TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 3 febbraio 2009

Prato. Ci vuole cultura!

Spunti interessanti..
MV

da la Nazione del 03/02/09
Barbara e Simona ‘Sarebbe utile un polo culturale’

MENTRE è impegnata a servire un cliente e a consigliarlo con le ultime novità, si diletta a tirare fuori qualche aneddoto sulla pratesità, infarcito di citazioni di Curzio Malaparte o Herman Hesse.
“Non può essere un caso che anche il poeta tedesco apprezzasse i nostri cantucci”, sottolinea con una battuta Barbara Fiaschi, titolare della libreria “Equilibri” di via Magnolfi. E su Malaparte aggiunge: “Il suo piglio polemico è quello che ancora scorre nelle vene dei pratesi”.
Già la città è sempre in cima ai suoi pensieri tanto che ha realizzato un atto d’amore che strizza l’occhio anche alla volontà imprenditoriale.
Una città con un passato e una tradizione così ricca dal punto di vista culturale non poteva che essere il posto giusto per aprire una libreria. Inizia così l’avventura di Barbara Fiaschi e Simona Cantini, che proprio l’8 settembre del 2007, nel giorno dedicato ai festeggiamenti pratesi per la Madonna, hanno inaugurato il negozio in quella che sarebbe diventata una delle vie più chiacchierate della città per i rischi legati a sicurezza e criminalità. Tanti problemi, tante proteste.
Ma ora la situazione è migliorata e il clima sembra più disteso grazie agli appelli raccolti dalle forze dell’ordine.
“Ma via Magnolfi non è una strada così pericolosa. Ci sono i problemi che più o meno hanno tutte le realtà urbane nelle ore notturne”, sdrammatizza Barbara Fiaschi.
Dalle parole di Simona Cantini, socia di Barbara, traspare la curiosità tipica di chi ha viaggiato tanto e ha visitato altre realtà in cui si respirano creatività e cultura. “Sarebbe bello che anche a Prato nascesse un polo culturale di alto livello – aggiunge Simona Cantini - creando un circuito fra la nuova biblioteca, il museo del Tessuto e il centro Pecci. E magari l’offerta di ques’ultimo dovrebbe essere più viva e ricca sull’esempio del Mart di Rovereto. Insomma, le istituzioni e gli enti preposti alla promozione culturale si diano da fare perché un giovane pratese non si trovi più nella condizione di chiedersi come trascorrere il tempo libero a Prato e magari proprio per questo emigrare a Firenze”.

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