TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 31 gennaio 2009

Politica. Ma anche "green economy"...

Mai che abbia una idea propria, il buon Wuolter Weltrons... Se non viene dall'America... Quindi, se Obama punta alla "green economy", ovviamente lo deve fare anche Wuolter, ripetendo promesse da Berlusconi della prima ora ("un milione di posti di lavoro...").
Peccato che il cosiddetto "ambientalismo del fare" punti spesso su attività economiche che molto "verdi" non sono: dagli inceneritori alle centrali nucleari, dalla TAV alle "grandi opere", per non parlare dei vari cementifici locali targati PD (le vicende fiorentine di Castello sono significative, ma anche l'Interporto sulla città etrusca di Gonfienti non va mai dimenticato, così come l'Appaltopoli di Campi Bisenzio).
A noi sembra che, più della green economy, nel caso del PD-L si possa parlare di "Grey economy". Un bel grigio cemento!
MV

da repubblica.it
Il segretario del Pd illustra le linee della rivoluzione verde in vista della conferenza programmatica di aprile
Veltroni: "Con la green economy un milione di posti di lavoro" E attacca: "Di fronte alla crisi il governo è assolutamente inerte. Disastrosa l'assenza di Silvio Berlusconi". La replica di Bonaiuti: "Il governo c'è ed agisce" Veltroni: "Con la green economy un milione di posti di lavoro"

ROMA - Un milione di posti di lavoro da realizzare in un arco decennale grazie alla green economy. Walter Veltroni ha tracciato le linee della "rivoluzione verde" per l'Italia del Pd a conclusione del primo appuntamento in vista della Conferenza programmatica di aprile. "Sarà un piano decennale serio e moderno per un milione di posti di lavoro, o prodotti o salvati, con scarsi costi e molti benefici", aggiunge il segretario del Pd, che ricorda come l'unica leva, l'unico traino, l'unica forma di crescita virtuosa del Pil è la rivoluzione ambientale".

Secondo Veltroni non solo è necessaria una rivoluzione verde "per trasferire il mondo alle generazioni future, ma bisogna fare di più" nel settore automobilistico, dell'edilizia, fino ad arrivare "alla rottamazione del petrolio che è una scelta economica e politica". Nel piano decennale, osserva Veltroni, ci sarà "la rottamazione dei vecchi meccanismi" perché "abbiamo il know-how per fare questa scelta e oltre che liberarsi del petrolio rispettare i parametri di Kyoto".

"Scegliendo per l'Italia la via della green economy si sostiene e si rilancia l'economia; si rispettano gli impegni presi a livello europeo; entro tre mesi il Governo faccia finalmente conoscere quali sono i piani d'azione per il rispetto degli obiettivi '20-20-20', come hanno fatto Francia, Gran Bretagna e Germania; si coinvolgono, fra nuovi lavori e riqualificazione di quelli esistenti un milione di posti di lavoro nei prossimi cinque anni", ha detto Veltroni intervenendo al convegno "Un nuovo new deal ecologico", organizzato dagli Ecologisti democratici, nella sede di Largo del Nazareno.

Sulla crisi economica, Veltroni attacca il governo, che definisce "assolutamente inerte". Per il segretario del Pd "c'è una distanza dalle condizioni di vita della società. Quando Berlusconi dice che un calo del Pil del 2% non è un problema è perché non gli importa di sapere che una flessione del 2% del Pil significa 600mila posti di lavoro in meno". "Piange il cuore - continua - vedere il governo di questo paese in questo stato. Ci vorrebbe un De Gasperi o un Ciampi, un presidente del Consiglio che sappia unire il paese". Berlusconi, invece, è completamente assente, continua Veltroni. "Un'assenza persino fisica: si occupa di tutt'altro, fa campagna elettorale in Sardegna. E' come se la crisi non lo riguardasse". Non si fa attendere la replica di Paolo Bonaiuti: "Il governo c'è, è presente, prende misure per sostenere l'economia d'accordo con gli altri paesi europei", dice il portavoce di Berlusconi, aggiungendo che gli attacchi della sinistra sono solo fumo, non proposte concrete.

Nel suo piano "verde" il segretario del Pd ha parlato anche di ecoincentivi alle auto ma vincolati a un piano di "ricerca e innovazione per basso consumo e basse emissioni oltre a incentivare il trasporto pubblico". Per quanto riguarda le infrastrutture Veltroni indica "la soluzione di un fondo a rotazione per finanziare i migliori progetti cantierabili subito e non al 2011". Si guarda poi "a raddoppiare le fonti di energia rinnovabili nei prossimi dieci anni e a un progetto di strategia nazionale in questo settore" finanziato con soldi pubblici. Tra le altre proposte per un "New Deal ecologico" c'è la riqualificazione energetica degli edifici, rendendo permanenti le agevolazioni fiscali del 55% per gli interventi di efficienza; il trasporto pubblico, favorendo gli investimenti pubblici per il rinnovo del parco mezzi con autobus a metano; ecoincentivi per elettrdomestici a basso consumo e alta efficienza energetica; misure per favorire la ricerca e l'innovazione tecnologica; incentivi per il riciclo dei rifiuti e per l'industria ad essi collegata.
(31 gennaio 2009)


Prato/Primarie: codice etico.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
mv

la sinistra per le primarie
e-mail:
lasinistraperleprimarie@gmail.com
Il 15 febbraio a Prato avverrà la votazione per le primarie di coalizione del centro sinistra.

Occorre promuovere la separazione tra incarichi di direzione politica e istituzionale, con quelli di dirigenti d'azienda e componenti dei consigli d'amministrazione.

Una netta distinzione tra funzioni e ruoli è fondamentale per ricostruire un rapporto etico tra la cittadinanza e la politica. A tale scopo Michele Mezzacappa e Alessio Nincheri, in corsa per le prossime primarie di coalizione previste per il 15 febbraio, lanciano un invito agli altri candidati Lamberto Gestri, Paolo Abati e Massimo Carlesi, ad un confronto pubblico sul tema del Codice Etico. Nell'agenda politica di Mezzacappa (candidato alle primarie per la Provincia) e Nincheri (per il Comune di Prato) è presente la necessità di una riforma dei costi delle società partecipate con la riduzione degli stipendi e dei gettoni di presenza, così come per gli eletti nei consigli e per i ruoli esecutivi istituzionali. "La migliore risposta alla crisi che sta attanagliando il paese, la città e la provincia pratese" affermano Mezzacappa e Nincheri "è ridurre i costi fin troppo evidenti della politica e della gestione delle società partecipate. Su questo tema siamo pronti a incontrare gli altri candidati delle prossime primarie di coalizione che sicuramente hanno stessa sensibilità e medesima attenzione."

Prato verso le Primarie. La sinistra dei diritti civili.

da Facebook, la sinistra fa la sinistra e si occupa di diritti civili. Volentieri pubblichiamo.

mv



Più diritti per le coppie di fatto: anche a Prato il registro delle Unioni Civili
Lo propone il candidato a Sindaco Alessio Nincheri. Intanto lunedì mattina incontro con i cittadini e operatori economici al mercato settimanale

Prato, 31 gennaio 2009 - Vivono sotto lo stesso tetto con lo status di coppie di fatto, ma non hanno gli stessi diritti di quelle sposate.
Per agevolare queste situazioni di convivenza sempre più frequenti, il candidato a sindaco della Sinistra per le primarie, Alessio Nincheri, propone l'istituzione nel registro per le Unioni Civili per il Comune di Prato, seguendo così l'esempio di altre amministrazioni italiane dove ci sono già esperienze analoghe.
"E' più che giusto – fa notare Nincheri - applicare a tutti coloro che intendono dichiarare la loro situazione di convivenza le condizioni previste dal codice civile in merito di matrimonio, salvo quegli aspetti evidentemente vietati della legge. Il registro delle Unioni Civili, pur non risolvendo tutti i problemi, è comunque uno strumento utile in molte situazioni come l'affitto di una casa, il diritto all'assistenza a malati, i diritti di accesso agli istituti di assistenza sociale. Già altri Comuni italiani hanno assunto questa decisione senza che questo abbia creato controindicazioni evidenti, che invece sono espressione di pregiudizi ideologici di chi vuole difendere solo idee e valori integralisti".
Per costruire un filo diretto con la cittadinanza intorno a queste tematiche è fissato un incontro per giovedì 5 febbraio (alle 21) con il comitato Gay e Lesbiche di Prato al Maddalena Pub in piazza Sant'Agostino a Prato.
Nel frattempo lunedì 2 febbraio, intorno alle 11, i due candidati della Sinistra Alessio Nincheri e Michele Mezzacappa faranno tappa al mercato settimanale in viale Galilei per incontrare cittadini e operatori economici e presentare così la loro candidatura.

Base Usa di Vicenza. Azione No Dal Molin!

sono tornate in azione le ruspe per abbattere le vecchie strutture
Attivisti «No Dal Molin» occupano l'aeroporto di Vicenza
Per protestare contro l'avvio dei lavori per la costruzione della nuova base Usa


VICENZA - Gli attivisti del movimento «No Dal Molin» sono entrati sabato mattina nei terreni dell'aeroporto vicentino dove deve sorgere la nuova base militare Usa, occupandoli. Lo hanno reno noto gli stessi rappresentanti del presidio anti-base.
PROTESTA CONTRO L'AVVIO DEI LAVORI - I manifestanti, intendono protestare così contro l'avvio dei lavori nel Dal Molin, dove da alcuni giorni sono tornate in azione le ruspe per abbattere le vecchie strutture dell'aeroporto e preparare l'area per la Camp Ederle 2. I dimostranti, controllati dalle forze dell'ordine, sono penetrati da un varco nella recinzione, e hanno occupato pacificamente la parte civile dell'aeroporto. Gli attivisti, cui si sono uniti decine di disobbedienti dei centri sociali veneti, hanno tagliato una recinzione e sono entrati nell'area dell'ex aeroporto armati di striscioni e cartelli. Immediato l'intervento delle forze dell'ordine, che però si limitano a controllare la situazione.
PERSONALE EVACUATO PER SICUREZZA - Il cantiere dei lavori che sono iniziati ni giorni scorsi è vuoto, il personale è stato fatto uscire dall'area per sicurezza.. All'esterno dell'ex aeroporto i manifestanti hanno cominciato a montare un tendone che servirà da base per gli occupanti.
31 gennaio 2009
Corriere.it

Verdi.Sui PM10 l'Italia prende in giro l'Europa.



