In pratica:ritorno al nucleare, programma che - grazie al decreto del passato governo Prodi che ha esteso all’energia il segreto di Stato – cala sui cittadini che avevano pur espresso il loro dissenso alle centrali con il referendum del 1987.
In aula, tra la maggioranza favorevole, spiccava ieri un “pallino rosso” nelle votazione: quello del deputato Pdl Rampelli. Da tempo critico sui progetti di ritorno all’atomo di III Generazione nei tempi e modi che il Governo si prefigge, Rampelli spiega che “riaccendere i reattori tradizionali e’ un passo indietro”.
Il presidente di Fare Verde Massimo De Maio esprime la sua piena condivisione all’approccio di Rampelli.
Ci deprime pensare che il dibattito parlamentare di una giornata possa determinare irrevocabilmente il futuro energetico del nostro Paese legandolo a costi alti ed imprevedibili, utilizzo di risorse di uranio gia’ in esaurimento, e mettendo in gioco variabili estremamente insidiose come le scorie radiottive, problema ad oggi irrisolto.
“Non ci stancheremo di sottolineare - afferma De Maio - l’esigenza di perseguire come obiettivo l’incremento dell’efficienza energetica in ogni settore ed il ricorso alle fonti energetiche alternative. Fonti per le quali vorremmo vedere crescere interesse e risorse”.
Per Fare Verde e’ necessario potenziare le conoscenze dei cittadini, opera gia’in corso con una attivita’ capillare dell’Associazione sul territorio, e tenere costantemente informata la popolazione circa l’impatto delle decisioni che vengono prese dai nostri governanti.
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