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Seconda generazione di immigrati alla mensa «Per noi il capodanno è anche condivisione ed è a tavola che si migliorano i rapporti»
PRATO. Riso alla cantonese, cucinato dai volontari di Associna, per i poveri della città di Prato. Ieri nell’ ambito dei festeggiamenti del Capodanno cinese (il nuovo anno è stato inaugurato il 26 gennaio sotto il segno del Bufalo) a servire il pranzo alla mensa “La Pira” in via del Carmine, si sono presentati un gruppo di giovani orientali - della cosiddetta seconda generazione di immigrati- nati e cresciuti a Prato.
«Abbiamo realizzato tornei di scacchi cinesi, cineforum in lingua originale, maxischermi in occasione delle Olimpiadi la scorsa estate e anche un calendario di Associna 2009, dedicato a tutti i giovani “talenti” che vantiamo in Italia, tra i nati nella seconda generazioni», conclude Bai Junyi. «Ragazzi che sono riusciti ad inserirsi nella società e a crearsi una professione e un futuro: cuochi, impiegati di banca, artisti di teatro, un assessore comunale, un medico, un musicista e persino un fisioterapista».
Anche per il console cinese Gu Honglin il pranzo di ieri è stata un’esperienza nuova. «E’ la prima volta che visito una mensa dei poveri in Italia - spiega il console della Repubblica Popolare di Cina di Firenze - e non mi stupisce questa iniziativa sia partita da Prato. Il lavoro che ogni giorno fanno questi volontari della mensa è un sostegno sociale molto importante per i poveri della città, italiani e stranieri». «Quanto ai giovani di Associna - commenta il console Gu Honglin - è stata una bella idea quella di festeggiare il Capodanno con questo pranzo simbolico».
Luciano è uno degli habituè della mensa. Napoletano di origine, da qualche anno “residente” a Prato, tra la stazione e la strada. A sentirlo parlare, un uomo colto, spigliato, finito a vivere di stenti per chi sa quale scherzo del destino.
«Oggi abbiamo messo qualcosa in corpo, come gli altri giorni - commenta - Rispetto a qualche anno fa l’utenza della mensa è cambiata. Ci sono molti più stranieri oggi, con qualcuno si socializza con altri no». «E’ la prima volta che dei volontari cinesi vengono a servire, speriamo non sia una trovata per pubblicizzare l’integrazione - commenta con un pizzico di disappunto - I poveri sono in fila qui davanti tutti i giorni».
Miriam Monteleone
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