COMUNICATO STAMPA
Gruppo Verdi-Ale a Bruxelles, 29.01.2009
Decisione del Collegio dei Commissari UE
L'UE continua a mettere l'Italia sotto accusa per la violazione delle regole europee.

Oggi la Commissione ha comunicato la decisione di messa in mora per il mancato rispetto dell'obbligo di presentare dei piani credibili per il rientro nei limiti per le emissioni di PM10 e, dopo molti mesi di attesa, ha anche deciso di mandare una lettera di messa in mora complementare sulla questione della proroga delle concessioni per le autostrade Brescia-Padova e della Cisa.
La Presidente del Gruppo dei Verdi /ALE, Monica Frassoni, ha dichiarato: "Ancora una volta l'Italia sembra non prendere sul serio la legislazione europea. Ieri il collegio dei Commissari ha deciso di seguire la proposta del Commissario Mc Creevy di aprire una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia a seguito della pratica del governo di finanziare nuovi cantieri autostradali, in questo caso sulla direttrice Brescia-Padova e sulla Cisa, tramite la proroga concesse dall'ANAS alle concessionarie.
Si tratta di una procedura che viola la normativa europea in materia di appalti. In definitiva un danno alle tasche dei cittadini e all'ambiente , perché si continuano a finanziare con soldi pubblici concessioni autostradali molto fruttuose per costruire altre autostrade che non avranno un ritorno economico sufficiente ma che servono solo interessi politici.
"Considero quanto deciso dai Commissari una vittoria dei Verdi " aggiunge Monica Frassoni " che in questi ultimi anni non hanno mai mancato di far rilevare le anomalie italiane in materia di lavori pubblici "."Riguardo poi alla notizia di oggi di diffida all'Italia per il superamento dei livelli di PM10 ci troviamo di fronte ad un evento annunciato visto il numero di giornate in cui i livelli sono stati superati in città come Milano. Proprio perché si tratta di un fenomeno prevedibile" prosegue Monica Frassoni" dispiace ancora di più che l'Italia oltre a non applicare le normative europee si dimostra incapace di realizzare quei piani di riduzione dell'inquinamento necessari per tutelare la salute dei cittadini , piani che sono obbligatori per la legge europea ".
"Non resta che sperare che in assenza di volontà dell'Italia di attuare un cambio di rotta nella tutela dell'ambiente e del rispetto delle normative europee" conclude Monica Frassoni " sia possibile arrivare il piu velocemente possibile alla decisione della Corte di Giustizia di infliggere una sanzione economica, solo strumento veramente dissuasivo a disposizione dell'UE".

Prato. Le riflessioni di Di Ronato sul centro storico

Diminuzione della residenza nel centro storico, affitti esosi, etc...
Un cane che si morde la coda, e che non può trovare soluzione in regolamenti draconiani.
Vogliamo seriamente iniziare a parlarne???
MV

da il Tirreno del 31/01/09

Prezzi esosi o fondi fatiscenti
Di Ronato: «Ecco perché gli italiani non aprono nuovi locali» «Gli stranieri si adattano mentre noi no. Logico che ci siano tanti kebab»
PRATO. Giungendo nel centro storico di Prato per la prima volta, probabilmente la cosa che colpirebbe un qualsiasi visitatore intenzionato a fare un po’ di shopping non è tanto la presenza di negozi gestiti da immigrati, una realtà più o meno diffusa in moltissime città italiane, ma la quantità elevata di fondi inutilizzati, di serrande abbassate, di vetrine sporche e piene di adesivi che lasciano intravedere scaffali e mobilio di negozi che non esistono più. Senza dimenticare lo stillicidio di cartelli con scritto a caratteri cubitali “in liquidazione”, appiccicati a vetrine di italiani, come di stranieri.
Quanto ai negozi “etnici”, uno sguardo invece da abituale frequentatore del centro non può non notare come in alcune vie, tipo via Santa Trinita, il turn over sia di appannaggio quasi esclusivo di immigrati. Perché cinesi e pachistani decidono di aprire negozi, mentre i pratesi no? L’ex bar Romeo di via Santa Trinita, ad esempio, è stato preso in gestione da alcuni cinesi. Come mai ciò che è appetibile per gli stranieri non lo è per gli italiani?
Abbiamo disturbato, per tentare di rispondere a queste domande, un veterano del commercio da poco in pensione, Giuseppe Di Ronato, ex segretario della Confesercenti. «Innanzi tutto gli immigrati che arrivano a Prato hanno più voglia di rischiare rispetto agli italiani - spiega - Forse hanno anche da perdere meno. Ma soprattutto c’è un problema di fondi nel centro storico. Molti infatti hanno prezzi poco abbordabili e sono spesso fatiscenti. Sarebbe importante una politica di prezzi calmierati degli affitti. Altrimenti si rischia di rendere il centro sempre più un deserto». Un problema che però non sembra essere tale per gli stranieri, o quasi. «Il punto è che gli immigrati non stanno a guardare tanto per il sottile - dice - I fondi più economici magari non sono belli, sono in cattive condizioni, ma per loro evidentemente non è un problema».
A ciò si somma l’importante cambiamento avvenuto nella popolazione residente a Prato. Se in un’area cresce la percentuale di stranieri residenti è inevitabile che nei dintorni nascano negozi da loro gestiti. «E’ fondamentale per i commercianti - continua Di Ronato - avere una buona fetta di clientela fatta di residenti. Per questo occorre intervenire anche sul ripopolamento del centro. E’ vero che capita sempre di più che i nostri giovani vi comprino casa, ma è comunque poco. Avere più abitanti significa anche più negozi».
Fra le strade del centro storico che rischiano di diventare meno vivibili da un punto di vista del commercio, Di Ronato cita via del Serraglio e via Santa Trinita. «Passandoci - dice - ci si trova davanti a un bandone su e uno giù. E inevitabilmente se in un posto ci sono pochi negozi, la gente finisce anche per passarci meno».
Quanto alla questione dei kebab banditi dal Comune di Lucca di Ronato commenta: «Nei centri storici è molto importante la qualità e il decoro degli esercizi commerciali, come il rispetto delle regole. Ma la decisione di non far aprire più negozi che vendono cibi etnici mi sembra eccessivo. Anche perchè i nostri ragazzi sempre di più escono la sera a mangiare giapponese, cinese, insomma cucina etnica».
Me.Ma.

Prato. Rifiuti: i dati sulla raccolta differenziata

I dati della raccolta differenziata pubblicati da ASM devono far riflettere...
Perché il "balzo in avanti" dal 38,9% al 42,88% è importante, ma non sufficiente a raggiungere quell'obiettivo del 45% che era previsto nel protocollo d'intesa tra Regione e provincie della Piana. E viene da chiedersi, dato che questo grande risultato viene ascritto alla "capacità" di ASM di riorganizzare i sistemi di raccolta e di introdurre "nuovi modelli", se poteva essere diverso, e ben più alto, se si fosse proceduto subito all'estensione del porta a porta spinto anche nel resto della provincia.
A fronte di obiettivi ambiziosi, posti dalla normativa regionale, non possiamo infatti sorvolare sulle "timidezze" delle amministrazioni, che parlano ancora di "sperimentazioni" e quant'altro, peraltro - come testimoniato dalle numerose critiche avanzate in questi giorni sul "porta a porta" in centro storico - condotte ed organizzate in maniera perlomeno discutibile.
Dobbiamo arrivare al 50%, ed una crescita di quasi otto punti percentuali è possibile solo investendo bene e velocemente sui sistemi di raccolta alternativi: c'è la volontà politica di farlo?
MV

da il Tirreno del 31/01/09

Nel 2008 la raccolta differenziata ha sfiorato il 43%
Grazie alla riorganizzazione del servizio Asm salgono carta, rifiuti organici, plastica e vetro
PRATO. Scatto in avanti della raccolta differenziata che nel 2008 è cresciuta di quattro punti percentuali passando dal 38,9 del 2007 al 42,88 per cento. Una performance di tutto rispetto determinata da due fattori: la riorganizzazione dei sistemi di raccolta e l’introduzione di nuovi modelli da parte di ASM, la partecipazione l’attenzione dei cittadini e delle imprese.
Negli ultimi tre mesi dello scorso anno è partita la corsa alla soglia del 45 per cento: tra ottobre e dicembre, infatti, la raccolta differenziata ha registrato un’ulteriore crescita, raggiungendo il 44,3 per cento.
Il quadro d’insieme dell’andamento dei rifiuti nel 2008 mostra un “ritorno” della carta e del cartone che nel 2007 aveva registrato un calo del 17 per cento dovuto alla forte richiesta del mercato orientale e perciò alla caccia di questo materiale divenuto improvvisamente redditizio; è boom per la frazione organica che aumenta del 61 per cento; bene anche vetro, plastica e lattine che segnano un +20 per cento.
Complessivamente le tonnellate di rifiuti gestite da ASM sono state 195.839, contro le 196.344 del 2007 (-0,26 per cento).
La situazione nel dettaglio.
Rifiuti indifferenziati. 128.667 tonnellate nel 2007, 121.309 nel 2008 con una diminuzione del 5,7 per cento. Notizia positiva non solo per il fatto che calano i rifiuti conferiti in modo indifferenziato, ma anche perché di pari passo aumentano le quantità di rifiuti differenziati. Insomma, meno conferimenti nei cassonetti beige, e più conferimenti nei cassonetti gialli destinati alla carta e al cartone, nei cassonetti verdi destinati alla frazione organica e nelle campane blu per la raccolta di vetro, plastica e lattine.
Rifiuti differenziati. 74.529 tonnellate nel 2008, 67.676 nel 2007. Sull’incremento, pari al 10,13 per cento, pesa sì il ritorno del cartone ma anche e soprattutto il rifiuto organico.
Se nel 2007 erano state raccolte 35.062 tonnellate di carta e cartone (il 17,4 per cento in meno dell’anno precedente) e ciò aveva inciso in modo significativo sul mancato appuntamento con il balzo in avanti della raccolta differenziata, nel 2008 le tonnellate sono state 37.563 con un aumento del 7,13 per cento pari a 2.500 tonnellate. Il mercato orientale ha smesso la richiesta di cartone e questo ha determinato un abbassamento del suo costo, con la conseguenza di un vero e proprio blocco del fenomeno di sottrazione del materiale dai cassonetti o consegna ad aziende diverse da ASM.
10.741 le tonnellate di rifiuti organici contro le 6.670 del 2007: questo l’incremento più forte, pari al 61 per cento. Bene anche il vetro, la plastica e le lattine: nel 2008, ASM ha raccolto 9.275 tonnellate contro le 7.715 del 2007 con un aumento di 1.559 tonnellate (+20 per cento). In aumento anche la raccolta dei farmaci (+19 per cento).
A spingere verso l’alto la raccolta differenziata è stata la riorganizzazione del servizio da parte di ASM (più cassonetti per la raccolta in regime differenziato, soprattutto nei comuni dell’alta Val di Bisenzio), l’introduzione di nuovi modelli come la raccolta porta a porta a Vaiano, l’estensione della raccolta integrale dei rifiuti porta a porta con cassonetto personale nelle aree industriali di tutta la provincia, l’ampliamento dell’esperienza Raccogli meglio in nuove aree. Si inserisce in questo contesto la raccolta porta a porta nel centro storico di Prato, al via dal prossimo 16 febbraio: la percentuale di differenziazione raggiunta nel 2008 e i segnali di ulteriore crescita registrati nell’ultimo trimestre sono confortanti, ma ancora distanti dalle soglie indicate dalla Regione Toscana (55 per cento nel 2010) e dalle normative nazionali (65 per cento nel 2012).

