E intanto Gonfienti muore...
MV
da il Tirreno del 07/09/08
Magazzini generali, i nodi da sciogliere
Entrano nel vivo le trattative tra Interporto e Camera di commercio
Il presidente Longo ha dato la disponibilità a sostenere l’intera operazione che prevede la creazione della nuova società di servizi
Si cerca un punto d’incontro tra gli attori: Antonio Napolitano, presidente di Interporto da una parte, Fabrizio Pitigliani, presidente dei Magazzini dall’altra e Carlo Longo, presidente della Camera di commercio, ruolo da mediatore, nonostante la proprietà dei Magazzini, ma tra interessi che per ora sembrano continuare a confliggere. Unico passo avanti: nel protocollo d’intesa firmato lo scorso luglio tra le parti, Camera di Commercio ha dato la propria disponbilità a sostenere l’intera operazione di creazione e avvio della società Interporto Service, la società di servizi che darà gambe alle attività logistiche vere e proprie della piattaforma e che, sulla carta, dovrebbe assorbire anche quella dei Magazzini: primo tassello operativo della nuova società. Almeno così sperano Pitigliani e Longo. Disponibile al business anche Napolitano ma con le carte ben scoperte sul tavolo.
Magazzini generali, con il sostegno di Camera di Commercio, punta a trasferirsi a costo praticamente zero a Interporto, occupando uno spazio di 5mila metri quadrati compreso il capannone e accollando in capo alla società logistica i cinque dipendenti che oggi ha. Una proposta che Napolitano - era lo scorso maggio - ha giudicato inaccettabile, numeri alla mano. Il costo di quei 5mila metri quadrati è di 350mila euro l’anno. Qualcuno bisogna pure che li paghi, è stato il ragionamento del presidente della piattaforma di Gonfienti. Ma non basta. Inserire cinque dipendenti “imprevisti” in una società di servizi che deve ancora decollare potrebbe non essere il miglior viatico per la solidità e la vita futura della stessa società. Questi, a grandi linee, sono i nodi sui quali si confrontano Napolitano e Pitigliani e sui quali, prima o poi, anche secondo il Comune che spinge per una soluzione veloce, si dovrà trovare una convergenza. Spazi di manovra, tutti sostengono, ce ne potrebbero essere. Per esempio sulla metratura complessiva nella quale trasferire i magazzini che probabilmente si potrebbero accomodare in spazi minori. E poi sul destino dei cinque dipendenti che, fatta salva la garanzia di mantenere il posto di lavoro, potrebbero trovare collocazioni alternative all’Interporto Service. Sul fronte Pitigliani una merce di scambio che potrebbe far gola a Interporto è la possibilità di accedere a quel variegato mondo di rapporti che i più grandi spedizionieri pratesi hanno collezionato in decenni di attività. Se ne riparlerà dopo l’8 settembre.
Cri.Or.
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