Come non condividere le riflessioni di Cristina Orsini, pubblicate sul Tirreno di oggi? Un silenzio che più di una volta abbiamo provato ad infrangere, ma che persiste, e non solo nel PD...
MV
Il gran silenzio della politica pratese
Ripresa al rallenty: il sindaco chiama, ma la giunta non risponde
A suo modo il sindaco Marco Romagnoli pare l’abbia chiesto: cominciare a lavorare “duro” sul territorio per promuovere ciò che la giunta ha fatto in questi anni. Perchè si entra nella fase “calda” della campagna elettorale, perchè il terreno da puntellare è vasto, perché è l’ora di smettere di scherzare. Traduzione: mi ricandido, sostenetemi e sostenete voi stessi. Silenzio. Dibattito? No. Obiezioni? Nemmeno. Richieste di chiarimenti? Nessuna. Proposte? Ma và. Insomma si è ripreso - così pare - da dove si è lasciato. Da un punto nel quale è più semplice descrivere ciò che non si è detto e non si è fatto piuttosto che il contrario. Un brutto vizio o forse un morbo grave della politica pratese di questi ultimi anni. Negli altri comuni, più piccoli o più grandi non importa, il dibattito sulle future amministrative, un banco di prova difficile e importante, imperversa. Si litiga sui nomi dei sindaci papabili, ci si confronta su come affrontare la tornata elettorale, sull’uomo migliore per scongiurare il rischio ballottaggio. A Prato no. Si fa silenzio. Il Partito democratico, che con Idv alle scorse politiche, ha superato, nel Comune, il 50% dei voti (un risultato ottimo rispetto ad altre piazze storicamente “rosse”) è in ferie da tempo immemorabile e non si sa se sia rientrato. Zitto sulle auto-ricandidature di sindaco e presidente della Provincia, zitto sulla situazione economica della città, la peggiore a memoria d’uomo, zitto sulle prospettive, zitto sulle soluzioni. O meglio, forse qualcuno a cena in pizzeria ne parla, ma un dibattito per essere tale deve essere pubblico. La regola è fatta così.
Zitta la giunta, zitto il partito, zitta la classe dirigente, zitta la città. Quei pochi, pochissimi che provano a dire le cose come stanno, sempre con le buone maniere, irritano l’establishment. Che brontola, ma a bassa voce, per non farsi sentire. Gli unici che protestano, ed è il loro ruolo, sono Forza Italia e Alleanza nazionale.
In questa situazione di stallo diventata importante anche la prossima riunione del direttivo Pd, fissata per la prossima settimana. La prima dopo la pausa estiva. Speriamo che il partito “se la cava”.
C.O.
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