Montemurlo verso le amministrative. Il Biscotti Furioso

Biscotti che non si riconosce nel PD di Montemurlo, ma si riconosceva benissimo nell'alleanza di centrosinistra fin quando questa gli garantiva una solida presenza negli enti pubblici (assessore della Comunità Montana, assessore ai Lavori pubblici, presidente dell'ATO 10 dei rifiuti, etc).
Eh si... I cittadini montemurlesi dovrebbero conoscerlo proprio bene...
MV

da il Tirreno del 31/01/09

«Il Pd non può darmi lezioni d’etica»
Biscotti presenta la sua lista: «La tessera? Vengano a prenderla...»
«Serve una stazione a Mazzone-Oste Via ai lavori per il campo sportivo» RICCARDO TEMPESTINI

MONTEMURLO. «Se vogliono la mia tessera, vengano pure, ma prima si rileggano il Codice etico del Partito democratico e qualcuno riconsegni la sua». Inizia con questa risposta alla richiesta di dimissioni avanzata dal Gruppo consiliare del Pd, la presentazione alla stampa della nuova Lista civica “Rilanciare Montemurlo”, fondata da Aurelio Enzo Biscotti, che ne è il candidato a sindaco.
Durante la conferenza stampa Biscotti ha spiegato i motivi della sua scelta, chiarendo subito che è stato spinto a presentare una lista civica proprio per «una chiara difficoltà a riconoscersi nel Pd di Montemurlo, nato da una fusione non del tutto riuscita, non ancora un partito vero, almeno quello montemurlese, perchè al suo interno ha ben poco di democratico».
E poi Biscotti aggiunge un altro motivo della sua scelta: «Non mi riconosco neppure nel modo in cui l’attuale sindaco gestisce l’amministrazione montemurlese, un sindaco che si trova in una situazione di evidente conflitto d’interessi.
All’interno del partito manca un vero spirito critico, nessuno contesta nessuno, almeno apertamente, e i giovani, da cui ci si aspetterebbe un vivace spirito critico, sono preoccupati unicamente di ben posizionars all’interno del partito».
Secondo il neo candidato a sindaco, la lista civica “Rilanciare Montemurlo” nasce dalla volontà di rinnovare la politica di Montemurlo, dando vero ascolto ai cittadini, attraverso incontri pubblici.
«E se poi gli esponenti del Pd che hanno chiesto indietro la mia tessera desiderano veramente averla, possono venire a prenderla da me, ma qualcuno di loro farebbe bene a rileggersi il codice etico del partito e a consegnare la sua - continua il candidato a sindaco - Io non ho mai detto di non credere nel Pd, ma qui a Montemurlo manca il partito e la politica non si fa senza dibattito». Biscotti aggiunge che alle primarie non appoggerà nessuno candidato.
Per il programma, Biscotti ha spiegato che si tratta di un “work in progress”, ovvero in formazione, ma non mancano già alcune proposte.
«Finora, quando ho detto che avrei fatto delle cose le ho fatte, e i cittadini conoscono il mio operato di assessore. Quindi se sarò eletto porterò il numero dei dirigenti da quattro a due, perché sono un lusso che non possiamo permetterci, poi chiederò la realizzazione della stazione ferroviaria a Mazzone-Oste per avere una metropolitana di superficie in grado di collegarci con Firenze e con l’alta velocità. In tal caso, potremmo anche tornare ad utilizzare i tanti magazzini in disuso che si trovano nella zona, come una sorta di stazione logistica - prosegue Biscotti - In merito poi alla crisi finanziaria, è necessario innanzi tutto sostenere le piccole imprese, gli artigiani e anche i singoli cittadini. Abbiamo un progetto esecutivo per il campo da calcio con pista di atletica fermo dal 2000: va realizzato. E’ essenziale produrre lavoro a Montemurlo, e farlo seriamente. Basta con gli spot pubblicitari».
Originario di Foggia, un assicuratore col vizio della politica
Dalla Dc alla Margherita


Com’è gia avvenuto per i tre candidati alle primarie del Pd, ecco un breve identikit di Aurelio Enzo Biscotti, candidato a sindaco per la Lista civica “Rilanciare Montemurlo”, con la Rocca come simbolo.
Nato a Foggia nel 1946, ragioniere, a 21 anni inizia l’attività nel ramo assicurativo che dura tutt’ora. Nel 1984 si trasferisce a Montemurlo per seguire la moglie fiorentina e da un decennio è presidente provinciale del Sindacato nazionale agenti assicurativi. Nel 1990 viene eletto consigliere comunale della Democrazia Cristiana, di cui sarà segretario cittadino per molti anni, rieletto nel 1995 e nominato vice sindaco con delega ai Lavori pubblici, così come nel 1999, mentre nel 2004 viene eletto consigliere per la quarta volta, aderendo prima al Partito popolare, nelle cui liste viene candidato alla regione nel 2000, e poi alla Margherita. Nello stesso anno viene eletto in consiglio provinciale e diventa capogruppo così come in Comune. Nel 2008 aderisce al Partito democratico, è consigliere e poi presidente dell’ATO 10 rifiuti. Nel 94-95 assessore della Comunità Montana e consigliere del Consorzio Ombrone.
Cattolico, è sposato con Lucetta, ha tre figlie e 5 nipoti, ama lo sport, il jazz e leggere.

Prato. Abati: le buche come risorsa.

Giovedì scorso non eravamo presenti allo show veltroniano di Paolo Abati (senza più l'orecchino), ma dai numerosi resoconti (quello che segue, per esempio) si rimane sgomenti.
1 basta a nuovi ingressi per gli stranieri? intende chiudere gli ingressi in città? non concedere permessi di residenza? tartassare gli stranieri fino a sfinirli? non dare assistenza sanitaria? che cosa pensa di fare? crede di risolvere il problema di via Pistoiese mettendo un distretto di polizia municipale?
2 Improvvisamente si valuta possibile recuperare il bastione delle forche e farne un museo etrusco? e per metterci cosa, le fotografie dell'Interporto? Oppure i reperti già scavati che si trovano da tempo negli scantinati del museo archeologico? oppure chiederà al British Museum di ridarci la statuetta dell'Offerente di Pizzidimonte? Oppure intende farsi promotore presso la Sovrintendenza di una ripresa degli scavi? e come, scavando una galleria sotto le migliaia di mc di terra di riporto che hanno tombato il sito?
2 Il Museo Civico lo ha citato, così en passant? Non ci si crede. Generazioni di giovani pratesi non sanno più neppure che esiste. Dopo quindici anni di sequestro per lavori di restauro, ce lo restituite così, come se niente fosse successo?
3 Le circoscrizioni, diventano improvvisamente importanti...dopo che il suo partito le ha ridotte a baronie di capibastone?
4 Le frazioni, dopo decenni di periferizzazione, improvvisamente tornano alla dignità di paesi e meritano di avere un cuore nuovo?
Ci vengono infinite domande concatenate.
Come diceva un poeta: "Unico punto pressochè certo nel naufragio è il punto interrogativo"
La zia Alma


da la Nazione del 31/01/09
Abati: «Buche nelle strade più risorse ai quartieri»
DOMANI mattina al circolo di Grignano il faccia a faccia con l’avversario Carlesi, oggi invece il candidato sindaco Pd Paolo Abati incontrerà alle 16.30 i cittadini di Figline, Villa Fiorita e Galceti alla saletta Ater di via 7 Marzo.
Fra i tanti punti toccati nel suo «one man show» di giovedì sera al Politeama, naturalmente il nodo immigrazione. «Basta nuovi ingressi — ha ribadito —, Prato non è più in grado di dare accoglienza. Ora dobbiamo sedimentare il fenomeno, imporre il rispetto delle regole per rendere possibile la convivenza. Sì a controlli serrati e costanti. Per via Pistoiese propongo un distretto di polizia municipale che si occupi di viabilità, edilizia, ambiente e commercio. Tutti dovranno rispettare le regole». Poi il passaggio sul turismo. «Si deve investire nel sistema museale pratese — ha detto —. La nostra è un’offerta culturale di alta qualità che spazia dagli Etruschi e arriva all’arte contemporanea. In mezzo ci sta di tutto e di più: Centro di scienze naturali, musei dei minerali, del Tessuto, della Resistenza e della deportazione, Opera del Duomo, Museo civico, Casa Datini. Occorre investire e rilanciare un’offerta invidiabile. Poi valorizzare la spesa per la cultura: Pecci, Metastasio, Politeama, Officina Giovani. E faccio mia la proposta di un cittadino che mi ha scritto a proposito del Bastione delle Forche, chiedendomi di prendere in considerazione l’ipotesi di recuperarlo e destinarlo a sede del Museo degli Etruschi».
Si è quindi soffermato sulla cura delle periferie. «Destinare soldi alle circoscrizioni perché funzionino come vere e proprie amministrazioni decentrate — ha aggiunto —, aumentare le loro competenze, anche sul traffico. E dovranno essere loro ad amministrare un fondo annuo per la manutenzione di strade, giardini e marciapiedi. Sulle periferie ci vorrà grande attenzione e sensibilità perché rappresentano piccoli centri che garantiscono aggregazione e socialità attraverso le parrocchie, i circoli, i centri sportivi, le case del popolo». Abati ha infine lanciato la proposta di istituire in Comune un numero verde per raccogliere le segnalazioni dei cittadini, con qualcuno che non solo ringrazia ma si preoccupa anche di fornire informazioni sull’avanzamento delle soluzioni. «La squadra che chiamerò a lavorare con me in caso di elezione — ha concluso — sarà una squadra di sgobboni, che lavorerà senza risparmio e sempre e solo nell’interesse della città e dei cittadini»

Bici. Bike sharing per i pendolari della vallata.



