«Per incidere sul territorio non serve la guerra»
La delusione dei poliziotti, sempre meno e con poche risorse
PRATO. Speravano nell’invio degli uomini che il Patto per Prato sicura indicava. «Invece ci hanno mandato solo le persone necessarie a rimpiazzare i pensionamenti». E il numero, ovvio, è rimasto identico. Speravano che da tutto questo gran can can sull’allarme sicurezza venissero fondi, nuovi compiti, più mezzi. Invece hanno ricevuto in dono tagli al comparto e uno spintone per far posto all’esercito, parà, marines, non importa. I poliziotti sono arrabbiati. Sono delusi.
«Dubito che l’esercito potrà avere un effetto deterrente - spiega Alessandro Casalesi, segretario generale del Siap - Per fare interventi incisivi sui territori bisogna avere la conoscenza della realtà, sapere che tipo di deliquenza opera, calibrare le reazioni. Non serve avere un addestramento bellico. Mi piacerebbe sapere anche - aggiunge - che armi utilizzeranno». Armi corte, è stato detto dal governo, cioè pistole «che avranno però un munizionamento particolare. Anche le nostre - aggiunge Casalesi - sono armi da guerra, ma quelle dell’esercito sono caricate con proiettili 7,62 Nato ben più letali dei nostri». Prato non avrà i militari, ma non avrà nemmeno più poliziotti. «E in un prossimo futuro la situazione degli organici della Questura è destinata a peggiorare - conclude - perchè non si riusciranno più a a coprire il turn over e perché, essendo una questura di transito, le persone torneranno casa ma non verranno sostituite».
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