui si stanno occupando i dirigenti comunali. «La qualità dell’insegnamento non peggiorerà perchè saranno mantenuti tutti i servizi attuali — spiega — questo passaggio è necessario per recuperare fondi utili a potenziare l’offerta dei nidi. Gli insegnanti statali hanno la stessa esperienza e professionalità di quelli comunali quindi non vedo tutti questi problemi. Attualmente a Prato 2500 bambini sono seguiti da insegnati statali senza alcun problema. Applichiamo solo la legge dello Stato sotto la cui gestione rientrano le scuole da 3 a 16 anni».


Borgosanpaolo, i genitori ancora all’attacco ’Preoccupati per il futuro didattico dei nostri figli’
E’ ANCORA aperta la diatriba tra il Comune e i sessanta genitori dei bambini che frequentano la scuola dell’infanzia Borgosanpaolo. Nonostante le rassicurazioni dell’assessore alla pubblica istruzione Giuseppe Gregori, la protesta non si è placata e i genitori sembrano tutt’altro che confortati.

«L’ASSESSORE comunale dice che è presto per fasciarsi la testa ma forse dimentica che è già stata firmata una delibera di giunta a fine dicembre con la quale si chiede il passaggio allo stato delle tre sezioni della Borgosanpaolo — attaccano i genitori — Inoltre ho chiamato l’ufficio di via Migliorati per iscrivere mio figlio di tre anni alla scuola Borgosanpaolo e l’impiegato mi ha detto di chiamare la scuola Mascagni perchè la materna Borgosanpaolo è stata dismessa». Anche gli orari finiscono nel mirino della protesta, secondo quanto sostenuto dall’assessore Gregori nelle scuola che passaranno sotto la gestione statale saranno previste 50 ore di didattica, cosa che, a detta dei genitori, è già in essere alla Borgosanpaolo.

«PER QUANTO riguarda la qualità dei servizi abbiamo seri dubbi che venga mantenuto l’attuale standard — continuano — gli insegnanti statali che non hanno compresenza non possono effettuare laboratori. Dal punto di vista didattico le insegnati statali hanno pochissime ore a disposizione rispetto a quelle comunali a discapito della qualità del servizio perché meno ore significano meno laboratori e attività».
Le paure di queste sessanta famiglie riguardano principalmente la qualità e le attenzioni che, secondo loro, non verrebbero più riservate ai bambini.

«LA GESTIONE comunale rispetto a quella statale, è più vicina alla nostra realtà e più sensibile alle esigenze di noi genitori e dei nostri figli — concludono — Inoltre si sta del tutto trascurando l’aspetto pedagogico della questione, ignorando completamente come può reagire un bambino nel momento in cui gli vengono tolti quei riferimenti ormai consolidati».
Si. Bi.

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