Ovviamente condividiamo la richiesta fatta da queste associazioni di un bike sharing rivolto ai pendolari della vallata. Magari si rimane sempre un po' spiazzati di fronte all'estemporaneità di queste richieste, quando si potrebbe trattare tutto il bike sharing in un discorso globale, rimanendo però alla realtà e criticando con fermezza la politica della bici attuata in città e in provincia. Per esempio lo scandalo della pista cicloturistica chiusa a causa di una frana subito dopo la sua inaugurazione e ancora inagibile. Fu un progetto sbagliato, sono emerse pratiche non trasparenti, coinvolgenti Publiacqua, e noi paghiamo.
Tornando alla proposta, insistiamo sulla necessità di integrarla in un sistema che ancora non c'è: dove sono i parcheggi scambiatori? Dove sono le fermate del servizio Lam da mettere in collegamento?
Grazie a questi amici delle associazioni, ma se vi accontentate di fare queste richieste sotto elezioni e poi votate PD...
Beh, quando Carlesi sarà rimbalzato alle primarie verrete con noi nel Polo dei Civici?
la zia Alma
MV


da la Nazione del 31/01/09
‘Bici’ pubblica fino a Prato Già raccolte 230 firme

DUECENTOTRENTA firme per una bicicletta. Non si tratta però una bicicletta qualsiasi, ma una di quelle condivise. L’obiettivo? Raggiungere il centro di Prato dalla Valbisenzio.
E’ questa l’iniziativa di alcune associazioni a sfondo ecologista con sede sia nella Vallata che a Prato per limitare l’inquinamento e consentire ai tanti pendolari che scendono da Vernio, Cantagallo e Vaiano di raggiungere il centro della città in sella a una «due-ruote» sul modello di Bicincittà.
E ASSOCIAZIONI «Basilico», «Eccetera», «Venti di Terra» hanno lanciato una raccolta di firme alla fine del corso organizzato dal Cesvot, chiamato «Cambiamo il mondo, cominciamo dai nostri piedi» e finalizzato a far riflettere sulla tutela dell’ambiente e attivare buone pratiche per quanto riguarda l’impronta ecologica che lasciamo sul pianeta in termini di inquinamento, emissioni e naturalmente consumi.
CON LA RACCOLTA di firme le tre associazioni chiedono una postazione di biciclette pubbliche nella zona Prato Nord al servizio dei tanti pendolari che dalla vallata si spostano in città. La bicicletta è infatti un mezzo efficace per ridurre l’uso dell’auto privata nelle strade, abbattendo costi economici e inquinamento.
L’ESEMPIO portato dalle associazioni è quello del bike sharing «Bicincittà» promosso dal Comune di Prato con cinque punti dislocati in prossimità delle stazioni ferroviarie e dei parcheggi scambiatori della Lam. Tante biciclette biancoverdi molto utilizzate con un costo annuo di venti euro e con poche ma ferree regole da seguire per la ‘condivisione’ con gli altri ciclisti.
«La zona nord di Prato — dicono Marilia Zappalà di Basilico, Sandra Ottanelli di Eccetera e Giovanni Lenzi di Venti di Terra — è la porta di accesso di migliaia di cittadini che quotidianamente dalla vallata entrano in centro per studio o per lavoro, ma non solo».
UNA POSTAZIONE di bici pubbliche con un parcheggio nelle vicinanze e meglio ancora vicino alle fermate degli autobus per la vallata darebbe la possibilità a molte persone di fermare l’auto e passare alle due ruote. Le associazioni hanno già raccolto circa 230 firme di cittadini interessati ad utilizzare questa postazione e le hanno consegnate all’assessore all’ambiente del Comune di Prato, Camilla Curcio. ma una copia delle stesse firme è pronta per essere spedita all’indirizzo dell’assessorato all’ambiente della Provincia».
IL PRIMO parcheggio libero per sistemare la rastrelliera delle biciclette, «suggerito» sarebbe quello di fronte alle poste di Santa Lucia, spesso però inutilizzabile per le auto dei residenti. «L’unica alternativa vicina — spiegano i promotori dell’iniziativa — potrebbe essere lungo viale Galilei, dove peraltro inizia la pista ciclabile che porta verso il centro di Prato».
m.g.

Prato verso le amministrative. E se il PDL candidasse Milone?

Noi è da tempi non sospetti che abbiamo individuato in Aldo Milone il candidato perfetto per il PDL a Prato.
Certo, per l'assembramento a destra sarebbe una vera sconfitta doversi presentare con un candidato che fino a qualche mese fa faceva parte di quella nomenklatura politica tanto esecrata...
MV

da la Nazione del 31/01/09
Forza Italia «sonda» l’ipotesi Milone candidato sindaco

di ANNA BELTRAME
IPSOS, mille persone. Esattamente come il sondaggio del Pd del settembre scorso, quello che contribuì a far saltare la testa del sindaco Romagnoli. Questa volta a commissionarlo è però il coordinamento regionale di Forza Italia, per capire quale candidato potrebbe essere il più votato. E tra i nomi proposti agli interpellati c’è anche quello di Aldo Milone. Non solo. Ci sono domande specifiche sulla sua lista Prato libera & sicura. C’è insomma il chiaro intento di capire se un fronte compatto anti Pd con l’ex assessore alla sicurezza candidato sindaco potrebbe essere quello vincente.

LE TELEFONATE sono state effettuate fra giovedì e ieri, i risultati sono attesi per l’inizio della prossima settimana. Gli operatori Ipsos sono partiti dal presente: Prato sta andando nella direzione giusta o in quella sbagliata? E poi: che voto darebbe alla giunta Romagnoli da 1 a 10? Quindi i nomi. Agli interpellati è stato chiesto se conoscono Goffredo Borchi e Riccardo Bini (capigruppo di Forza Italia in Comune e Provincia), Giovanni Luchetti e Giorgio Silli (rispettivamente coordinatore provinciale e comunale di Forza Italia), Rita Pieri (la candidata lanciata nelle scorse settimane da Azzurro Donna), e poi gli sfidanti del Pd alle primarie, Paolo Abati e Massimo Carlesi, infine Milone. La domanda successiva è più esplicita ed è sui nomi conosciuti di quel gruppo: quanto li gradirebbe, da uno a dieci, come sindaco? Poi il cerchio si stringe ed ecco il quesito chiave: fanno solo tre nomi, i sondaggisti, chiedendo quale sarebbero più disposti a votare. I tre nomi sono: Abati; possibile candidato del Pd, Borchi, possibile candidato interno a Forza Italia; Milone, appunto.

C’E’ QUINDI la domanda specifica sulla lista Prato libera & sicura, a cui Milone ha dato vita dopo le sue dimissioni dalla giunta e dal Pd. Ipsos chiede: pensa che potrebbe votarla? Le opzioni proposte sono cinque: sicuramente sì o no, probabilmente sì o no, non so. Il sondaggio si chiude con i quesiti di rito: il voto dato alle ultime elezioni, la professione, la frequenza di partecipazione alle funzioni religiose. E’ quindi chiaro che Forza Italia ci sta pensando. Dopo la rinuncia alla candidatura di Roberto Cenni, il patron della Sasch, il quartier generale di Firenze vuole capire dove può portare il vento di Milone, se l’alleanza può essere quella giusta, se puntare su di lui può aumentare le possibilità di una vittoria che sarebbe storica e clamorosa. Nel partito a Prato c’è però chi non nasconde le sue ambizioni da candidato. Ancora pochi giorni e il verdetto di Ipsos fornirà ulteriori elementi di valutazione. Solo una cosa è per ora certa: la scelta va fatta il prima il possibile.

Prato. Economia: nasce una terza associazione artigiana?

La sigla, "Prato Artigiana", non è proprio nuova nelle cronache di questi ultimi tempi. Il gruppetto di artigiani terzisti ha infatti più volte denunciato i comportamenti dei committenti del distretto.
Ricordiamo però anche delle affermazioni che, ieri come oggi, avevano un che di profondamente razzista...
Staremo a vedere se nascerà, quindi, veramente una associazione slegata da condizionamenti politici, o se ci troviamo di fronte all'ennesima operazione preelettorale.
MV

da la Nazione del 31/01/09
Terzisti contro le associazioni «Fonderemo Prato artigiana»

PRESTO POTREBBE nascere una terza associazione artigiana. Alcuni terzisti di Viaccia, una decina, sono sul piede di guerra perché ritengono che Cna e Confartigianato non li tutelino abbastanza nei rapporti con i datori di lavoro, quei lanifici che in una lettera velenosa definiscono «non corretti, insolventi nei pagamenti... che chiudono i battenti chiedendo concordati e riaprono sotto altro nome fregandosene di famiglie rovinate e ridotte sul lastrico». I firmatari del documento sono: Angelo Bartolotti della Incorsatura Fratelli Bartolotti, Roberto Franchi della Tessitura F.R., Francesco Giusti della omonima tessitura, Stefano Gaspari della omonima tessitura, Giordano Gori della Tessitura Gori, Massimo Limberti dell’orditura Limberti, Massimo Tesi della omonima tessitura, Federico Ferretti della tessitura Ferretti, Gabriele Santi della tessitura Santi Savino e il tessitore Gino Melani oltre a Manuela Biliotti della roccatura F.M.
Il nome della nuova associazione sulla rampa di lancio sarebbe «Prato artigiana», un’idea della quale i terzisti hanno parlato ieri con il parlamentare Andrea Lulli che li ha incontrati.

«ABBIAMO SCRITTO per portare a conoscenza di tutti i soprusi e gli abusi di potere esercitati nei confronti dei terzisti e degli artigiani di Prato, Montemurlo e della vallata — si legge — Le forze politiche e sindacali non intervengono minimamente perché questi soprusi cessino. Chi ha fatto investimenti su macchinari e assunto personale, ipotecando talvolta anche beni immobili, può ritrovarsi nullatenente». In effetti c’è chi rischia di dover ipotecare la casa per andare avanti, perché diversi committenti non hanno pagato. In più il lavoro non c’è e questo inizio dell’anno finora è nero.

POI C’È L’ATTACCO a Cna e Confartigianato: «Vista la totale incapacità dei colpevoli di dirigere le associazioni di servizio — scrivono ancora i terzisti di Viaccia — siamo arrivati alla conclusione di prendere in seria considerazione l’ipotesi di aprire un sindacato autonomo che non faccia riferimento a nessun partito politico, soltanto con lo scopo di tutelare i veri interessi della categoria dei terzisti che per mezzo secolo sono stati alla mercè di politicanti incapaci, di committenti non corretti e di associazioni compiacenti».

I FIRMATARI della lettera per il momento restano ancora iscritti a Cna e Confartigianato in attesa di sapere che cosa produrrà la loro uscita e l’interessamento di Lulli. Sono pronti comunque a contattare avvocati e commercialisti per dare vita a «Prato artigiana» perché, chiudono la lettera, «siamo stati e siamo trattati come schiavi nei campi di cotone e questo non è più accettabile».
Leonardo Biagiotti

venerdì 30 gennaio 2009

Politica: saltiamo un giro?

Gabriele Polo da il Manifesto del 30.1.2009
Sbarramento elettorale? Saltiamo un giro

Da piccoli ci insegnavano che le elezioni erano un momento cruciale della democrazia. E che, quindi, il sistema elettorale doveva garantire la massima rappresentanza, lo specchio istituzionale dell’opinione pubblica. Forse non era completamente vero, oggi non lo è per nulla.Non da ieri le leggi elettorali italiane sono state prima piegate all’ideologia della governabilità come valore assoluto, infischiandosene di tutto il resto. Ma ieri è stato fatto un passo ulteriore verso lo svuotamento della rappresentanza elettorale, per ridurla a una simulazione della democrazia basata sullo scambio di convenienze reciproche. Berlusconi e Veltroni si sono accordati sull’innalzamento al 4% della soglia di sbarramento per poter accedere al Parlamento europeo. Ce lo spiegheranno invocando l’esistenza di soglie analoghe negli altri paesi dell’Ue. Ma non è vero. Non si sono accordati per essere più europei, trascurando pure che ogni paese ha una sua storia e un suo assetto sociale che andrebbero rispettati. Non è vero perché questo accordo - che diventerà legge la prossima settimana - è semplicemente il frutto di «interessi privati» trasformati in «progetti politici».
L’interesse di Veltroni è quello di desertificare ogni cosa alla sua sinistra (per quanto piccola sia) allo scopo di salvare se stesso e il suo partito dalla deflagrazione in corso. O di attenuarne gli effetti sulla sua leadership. Su questa urgenza si innesta la decretazione della fine di ogni ipotesi di alleanza con la sinistra, cioè la fine definitiva del centrosinistra. Non lo sfiora nemmeno il problema che così facendo si preclude ogni ipotesi di governo, a meno che il delirio del maggioritario abbia cancellato qualunque barlume di intelligenza politica. E allora il Pd offre a Berlusconi la Rai come palestra del bipartitismo assoluto e ci aggiunge un atteggiamento disponibile sulla giustizia - a partire dalla legge sulle intercettazioni - come già fece nei confronti della Lega sul federalismo. Il Cavaliere, fatti due calcoli, già vede il suo Pdl primo partito tra quelli che compongono il Ppe, accetta, incassa e pensa al Quirinale. Bello scambio.
L’agonizzante Pd è talmente preso dallo spirito di sopravvivenza che non è solo disposto ad accettare ogni condizione berlusconiana pur di produrre il deserto alla sua sinistra, ma non si preoccupa nemmeno di un altro particolare: la convinzione che si radicherà tra quei milioni di italiani che hanno votato o ancora voterebbero la sinistra ex parlamentare, di trovarsi di fronte a una «casta partitica» che decide per loro a prescindere dalle loro convinzioni e idee.
Fuori dal giochino c’è soprattutto ciò che resta della sinistra. Già divisa e frammentata per suo conto - e colpe - ora rischia di essere la vittima di un’ingiustizia. E giustamente protesta. Ma, forse dovrebbe passare dalle parole ai fatti. Ad esempio far valere la propria presenza dove è ancora istituzionalmente presente, cioè nelle giunte locali. Perché - dove si voterà in primavera nello stesso giorno della scadenza europea - costruire alleanze con chi vuole ucciderti e andare così incontro - comunque - a una progressiva sparizione?
E, poi, prendere in considerazione un fatto elementare. Uno sbarramento elettorale al 4% è difficilmente abbordabile, forse nemmeno assemblando le attuali scomposte e litigiose particelle (in una riedizione ancor meno credibile dello sconfitto Arcobaleno) che finirebbero col passare i prossimi mesi a contendersi le candidature. E, allora, visto che tanto si parla di ricostruzione dal basso, di legami col territorio, di mettere al centro il merito... allora forse - in alto, alle europee - meglio saltare un giro e concentrarsi sulla politica «dal basso». Sarebbe anche una protesta chiara contro la riduzione dell’agire pubblico a interesse privato.

Firenze. Trasporti: la stazione delle Cascine

Verdi : riapertura Stazione di Firenze Cascine

Firenze 30 gennaio ‘09
“Siamo a richiedere (con questa mozione sotto allegata) la riapertura e le fermate alla stazione di Firenze Cascine del metrò leggero sulla nuova linea Empoli-Porta a Prato – hanno dichiarato Fabio Roggiolani e Mario Lupi, consiglieri dei Verdi in Regione Toscana. - I Verdi sono molto soddisfati di questa nuova linea e di questo nuovo servizio, ma vorremmo far notare che un collegamento di area metropolitana deve servire in maniera puntuale tutto il territorio e la Stazione di Firenze Cascine è fondamentale per una fascia ampia di abitanti e di utenti del Parco, che non devono essere obbligati ad utilizzare l’auto intasando le aree limitrofe.
Ci pare un gesto di intelligenza ripristinare la fermata a Firenze Cascine – hanno proseguito Roggiolani e Lupi – e non comporta particolari allungamenti dei tempi di percorrenza.
Insomma gioia per oggi ma ci auguriamo che ci si assuma l’impegno di completare e mettere in opera anche questa stazione come si è fatto con le altre quattro stazioncine lungo la linea Empoli-Porta a Prato, che giustamente sono state riattivate rispetto al progetto iniziale.
Se è comprensibile che l’Alta Velocità salti i pendolari, è ridicolo che lo faccia un treno metropolitano – hanno concluso Roggiolani e Lupi.”

Democrazia. No allo sbarramento.



Si è riunito oggi, 29 gennaio 2009, il Comitato per la democrazia con la presenza dei rappresentanti di Rifondazione comunista, Partito socialista, Sinistra democratica, Radicali italiani, Pri, Psdi, Verdi, Partito d’Azione, Pli, Udeur, Liberaldemocratici, I socialisti. Il Comitato ha approvato questo documento:
1)Il Parlamento si appresta a iniziare l’iter di approvazione di una legge per le elezioni europee che contrasta non tanto con le pur legittime aspirazioni di esistenza di partiti politici che vivono di tradizioni storiche e di progetti politici di interesse nazionale, ma con i diritti di democrazia sanciti dalla Carta costituzionale. Cambiare la legge elettorale e le norme di accesso al Parlamento europeo mentre è già da tempo in corso la preparazione delle liste e in qualche caso, dopo aver definito le stesse, anche la raccolta delle firme, caso unico in tutta Europa, rappresenta un grave attentato alla democrazia.
2)Questo avviene non alla luce di una esigenza di maggior equilibrio democratico e di minor frammentazione politica al Parlamento di Strasburgo, che peraltro non deve eleggere alcun governo, ma come esigenza dei due partiti maggiori del nostro paese che vogliono costruire un sistema fondato sulla loro assoluta supremazia forzando l’interpretazione delle norme come è avvenuto ad aprile, o cambiando improvvisamente, come sta avvenendo oggi, la legge elettorale europea. La responsabilità maggiore cade sul Pd e sul suo segretario Veltroni che tenta, con lo sbarramento elettorale al 4%, di frenare la sua caduta libera di consensi registrata in tutti i sondaggi. Questo cambiamento di legge avviene nel contesto di un grande baratto tra Pd e Pdl che investe anche altri atteggiamenti parlamentari e spartizioni di potere.
3)Si consolida così quel regime antidemocratico fondato sul falso bipartitismo all’italiana che tenta di spartirsi il finanziamento pubblico con denari degli italiani che non risparmieranno un euro, mentre i protagonisti sono forze politiche oligarchiche, con vertici non eletti democraticamente attraverso congressi e senza vita democratica al loro interno, che si pongono in netto contrasto con i principi stabiliti dall’articolo 49 della Costituzione.
4)Il Comitato per la democrazia indice dunque per la giornata di martedì due iniziative di lotta. L’una con inizio alle ore 12 dinanzi al Quirinale e l’altra con inizio alle ore 14 a Montecitorio. Promuove nel contempo iniziative di protesta in tutte le città capoluogo e nei consigli regionali, provinciali e comunali. E sottopone a verifica tutte le alleanze locali.

Postato da vittorio su

Prato verso le amministrative. I candidati della Sinistra per il diritto di voto agli immigrati

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato stampa diffuso dai candidati alle primarie de La Sinistra.
MV

Sì al diritto di voto per gli immigrati: i candidati della Sinistra
a confronto con Associna.
L'incontro è fissato per domani sera, in occasione della cena del Capodanno cinese.
Nincheri: "A differenza degli altri candidati scegliamo la strada del dialogo con le comunità straniere"

Prato, 30 gennaio 2009 – L'appello l'aveva lanciato un po' di tempo fa il console cinese Gu Honglin: cittadinanza e diritto di voto alle amministrative degli immigrati per renderli più partecipi della vita cittadina.
L'occasione per discuterne a tavolino arriverà domani sera, al ristorante Hua Qiao, per la cena del Capodanno lunare organizzata da Associna (a partire dalle 20): a farsene promotori i candidati alla Sinistra per le primarie, Alessio Nincheri e Michele Mezzacappa, che incontreranno i rappresentanti delle seconde generazioni cinesi per uno scambio di vedute sui temi legati all'immigrazione.
"Anziché dispensare ricette calate dall'alto su come gestire il fenomeno rivendicando solo controlli e lotta all'illegalità – spiega Alessio Nincheri – a differenza di altri, noi candidati della Sinistra scegliamo la strada del dialogo e del confronto con le comunità straniere, cercando di raccoglierne le istanze e tradurle in proposte politiche e di governo locale. Una strada potrebbe essere quella di sostenere la proposta di legge regionale sull'immigrazione e il diritto di voto per i cittadini stranieri". Un'altra riflessione riguarda l'efficacia delle azioni repressive condotte negli ultimi anni contro le attività economiche irregolari. E qui Nincheri pone alcune interrogativi. "Nell'economia è aumentata la quota "legale"? Quanti malviventi stranieri sono stati arrestati e sono stati effettivamente espulsi? Qual è la sicurezza in città? Invece di rispondere a questi risultati leggiamo numeri sulla quantità dei controlli, dei sequestri, degli irregolari identificati. È come se si commentasse una partita di calcio elencando il numero dei calci d'angolo e dei falli laterali senza dire il risultato, cioè i goal segnati. La sola repressione non ha mai risolto un problema. E va contrastato lo sfruttamento dei lavoratori migranti, ricattabili con le scadenze dei permessi di soggiorno".

Prato/style. Il ragazzo che ha perduto l'orecchino.





Qualcuno sa che fine ha fatto l'orecchino del candidato sindaco Paolo Abati?
Non compare nelle foto della campagna per le primarie.
E adesso cosa accadrà alle aggressive tinte della capigliatura di sua moglie? Sarà condannata al tailleur grigio fumo?

la zia Alma

Emigrazione/Immigrazione. Inglesi contro italiani.




Operai inglesi contro gli italiani: ci rubano il lavoro. di Leonardo Maisano
Inglesi versus italiani per lavorare in una raffineria francese (Total).
Ovvero, storia europea ricca di metafore in questa congiuntura che comincia a svelare la bava di rabbia dopo aver riempito la testa di parole. Da tre giorni centinaia di operai inglesi sfilano davanti alla raffineria di Lindsey, la seconda del Regno Unito con 200mila barili al giorno. Contestano l'arrivo degli italiani, dipendenti della Irem di Siracusa che ha vinto un'asta come sub contractor dell'americana Jacobs, chiamata da Total per costruire un impianto.
Novantatre anime del Mezzogiorno mandano il sangue alla testa delle Trade Union inglesi, d'improvviso riemerse dal letargo ordinato da Margaret Thatcher, pronte a sventolare l'improbabile bandiera del "nazionalismo proletario". «No, non è così - spiega Bernard Mcauley leader locale di Unite il sindacato più attivo - noi contestiamo un'altra cosa. Manovali stranieri, italiani e portoghesi, sono qua per fare un lavoro che avrebbe potuto svolgere la comunità locale. L'asta è stata vinta dall'impresa italiana (contro cinque inglesi Ndr) è vero, ma devono impiegare personale della zona. Abbiamo perso cinquecento posti in questo fazzoletto di terra nel solo mese di dicembre. E invece sfruttano gli stranieri. Oggi sono 93, ma ne arriveranno 400. Li fanno dormire in quattro in una stanza, li portano in cantiere al mattino, li riportano a pranzo a casa, poi ancora in cantiere fino a sera. E poi non li fanno uscire». Ci dà dentro con le tinte forti il battagliero Bernard, ma sulla previsione di quanto accadrà potrebbe anche prenderci. Mercoledì erano trecento i dimostranti, ieri novecento. «Lunedì arriveranno delegazioni da tutta l'Inghilterra in segno di solidarietà». A Grimsby, 87mila anime, maggior centro della contea, la notizia sta facendo rumore. Sul Telegraph, testata locale, la protesta lievita e perde ogni pudore. «Quanto sta succedendo darà la sveglia a questo Governo e metterà fine all'invasione di stranieri a prezzi di saldo...» scrive Mick al sito del giornale. «Non c'è lavoro per noi inglesi e ci tocca darlo a questi immigrati...» replica JB, madre di un sedicenne che teme essere destinato a sicura disoccupazione. «Non è vero che si tratta di un lavoro specialistico, lo potrebbero fare maestranze britanniche» insiste Fred manager, fra l'altro, del progetto di rinnovamento della raffineria.Voci di un mondo globale che si risveglia piccolo piccolo, chiuso com'è nel particolare di un salario bruciato dalla crisi. Umano, fin troppo umano. Eppure, la crepa nel modello di sviluppo che la Gran Bretagna ha contribuito a esportare è profonda, è dolorosa. «È semplicemente ingiusto che sia negato il lavoro a chi paga le tasse. Per darlo ad altri» conclude Bernard. La crisi come un binocolo rovesciato cambia la percezione del mondo, in Inghilterra. Resta da capire l'effetto che fa, in Italia, scoprire che sulle banchine dell'Humber gli "immigrati" torniamo a essere noi.


(Sole 24ore)

Oltre il giardino. Amazzonia arrosto.

2009-01-30 08:03 ANSA
AMAZZONIA, I PASCOLI DISTRUGGONO LE FORESTE

ROMA - C'e' una diretta relazione tra espansione dell'allevamento bovino e ''distruzione'' dell' Amazzonia, nello stato del Mato Grosso, ''la regione amazzonica con il piu' alto tasso di deforestazione''. La denuncia e' di Greenpeace che, al World Social Forum di Belem, diffonde una serie di nuove mappe in un rapporto: ''Amazzonia arrosto''. Il 79,5% delle aree recentemente deforestate in Amazzonia e' stato destinato al pascolo: l' allevamento bovino e' ''il principale motore della deforestazione nell'Amazzonia brasiliana''. Dal 1996 al 2006 , rileva Greenpeace, ''ben 10 milioni di ettari sono stati tagliati a raso''. Oggi il Brasile, e' il principale esportatore di carne e pelle bovina e il governo brasiliano, osserva l'associazione, ''intende, raddoppiare la propria capacita' di esportare questi prodotti entro il 2018, finanziando un ulteriore sviluppo del comparto zootecnico''. Chiara Campione, Responsabile della campagna foreste di Greenpeace, ricorda che ''il Brasile e' il quarto paese emettitore di CO2'' e ''il 75% dei gas serra emessi dipendono dalla deforestazione''. Il prossimo dicembre a Copenaghen, conclude Greenpeace, un qualsiasi accordo per salvare il pianeta dovra' ''includere misure per fermare la deforestazione'', considerato che distruggere le foreste tropicali e' ''responsabile di ben un quinto delle emissioni di gas serra''.
Il rapporto di Greenpeace sull'Amazzonia delinea poi le misure che il governo brasiliano deve mettere in atto per l'obiettivo di ''Deforestazione Zero'' entro il 2015.

Cultura. A Siena i tesori di De Andrè.

I voti dell'«Amico fragile» (e altri tesori di De André)
La pagella, i libri, la lettera scritta a Cutolo Quando il poeta con parole gentili e distaccate rispose al boss che si era identificato nella canzone «Don Raffaé». Tutto in un mostra a Siena


In Toscana c'è il tesoro di De André. Lo custodisce l'Università di Siena, facoltà di Lettere e Filosofia. Qui è infatti attivo il Centro Studi Fabrizio De André, inaugurato nel 2004, quando Dori Ghezzi e la Fondazione decisero di trasferire a Siena gran parte del patrimonio personale del cantautore. Patrimonio composto da appunti di lavoro, corrispondenza privata, scalette di concerti, libri, ritagli di giornale, diari di viaggio. «L'obiettivo del Centro Studi - ci dice uno dei responsabili, il professor Stefano Moscadelli - oltre a custodire, sarà quello di sistematizzare e riordinare l'archivio». Una bella responsabilità, alla quale deve aggiungersi la vocazione per lo studio filologico e per l'analisi dei testi, come dimostra l'ultimo saggio «Il suono e l'inchiostro » (Ed. Chiarelettere), risultato di un convegno organizzato nel 2007 dal Centro Studi sul rapporto tra poesia e canzone. La professoressa Marianna Marucci, grazie all'archivio senese, ha studiato il rapporto tra il cantautore genovese e le fonti dell'ultimo periodo, scoprendo che «fondamentale è sempre stato il ruolo della letteratura, dei giornali, della lettura in genere: il primo spunto veniva sempre da lì. Certo, poi tutto veniva inglobato nella sua poetica e nella sua visione del mondo. Il suo obiettivo, dichiarato in diverse interviste, è stato sempre quello di gettare un ponte tra alto e basso». Davanti all'archivio è difficile restare indifferenti. Si parte dalle pagelle delle elementari e delle medie, dal giudizio - anno scolastico '53-'54 - di una lapidaria insegnante che definisce il Fabrizio tredicenne «alunno di vivace intelligenza ma di poca volontà, bravo in italiano» consigliando per il futuro «lo studio di materie letterarie ». Consiglio che De André, a modo suo, seguirà. Stessa meraviglia quando ci si imbatte nella minuta e precisa calligrafia con la quale il cantautore annotava, prendeva appunti, commentava articoli, ricopiava testi di vecchie canzoni.

Buona parte dell'archivio risale agli anni Novanta, periodo successivo al disco «Le Nuvole» e parallelo alla lavorazione del suo ultimo lavoro in studio, «Anime Salve», datato 1996. Un periodo che coincide con il ritorno di alcune tematiche classiche, su tutte la storia vista dal punto di vista degli ultimi, (si veda a proposito il viado di «Princesa» e l'articolo di cronaca ritagliato su una storia che sembra parte della canzone), e con l'innamoramento per l'opera dello scrittore sudamericano Alvaro Mutis: De André non si limita a leggere i suoi libri, ma li studia, li sottolinea fino a farli suoi. E nel caso di «Amirbar», li fa diventare idea portante di un brano come «Smisurata preghiera». Accanto a quelli di Mutis, «di libri ce ne sono almeno altri 400», dice Moscadelli. «Sono in via di catalogazione, non è facile ordinare la vita letteraria di un uomo così pieno di interessi. Capitano pure cose curiose. Un testo, ‘‘L'anima dell'indiano'' di C. Eastman, è stato trovato in due copie, acquistate a distanza di anni l'una dall'altra; e, cosa impressionante, ci si è accorti che le sottolineature arrivavano in entrambi i casi allo stesso punto». Uno dei libri più preziosi è finito alla mostra di Genova aperta fino al 3 maggio: «C'è la copia de ‘‘L'Antologia di Spoon River'' di Edgar Lee Masters, regalata a De André da Fernanda Pivano». Un regalo particolare: da quel libro è nato «Non al denaro non all'amore né al cielo » e di quel libro si conosce la versione italiana tradotta proprio dalla Pivano. Tra i libri e gli appunti c'è anche una lettera molto particolare. È la risposta, gentile e distaccata, al boss camorrista Raffaele Cutolo, il quale gli aveva scritto dopo essersi riconosciuto nel ritratto impietoso del «Don Raffaé », allegando un libro di poesie. De André lo ringrazia e successivamente ricordando quell'episodio confesserà: «Fui facile profeta, la canzone alludeva a Cutolo, ma né io né Massimo Bubola, coautore del brano, disponevamo di notizie di prima mano sulla sua detenzione. Mi scrisse anche un'altra volta, ma non gli ho risposto». Potere di un uomo che sapeva parlare proprio a tutti, come i veri poeti. Anche se, parole sue, «a fare poesia dopo i tredici anni rimangono solo due categorie di persone: i poeti e i cretini. Per precauzione preferisco considerarmi un cantautore».
Francesco Garozzo

