TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 7 settembre 2008

Prato verso il voto. Silenzio, parla Romagnoli...

Godiamoci un sindaco Romagnoli in grande spolvero dopo la pausa estiva, che spazia dall'economia a Milone... E consentiteci anche qualche amaro sorriso...
Unica velocissima nota: a noi risultava che il sindaco fosse parte integrante della classe dirigente cittadina...e a voi???
MV

da la Nazione del 07/09/08
‘La vera emergenza? Quella economica’

Imprese e famiglie in crisi ma non c’è strategia imprenditoriale su cui confrontarsi
di LUIGI CAROPPO
«PARLIAMO pure del problema sicurezza, del degrado del centro e delle periferie, ma l’emergenza vera e preoccupante per lo sviluppo della città, la tenuta del tessuto sociale, il futuro delle famiglie è quella dell’economia». Il sindaco Marco Romagnoli presentando gli ultimi mesi del suo mandato amministrativo chiama tutti i protagonisti istituzionali «alle proprie responsabilità affinché ognuno si impegni nel proprio campo» per un confronto «serio e approfondito al fine di capire quali strategie mettere in campo per uscire dalla crisi». E’ un sindaco molto preoccupato perché «c’è una sottovalutazione della situazione».
Da parte di chi?
«Da parte della classe dirigente della città».
La situazione economica è il problema dei problemi dunque, tutto il resto viene dopo?
«Certo, bisogna partire dal dato che l’economia è il problema fondamentale per il presente e il futuro di Prato, poi viene la sicurezza, il degrado e tutto il resto. Il fatto è che adesso la gente non ha soldi in tasca e le famiglie sono in difficoltà. Si sono persi diecimila posti di lavoro. Altro che Alitalia...».
E ora c’è anche il caso Fedora.
«Questa vicenda è davvero molto inquietante per l’azienda, perché potrebbe esserci un effetto domino e potrebbe non essere comunque la sola che colpirà nei prossimi mesi il distretto».
Lei auspica un rinnovato confronto con gli altri soggetti istituzionali per trovare strade comuni da percorrere. Non è più in atto quel dialogo costruttivo, come nella tradizione della città, tra i diversi protagonisti?
«Non c’è una strategoia imprenditoriale su cui confrontarsi. La diversificazione delle attività e modalità di fare azienda ha portato al ‘si salvi chi può’. Ho letto l’intervista del presidente Marini: non mi sembra che ci siano grandi idee per uscire dalla crisi. Invece bisogna tornare noi, associazioni di categoria, aziende e sindacati a metterci intorno ad un tavolo a parlare chiaramente per trovare una strada comune. O non se ne esce».
Il Comune cosa ha fatto finora a fronte della crisi socio-economica?
«Noi abbiamo fatto di tutto per tenere sul sociale, per garantire i servizi e contenere spese delle famiglie su tasse e tariffe. In più abbiamo messo in atto strategie di sviluppo che stiamo portando avanti: penso all’urbanistica con la revisione del piano regolatore, il progetto area ex Banci, i sottopassi, la bonifica del Coderino; favoriamo la diversificazione con l’interporto e abbiamo puntato sulla cultura come leva di cambiamento con il progetto dell’ampliamento del Pecci, col Metastasio ente regionale, con l’arrivo dell’Accademia delle belle arti e con l’ampliamento del Pin».
E gli altri?
«Oltre ad attendere una mobilitazione degli altri soggetti a livello locale c’è bisogno del coinvolgimento di Regione (penso al rinnovo del progetto Moda ad esempio), del governo e dell’Unione europea».
Quali obiettivi per la fine legislatura?
«Chiudere la questione della variante generale che riguarda il futuro di grandi aree industriali come il macrolotto, ad esempio».
Già il macrolotto. Il Comitato chiede che ritorni ‘pratese’.
«Siamo pronti a una profonda riqualificazione: chi vuol costruire lì deve assicurare anche giardini, zone sociali e parcheggi».
Progetti e progetti. Ma il bilancio piange.
«E’ un dramma visto la previsione di una taglio di 14 milioni da Roma. Noi siamo un comune virtuoso e stiamo portando avanti una battaglia con altre amministrazioni. Siamo in attesa dopo aver visto la bozza di federlismo fiscale di Calderoli che introduce una imposta sul patrimonio edilizio».
L’estate è stata caratterizzata dalle voci sulla lista civica capeggiata dal suo assessore alla Sicurezza Aldo Milone.
«Mi risulterebbe strana una lista civica di Milone - risponde il sindaco - perché vorrebbe dire dare un giudizio negativo e prendere le distanze sulla sicurezza dalla giunta di cui fa parte. Di fatto sconfesserebbe se stesso».
E se Milone, invece, arrivasse davvero a costituire un lista civica cosa succederebbe?
«Inevitabile dire che sarebbe chiaramente una rottura con me, la giunta e il Partito democratico di cui fa parte. Le conseguenze sarebbero immediate».
Cioè?
«Dovrebbe andare immediatamente per la sua strada».
Il Pd stenta a decollare.
«Un anno fa non c’era o quasi. E’ già radicato tra la gente, il problema è il gruppo dirigente: manca la consuetudine di lavoro insieme e di confronto. Abbiamo bisogno di guardarsi in faccia e di superare i dualismi. Dobbiamo creare un gruppo dirigente unico che non è somma dei due. Ma dobbiamo dire anche che il Pd ha un valore aggiunto di giovani che va sostenuto».
Milone ha lavorato bene sulla questione cinesi e sul contrasto al distretto parallelo illegale. Non le pare?
«Abbiamo dato una svolta a questa fondamentale battaglia, ma Milone non deve superare le proprie competenze: i problemi di ordine pubblico e sicurezza sono prima di tutto in mano a prefetto e questore. Non si può rischiare un conflitto istituzionale».
Lei ha ribadito che anche in questo caso il Comune ha fatto la sua parte e che altri devono entrare in gioco.
«Sì è vero: anche Inps, Asl, Ispettorato del lavoro, Inail, Agenzia delle Entrate devono dare il loro contributo. Purtroppo c’è un problema di organici. L’Inail ha un ispettore, quelli del lavoro sono sei e sono destinati a diminuire... eppure il distretto parallelo si batte con le forze dell’ordine e i controlli incrociati».
E’ sempre convinto del no ai militari?
«Ho rafforzato la convinzione dopo che Alemanno ha messo i militari al controllo di obiettivi sensibili e ambasciate e non nelle strade».
Il Patto per Prato sicura?
«Nessun problema, il ministero ha già esaminato la prima stesura. Si va avanti».
Immigrati. Lei aveva già scritto al governo dicendo che Prato non ne può accogliere altri.
«E’ così. Il governo deve diminuire gli ingressi, arginare gli arrivi. A Prato sono troppi e così non è possibile creare vero dialogo e integrazione».
Luigi Caroppo

Nessun commento: