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La mer, la fin...

venerdì 22 agosto 2008

Prato verso le elezioni. Gregori e la mazzacchera

giuseppe gregori


Tra "mazzacchera" e "garzoni di bottega", forse l'assessore Gregori faceva meglio ad essere più chiaro, e a fare qualche nome (non solo quelli di Logli e Romagnoli), invece di lanciare messaggi. Dobbiamo però riconoscere che il panorama delineato nell'intervista non è molto lontano da quello che abbiamo descritto noi negli utlimi tempi: acque torbide solcate da apprendisti stregoni... E l'assessore punta il dito all'interno del PD, ma non è che fuori - nella sponda politica "opposta" - ci sembra siano messi tanto meglio!
E così, la domanda da rivolgere a quella parte della politica e della società pratese che ha ancora voglia di impegnarsi per Prato è: quando verrà delineata una proposta alternativa?
MV

da Il Tirreno del 22/08/08
Gregori: «Pd, se ci sei batti un colpo»
Secondo l’assessore la politica ha poca strategia e troppi tatticismi
Per mantenere ben saldi Comune e Provincia bisogna riconfermare al più presto Romagnoli e Logli


PRATO. Assessore, secondo lei in settembre la politica rispunterà da quella sorta di “buco nero” nella quale sembra essere precipitata?
«Chissà. Ma mi pare che non ci sia nulla di nuovo».
Giuseppe Gregori, assessore con delega alla Scuola e al Centro storico, democratico convinto, bibliofilo per passione, profondo conoscitore della storia della politica nazionale e locale, da qualche giorno è solo o quasi a tirare la carretta del Comune. Ma di lavoro, per ora, ce n’è pochino.
E dire che Prato sta vivendo uno dei periodi peggiori della sua storia, sia dal punto di vista economico sia, di conseguenza, sociale. Di questioni sulle quali impegnarsi ce ne sarebbero parecchie.
«Eppure si parla sempre delle solite cose: immigrazione e ordine pubblico, che sono importanti, ma se ne parla con superficialità senza mai approfondire l’analisi delle questioni. E’ vero, a Prato come in Italia, è la politica la grande assente. Quella capacità cioè di approfondire i problemi, di individuare una strategia in grado di risolverli e di mettere in atto comportamenti che conducano verso l’obiettivo. Faccio politica da venticinque anni e mi è stata insegnata la differenza tra strategia e tattica che era l’abc di quell’arte. Oggi c’è solo tatticismo e pesca con la mazzacchera».
Pesca con che cosa?
«Con la mazzacchera. Che è un metodo per pescare l’anguilla: si fa nei fossi dopo una grande pioggia perchè le anguille abboccano solo quando l’acqua è torbida. Ecco, intorbidare le acque è uno dei giochetti che oggi si fanno più frequentemente in politica, quando non si hanno in testa strategie precise, ma in compenso si hanno grandi ambizioni: si spera di acchiappare qualcosa».
Si riferisce a qualcuno in particolare?
«Me lo faccia dire con una metafora: vedo in giro garzoni che vorrebbero mettere su bottega per conto loro, vecchi bottegai che si credono grandi commercianti, ma che hanno nostalgia del vecchio mestiere, operatori di altri settori che invece vorrebbero darsi al commercio. Tutti hanno una mazzacchera in garage e vorrebbero usarla».
Però, assessore. Un giudizio pesante e neanche troppo mascherato sull’intera classe dirigente pratese. Secondo lei sarà in grado di affrontare una situazione così complessa com’è oggi quella pratese.
«Sicuramente, rispetto al passato, la classe dirigente attuale ha meno capacità, meno conoscenza, probabilmente meno voglia e certamente meno passione. E questo è un problema. Ma fare politica significa vivere adesso, affrontare le situazioni date con ciò che si ha a disposizione, vuole dire sforzarsi sempre e ancora di più».
Allora mi dica che ne pensa del Partito democratico che nonostante abbia ottenuto numeri bulgari, qui a Prato, alle scorse politiche, non è ancora riuscito ad avviare una discussione seria sui problemi della città.
«Numeri grandi, grande responsabilità sulla latitanza della discussione politica. E dentro il vuoto della politica tutti tendono a fare i furbi».
Tranne quei pochi che hanno il coraggio di esporsi. Mi riferisco al sindaco Romagnoli e al presidente della Provincia Logli che con chiarezza hanno comunicato la loro intenzione di ricandarsi per il secondo mandato senza che un cane abbia detto sì o no, va bene o va male o solo parliamone.
«E infatti è un caso di politica della mazzacchera. Dal mio punto di vista, di uomo di centro sinistra, la strategia, credo incontestabile, è quella di mantenere ben saldi Comune e Provincia e quindi la tattica è quella di riconfermare al più presto Romagnoli e Logli. Però evidentemente in assenza di strategia sono i tatticismi che la fanno da padroni».
Crede che qualcuno del centro sinistra potrebbe sfidare Romagnoli nelle prossime amministrative?
«Penso di no, sarebbe poco comprensibile. E poi le sfide a viso aperto contrastano e mal si conciliano con la pesca alla mazzacchera».
E se la tentazione venisse a qualcuno dell’attuale giunta?
«Non ho segnali in questo senso. Ma mi sembrerebbe alquanto bizzarro un assessore che si candida contro il suo sindaco».
Ce lo vede un ex Margherita sullo scranno di sindaco?
«Per me esiste solo il Partito Democratico».
Che succederà a settembre, allora?
«Non so. Posso dire cosa mi piacerebbe accadesse: una maggiore contaminazione di culture anche in vista di un allargamento della maggioranza che deve avvenire sui programmi e non sui numeri; ricominciare a dibattere sulle questioni, in modo vero e approfondito, così da trovare spunti progettuali che ci permettano di cercare soluzioni per il futuro della città; non arrivare alla vigilia delle elezioni senza sapere chi e cosa, ma anzi, attraverso la discussione, dare quel senso di scatto in avanti. Ecco questo sarebbe fare politica, quella vera, non di piccolo cabotaggio e senza personalismi».
Cri. Or.


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