28 gennaio 2009

il Corriere fiorentino.it

Animali. Cronaca nera.

a Bolzano due indagati: giravano film hard con pornostar e animali
Collari di tortura per cani venduti online

Sette denunce, 1.500 articoli sequestrati
Chiamati «a strangolo con punte», sono predisposti all'irradiazione di scosse elettriche tramite telecomando



Un collare a strangolo con punte (Ansa)
VENEZIA - Sette persone denunciate, quindici perquisizioni e 1.500 collari d'addestramento per cani sequestrati: è il risultato di un'operazione della polizia postale di Venezia, che ha individuato con i cyber-investigatori della sezione di Treviso - in seguito a segnalazioni fatte da cittadini - diversi negozi virtuali che vendevano particolari strumenti per l'addestramento di cani. Secondo gli investigatori sono in realtà «piccoli strumenti per sevizie», collari denominati «a strangolo con punte», ovvero predisposti all'irradiazione di scosse elettriche tramite telecomando. Le indagini sulla natura del materiale in vendita, svolte anche con personale specializzato del settore veterinario, hanno consentito di qualificare tali prodotti come possibili strumenti di tortura, che possono provocare la morte dell'animale.
FILMATI HARD - Un'altra inchiesta a Bolzano ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di un altoatesino per sfruttamento, favoreggiamento e istigazione alla prostituzione e maltrattamento di animali. Secondo gli inquirenti, avrebbe girato in casa sua film a luci rosse con una pornostar inglese e dei cani. L'uomo, in cerca di nuove «attrici», avrebbe anche avvicinato delle ragazze del posto, chiedendo loro se volevano guadagnare dei soldi facilmente. Ma loro hanno rifiutato. Indagato anche un trentino: avrebbe procurato al complice dei cuccioli di Labrador. L'ipotesi di reato contro di lui è maltrattamento di animali.
30 gennaio 2009
Corriere on-line

Acqua. Il WWF contro il progetto della Solvay.

Riceviamo e come sempre volentieri pubblichiamo
mv


SOLVAY. IL WWF RICORRE AL TAR CONTRO LA DELIBERA REGIONALE CHE CONFERMA IL PROGETTO DELL’INVASO AD USO INDUSTRIALE ‘IDROS’ CHE AGGRAVERA’ LA CRISI IDRICA DELL’AREA
Purtroppo ci risiamo. La Regione Toscana ha voluto con apposita delibera, confermare il progetto Idros di sviluppo di un invaso d’acqua ad uso industriale per la Solvay in Val di Cecina, un progetto che il WWF ha da sempre contestato e che risulta assolutamente carente dal punto di vista della analisi dell’impatto ambientale e che rischia di mettere a repentaglio l’unica falda idrica rimasta indenne da inquinamento della bassa val di Cecina
Il WWF ha impugnato davanti al TAR della Toscana questo nuovo atto regionale e confida ancora una volta nel giudice o in un ripensamento della Regione. “Ci fanno piacere i numerosi attestati di stima ricevuti e ci fanno sentire meno soli le parole del Sindaco Pacini di Cecina e dell’assessore Marrocco della Provincia di Livorno. E’ singolare però che si debba procedere con ricorsi e azioni legali per tutelare un bene fondamentale e di tutti come l’acqua” ha dichiarato il Presidente WWF Toscana Guido Scoccianti
La VIA del 2004, riguardante il progetto congiunto di coltivazione mineraria Eti/Solvay, avrebbe dovuto essere considerata dalla Regione come l’unico strumento di sicura efficacia per la riduzione dell’impatto ambientale dell’attività Solvay. La VIA è legge regionale e pertanto le condizioni e le prescrizioni dettate non sono negoziabili: o ci si attiene oppure il progetto non va avanti. Questa era la chiarezza di cui aveva bisogno la val di Cecina; quello era il momento di superare la logica degli accordi che per un motivo o per un altro venivano puntualmente disattesi. Invece la Regione nel 2004 ha prodotto una VIA incomprensibile: l’unica prescrizione compensativa prevista era lo stoccaggio di acqua derivata dalla testa delle piene del fiume (ovvero acqua inquinata da tutto l’immaginabile) per un suo successivo utilizzo idropotabile. Come se non bastasse, l’invaso in questione (Idros) era stato progettato proprio sopra l’ultima falda di ottima qualità, che invece restava in uso all’industria. La grossolanità commessa è risultata talmente evidente che, in seguito al ricorso al TAR delle associazioni ambientaliste, l’ipotesi è stata definitivamente accantonata. E così arriviamo ad oggi con un nuovo atto della Regione Toscana che ancora stupisce per l’inadeguatezza. La DGR 926/08 lascia infatti inalterato l’invaso Idros industriale e si limita a sostituire l’invaso ad uso potabile con un ipotetico invaso a monte confidando nella sua possibile realizzazione o, in mancanza di questo, con altre generiche misure compensative volte a risolvere la crisi idrica dell’alta val di Cecina. Ovvero, di fronte ad un deficit idrico accertato al rubinetto, di cui per altro ben si conoscono le cause, si prescrivono interventi di cui nemmeno si conosce la realizzabilità. Inoltre c’è da considerare che il vecchio progetto Idros potabile, pur nella sua follia di principio (acqua sporca ai cittadini e acqua pulita a Solvay), evidenziava un altro problema oggi invece trascurato dalla DGR 926/08. Degli 87 litri/sec previsti da questo progetto, ben 52 erano destinati alla bassa val di Cecina e soltanto i rimanenti 35 erano destinati alla media ed alta val di Cecina. Il messaggio era chiaro: il problema vero è a valle dove, tra trielina, cloruri, nitrati e abbassamento della falda causato dai prelievi industriali, non c’è più acqua da bere se non quella minerale. Nella DGR 926/08 tutto ciò è scomparso: i problemi generati dall’attività mineraria a monte sono ancora ben documentati; la nuova ipotesi di invaso potabile invece è soltanto un’ipotesi che comunque sia non sopperirà alla carenza idrica della bassa val di Cecina. Per contro il progetto Idros industriale rimasto inalterato metterà a repentaglio l’unica falda idrica rimasta indenne da inquinamento della bassa val di Cecina.
Firenze, 29 Gennaio 2009

Guerra. Adotta un ospedale di Emergency

Adottare un ospedale di EMERGENCY significa sostenere tutte le sue attivita' e garantire ai pazienti tutte le cure necessarie, in paesi dove purtroppo il diritto alla salute e' quasi sempre un diritto negato.
Con donazioni periodiche potrai INFATTI partecipare personalmente alle attivita' dell'ospedale che sceglierai di adottare, contribuendo concretamente alle cure dei pazienti, all'attivita' dei medici e di tutti coloro che lavorano per il Centro sanitario che hai scelto di aiutare.
Grazie alla domiciliazione bancaria potrai donare in automatico e con cadenze regolari - anche mensili - un importo limitato ma che permettera' a Emergency di pianificare al meglio i propri interventi e la gestione di tutti i centri sanitari in Afganistan, Cambogia, Iraq, Italia, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone e Sudan.

Per adottare un ospedale di EMERGENCY:
http://www.adottaunospedale.org/compilazione.php

Per maggiori informazioni:
http://www.adottaunospedale.org/come.php

Animali. In Versilia i cani sono senza rifugio.

CANI ABBANDONATI: SEMPRE PIU’ SOLI E SENZA RIFUGIO.
I Comuni della Versilia disattendono da quasi vent’anni gli obblighi delle leggi nazionali (L.281/91) e regionali (L.T.R. n.43/95) e, vergognosamente, nonostante le continue pressioni delle locali Associazioni a tutela degli animali, non hanno ancora provveduto a dotarsi di un canile rifugio per i cani abbandonati come prescritto.
Il Comune di Viareggio, con la precedente amministrazione aveva comunicato e pubblicizzato l’approvazione di un proprio progetto, con relativo stanziamento di fondi nel P.O.A della Società Patrimonio del 2007. Sembrava finalmente di essere ad un passo dalla realizzazione di una struttura assolutamente necessaria. Perché dopo tanta fatica, illusioni e promesse ora tutto sembra finire in una bolla di sapone? Perché le gabbie dell’ex Centro benessere animale, finanziate con denaro dei cittadini, restano inutilizzate e lasciate deperire? Quali interessi “forti”si oppongono ad una soluzione che aveva già ottenuto tutti i permessi necessari? Trasformando in “comprensoriale” la struttura singolarmente progettata da Viareggio, qualora la volontà politica di realizzare l’opera esista davvero, non si riducono le necessità di finanziamento per ciascuno degli enti locali interessati, se questo è il problema che frena?
I Comuni debbono dare delle risposte serie perché seria è la loro omissione di atti d’ufficio rispetto agli obblighi di legge.
Il 31/1/2009, fra l’altro, scade la convenzione tra i Comuni e l’ASL 12 per la gestione del canile sanitario, unica struttura al momento esistente per il ricovero e la cura dei cani abbandonati di tutta la Versilia, inadeguato e in alcuni periodi dell’anno del tutto insufficiente. Poiché risulta che l’ASL 12 non sia disponibile a rinnovare la Convenzione, sorgono altre domande: a chi verrà affidata la gestione? Che fine faranno i cani attualmente ospitati? E i nuovi?
Le Associazioni a tutela degli animali fanno presente fin d’ora che si opporranno fermamente e tenacemente sia all’eventuale affidamento a qualunque soggetto non dia serie garanzie di essere mosso dal fine esclusivo del benessere animale, sia al trasferimento dei cani, anche provvisoriamente, fuori provincia.
Al fine di spingere i Comuni a trovare finalmente e rapidamente una soluzione condivisibile, le scriventi Associazioni comunicano di aver indetto una manifestazione con raccolta di firme per sabato 31/1/2009,ore 10.30, davanti Comune di Viareggio e che manifestazioni analoghe seguiranno a breve, a rotazione, davanti a tutti gli altri comuni della Versilia.
Gli amici degli animali e la cittadinanza tutta con i propri cani sono invitati a partecipare per dare voce a chi, purtroppo non ne ha e non può difendersi.


