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La mer, la fin...

martedì 3 febbraio 2009

Prato e i numeri della demografia

Solo numeri... da leggere...
MV

da il Tirreno del 03/02/09
Nel 2008 immigrazione in frenata

Calano i cinesi, ma forse è l’effetto dei controlli sulle residenze

Aumentano gli stranieri che provengono dall’Europa dell’Est Il boom dei cittadini rumeni

PRATO. L’immigrazione mette il freno a Prato. Cresce, ma in misura quasi tre volte inferiore al 2007. Al 31 dicembre 2008, infatti, il totale degli stranieri residenti nel Comune era di 24.153 unità, contro le 23.658 del 2007. Per cui Prato ha acquisito 495 immigrati in più, mentre un anno fa il segno “+” stava davanti a 1.350 nuovi stranieri (nel 2006 erano aumentati invece di 2.537 unità). Secondo i dati dell’ufficio di Statistica del Comune, adesso gli immigrati rappresentano circa il 13% del popolazione residente sul territorio comunale, i cui cittadini sono 185.091. Anche se quando si parla di stranieri, va ricordato, i numeri sono sottostimati, dal momento che non tengono conto degli irregolari, senza permesso di soggiorno.
Provengono da... Calano i residenti asiatici, soprattutto cinesi, aumentano invece gli stranieri dell’Europa dell’est, in particolare albanesi e rumeni. Ovviamente i cinesi rappresentano ancora il gruppo nazionale più numeroso a Prato (sono il 41% degli immigrati), ma al 31 dicembre 2008 si contavano 9.927 residenti cinesi, contro i 10.431 del 2007. Un calo di 504 unità che però può trovare una spiegazione non tanto nella mancanza di nuovi immigrati, quanto nelle numerose cancellazioni anagrafiche per irreperibilità compiute negli ultimi due anni: ogni quattro cittadini stranieri cancellati tra il 2007 e il 2008, infatti, tre sono cinesi.
Crescono invece gli albanesi (sono 4.297, nel 2007 erano 3.989) e i rumeni (2.096 contro i 1.656 del 2007), che sono il gruppo nazionale che ha registrato l’incremento più significativo, risentendo ancora dell’ingresso della Romania nella UE. I rumeni sono diventati infatti il terzo gruppo di stranieri più numeroso, sorpassando i pakistani, rimasti per lo più stabili (1.652 residenti). Infine continuano costantemente ad aumentare, seppur lentamente, marocchini e nigeriani.
Quanto alla divisione per continenti, il 53,43% degli immigrati proviene dall’Asia, il 32,08% dall’Europa e l’11,75% dall’Africa.
Dove abitano. Il 37,18% degli immigrati risiede nella Circoscrizione Centro, ovvero 8.980 unità (probabilmente incidono molto via Pistoiese e via Filzi), di cui 1.718 nel centro storico. La Circoscrizione con meno stranieri è invece la Est, con 2.762 immigrati. Gli altri tre quartieri registrano ciascuno poco più di 4.000 stranieri.
Sono giovani. La maggior parte degli immigrati ha fra i 30 e 34 anni (3.230 residenti). Molta è l’incidenza dei bambini da 0 a 4 anni (2.743), così come dei giovani fra i 25 e 29 anni (2.790) e degli adulti fra i 35 e i 39 anni (2.970). Poco più di un migliaio di stranieri invece superano i 54 anni.
Curiosità demografiche. Prato al 31 dicembre 2008 contava 185.091 residenti, di cui 94.869 donne e 90.222 uomini. I nuclei familiari sono 73.948, di cui il 27,52% unipersonali, il 30,93% formati da coniugi e figli, il 16,47% da solo coniugi, il 12,19% da un genitore con i figli, il 9,83% con altri parenti oltre ai coniugi e ai figli, e il 3,06% da conviventi di vario tipo. I nuclei familiari con tutti i componenti di cittadinanza italiana sono 64.197, quelli con almeno un componente straniero 9.751.
La Circoscrizione più densamente popolata è la Centro, con 6.030 abitanti per Kmq, che diventano 8.728 per Kmq nel centro storico. La meno densamente abitata è la Circoscrizione Sud, che però risulta essere anche la Circoscrizione più popolata da bambini e ragazzi fra 0 e 17 anni (in totale sono 7.758). La seguono a ruota, quanto a numero di giovanissimi, la Circoscrizione Centro (6.066) e la Circoscrizione Nord (5.942).
Infine una considerazione sui luoghi di nascita. Il 42,73% dei residenti è nato a Prato, mentre il resto della popolazione è nata fuori città, per un totale di 104.156 persone. Di questi il 72,92% è nato in Italia (soprattutto in quella centrale, ma in buona parte anche meridionale) e il 22,08% all’estero.
Melania Mannelli

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