A.S.A.V. NATI LIBERI LEGA PER LA DIFESA DEL CANE SOS RANDAGI

Animali. Save the pigeon!


Piccioni: a Borgo San Lorenzo
arriva l’ordinanza “ammazzali tutti”
I Verdi: “il provvedimento va sospeso”.


“Occorre sospendere l’ordinanza emessa nei giorni scorsi dal Sindaco di Borgo Sani Lorenzo per un “intervento speciale di abbattimento dei piccioni torraioli”, che prevede per il controllo della specie modalità di intervento per noi non condivisibili” – dichiara il consigliere provinciale dei Verdi, Luca Ragazzo,
“Un intervento davvero molto “speciale” quello ordinato dal Sindaco visto che l’ordinanza prevede la cattura o l'abbattimento “del maggior numero possibile di piccioni”, che in lingua italiana significa poter abbattere anche tutti quelli presenti sul territorio comunale” – sottolineano i Verdi, che sulla questione hanno quindi presentato una interrogazione urgente in Consiglio provinciale.
“L’ordinanza viene motivata, tra l’altro, facendo riferimento a richieste che il Comune avrebbe ricevuto per il contenimento della popolazione dei piccioni torraioli al fine di “limitare danni alle colture” – è scritto nella interrogazione – ma la sentenza n.2598 della Corte di Cassazione del 26 gennaio 2004, ha stabilito che il piccione torraiolo va incluso tra gli animali selvatici in quanto vive in stato di libertà naturale sul territorio nazionale, sicché ne è vietata la caccia o la cattura:
“Ciò comporta che in ogni caso eventuali misure per il controllo delle specie selvatiche ai sensi della Legge 157/1992, non rientrano nelle competenze comunali ma di quelle della Provincia, e sono da attuarsi “mediante l’utilizzo di metodi ecologici” e “su parere dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica” – ricorda Luca Ragazzo - più volte il TAR della Toscana ha infatti annullato analoghi atti di Sindaci che avevano le stesse motivazioni, rilevando che l'ordinanza urgente di abbattimento di piccioni era stata predisposta “invadendo un campo di esclusiva competenza provinciale”.
“Un provvedimento emesso dal Sindaco in qualità di Autorità Sanitaria può invece avvenire a seguito di motivati ed accertati rischi sanitari per la popolazione, mentre nell’ordinanza viene fatto riferimento solo ad una nota della Azienda Sanitaria del gennaio 1998 ed al parere del Servizio Veterinario dell’ASL del marzo 1999 riguardo alla presenza di salmonella riscontrata a seguito di accertamenti su alcuni campioni di feci di piccioni: il tutto risalente quindi a ben dieci anni fa!”
Il consigliere Ragazzo chiede quindi di sapere “quali siano stati i controlli sanitari eseguiti sulle popolazioni di piccioni a livello comunale successivamente a quelli del 1998, e quali esiti abbiano avuto”.
“L’ordinanza autorizza altresì le operazioni cattura/abbattimento per un anno intero, dal 21 gennaio 2009 al 21 gennaio 2010 – scrive il consigliere dei Verdi - mentre la giurisprudenza ha chiarito che un’ordinanza “contingibile ed urgente”, proprio per la sua natura e le motivazioni che debbono giustificala, non possa durare più di un breve lasso di tempo: nel caso di Borgo San Lorenzo invece l’ordinanza risulta venire addirittura rinnovata di anno in anno, a partire dal 1998 e fino ad oggi”:
“Il decennale continuo rinnovo di questa ordinanza di abbattimento testimonia l’evidente scarsità dei risultati ottenuti” conclude l’interrogazione di Luca Ragazzo, che chiede quindi che le iniziative poste in essere per il controllo della specie avvengano secondo modalità incruente, alternative all’abbattimento, come ad esempio la creazione di torrette – dotate di mangime con antifecondativi - da collocare all’esterno dei centri abitati, metodo già utilizzato anche in altri comuni.
Il Capogruppo Verdi – Provincia di Firenze
Luca Ragazzo

Libri. Il disastro programmato.


"Programmare il disastro - La politica israeliana in azione".
Shahrazad Edizioni, 2009.

Michael Warshawski è un intellettuale israeliano da sempre impegnato nella ricerca di una pace giusta in Palestina e Israele. E' membro dell'Alternative Information Center, ong israelo-palestinese. Il suo testo scritto dopo le elezioni legislative palestinesi del gennaio 2006 (con una prefazione per l'edizione italiana) è un instantbook che spiega l'intreccio delle dinamiche che hanno portato Hamas a vincere le elezioni.
Ma a fianco a questo Warschawski esamina il dibattito in atto in Israele e le diverse forme di aggregazione politica tra la gioventù israeliana e della sinistra anticolonialistica israeliana che si batte contro la guerra e l'occupazione anche in rapporto con il movimento sociale internazionale

Politica. Vendola e Fava a Prato.

9 Febbraio:

VENDOLA e FAVA A PRATO!!!

lunedì 9 Febbraio, alle ore 18.00

presso il "ridotto" del Metastasio,

si svolgerà un'iniziativa

1 a sostegno dei candidati della Sinistra pratese

MICHELE MEZZACAPPA e ALESSIO NINCHERI

alle prossime primarie del 15 febbraio

2 di costruzione dellla sinistra,

parteciperanno:

NIKI VENDOLA e CLAUDIO FAVA

siete tutti invitati a partecipare ed a diffondere l'iniziativa.

Firenze. Mille papaveri rossi in Palazzo Vecchio.

Sabato 31 gennaio ore 15,30

Salone de’Dugento:
un happening dal titolo
“Fiori e piante nelle canzoni di De André”


La botanica Prof.ssa Signorini e il Dott. Della Giovampaola ci presenteranno un loro lavoro - dalle caratteristiche scientifiche, ludiche e poetiche - sulla presenza di fiori e piante nelle canzoni di Fabrizio De André.
Si ascolteranno tante canzoni e saranno proiettati videoclip.
La Commissione speciale per la qualità urbana ha ritenuto che questa iniziativa fosse in sintonia con un’idea di città in cui le soggettività e la creatività dei suoi abitanti si possano esprimere non solo in ambito privato e di piccoli gruppi, ma anche in spazi istituzionali e con valenza politico-culturale.

Si precisa che la manifestazione è, ovviamente, completamente gratuita.
La Commissione invita i fiorentini ad accorrere numerosi nel Salone de’Dugento per un pomeriggio gradevole e civile.
Il Presidente della Commissione, Gianni Varrasi, introdurrà l’iniziativa.


Giovanni Varrasi
(presidente Commissione Qualità urbana)

Prato. Partecipazione: la prima riunione del Comitato di Non-garanzia

Ci sorprende che l'Assessore Ciuoffo non legga i giornali... L'assenza dei comitati era abbondantemente giustificata sulla stampa.
Intanto, scopriamo pure che la composizione della commissione viene pure arbitrariamente cambiata, inserendo altri componenti non previsti nelle lettere di convocazione.
Così come, del resto, in nessuna lettera di convocazione era specificata la data del town meeting, che sarebbe fissata per il 28 di marzo.
Altri, tanti, motivi in più per criticare l'iniziativa dell'assessore, dopo quelli già elencati...
MV

da il Tirreno del 30/01/09
Prg, si allarga il comitato

Il direttore generale Forzieri nominato garante

I civici disertano la riunione. Ciuoffo: «Un’assenza non giustificata»


PRATO. Assente il rappresentante dei comitati, così come annunciato, ma presenti quasi tutti gli altri componenti del comitato di garanzia (assente giustificato il consigliere di opposizione Leonardo Becheri) che dovrà sovrintendere l’organizzazione e decidere i criteri della fase conclusiva della partecipazione alle varianti al Piano strutturale e Declassata: il Town meeting che si svolgerà, in due sedute, il 28 marzo prossimo. Il comitato di garanti, come primo atto, ha deciso di allargare il tavolo.

Assieme all’assessore Ciuoffo e al consigliere dei Verdi Tommaso Rindi per la maggioranza, a Becheri e al capogruppo di An Gianni Cenni per l’opposizione, a Maurizio Fioravanti e Edoardo Nesi, in rappresentanza del mondo della cultura, alle associazioni (Bianchi per l’Arci, Fantini per gli agricoltori, Bellandi per il sindacato) la commissione ospiterà anche un rappresentante di Legambiente e degli artigiani, arrivando a quattordici. «Ci interrogheremo - ha fatto presente Ciuoffo - sull’assenza non giustificata dei comitati, se dovesse permanere» ma ha anche promesso «che si farà in modo di recuperare anche chi oggi non ha partecipato». Sempre sul fronte della partecipazione è cambiato, per la seconda volta, il garante. Con una delibera di giunta di martedì scorso, è stato nominato il direttore generale Roberto Forzieri che va a sostituire Laura Zacchini che a sua volta aveva assunto l’incarico in precedenza assegnato a Daria Risaliti. «Questa decisione si è resa necessaria - ha spiegato Ciuoffo - per dare una ancora migliore organizzazione a questa fase».
Nella prima riunione del comitato di garanzia ideato dal Comune su indicazione della Regione e realizzata da Ideal, la società scelta dopo una selezione pubblica per gestire l’operazione, si sono inziate a scrivere le regole sulla rappresentatività del campione di cittadini che parteciperanno (saranno circa 150), sui criteri di composizione, sul materiale informativo che dovrà essere fornito. Il “town meeting” avrà le caratteristiche di una assemblea deliberativa, composta appunto da un campione di 150 persone stratificato e rappresentativo della realtà sociale pratese, scelto per età, quartiere di residenza e genere in un target di 600 cittadini. Ma prima dell’appuntamento del 28 marzo dovranno essere forniti elementi di conoscenza a tutti e a coloro che saranno chiamati ad avanzare suggerimenti, proposte o critiche in “rappresentanza” della città: una mostra-convegno all’Urban center di Palazzo Pacchiani dove l’Ufficio Piano presenterà il lavoro fin qui eseguito; una guida inviata a tutte le famiglie (75 mila copie) per spiegare il Piano strutturale e gli argomenti che saranno oggetto del meeting.