TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 1 febbraio 2009

Prato. L'apertura dell'anno giudiziario

La situazione dell'organizzazione della giustizia a Prato è veramente drammatica, stando a quanto riportato dalla stampa sull'inaugurazione dell'anno giudiziario al Tribunale di Prato. Organico sottodimensionato, aumento delle prescrizioni, rallentamento dei tempi di esecuzione dei decreti.
Tutto questo in una città che, stando a quanto denuncia il procuratore Piero Tony, vede nella illegalità economica il vero punto critico, anche se la stampa non riporta i dati.
Altri spunti sono interessanti, della relazione del procuratore: intanto, la prova del coinvolgimento di cittadini italiani nei procedimenti legati all'immigrazione clandestina, in secondo luogo, giusto per citare altro, il fatto che buona parte dell'aumento dei reati dei cittadini stranieri è legato alla violazione della legge Bossi-Fini.
Nel frattempo, tipicità tutta italiana e non solo pratese, solo in una percentuale minima dei furti denunciati si riesce a trovare il responsabile...
MV


da la Nazione del 01/02/09
«Giustizia a rischio paralisi»

Organici carenti per magistrati e amministrativi: l’allarme del procuratore Tony
SUL FRONTE del tribunale la buona notizia che emerge dalla relazione presentata ieri mattina all’inaugurazione dell’anno giudiziario dal presidente uscente Salvatore Palazzo è che sono diminuite le pendenze dei processi penali e delle cause civili. Un po’ meno incoraggiante è che questo decremento non è frutto dell’auspicato adeguamento delle piante organiche dei giudici e del personale amministrativo. «Le numerose richieste di intervento al ministero non hanno avuto riscontro concreto», ha sottolineato la relazione sul tribunale pur ricordando l’applicazione per due giorni alla settimana di una dirigente — «in prestito», si direbbe con gergo calcistico — del tribunale di Pistoia. La notizia veramente preoccupante è però che il numero dei procedimenti è, a detta stessa del presidente Palazzo, molto elevato: 7.361 cause civili nel 2008 contro le 7.629 del 2007 (1.100 per ciascun giudice), cui fanno da contraltare i 965 procedimenti penali pendenti fra monocratico e collegiale al 1° giugno 2008. Tutto questo senza che la mappa dei reati e dei contenziosi abbia subito mutamenti sostanziali: i furti rimangono la spina nel fianco (6457, di cui 387 risolti), insieme alle rapine (203) ma senza oscillazioni statistiche eclatanti. «Il notevole numero di cause pendenti nasce dal fatto che l’organico indicato nei provvedimenti ministeriali è da ritenersi insufficiente rispetto alle esigenze di una città che ogni giorno aumenta di dieci presenze», ha analizzato il presidente che ha ricordato anche che, pur essendo in indiscutibile declino economico, «la città rappresenta ugualmente un forte richiamo per gli extracomunitari richiamati da quel tessile che è la prima fabbrica di tutti i Paesi poveri» e che questa forte presenza di immigrati grava sulla struttura giudiziaria per il gran numero di clandestini e lavoratori irregolari. Sul fronte della giustizia penale le difficoltà create dalla carenza di organico (accresciute dai trasferimenti del presidente della sezione penale Eva Celotti e dei giudici Gianluca Petragnani Gelosi e Monica Gaggelli) sono evidenziate dall’aumento delle prescrizioni — 789 contro le 725 dell’anno precedente — e dai rallentamenti dei tempi di esecuzione dei decreti penali e di trasmissione dei processi con sentenza impugnata alla corte di appello, conseguenti alle difficoltà del personale di cancelleria.

ANCORA più dura la presa di posizione del procuratore della Repubblica Piero Tony sulla situazione degli uffici giudiziari pratesi. «Non è possibile apprezzare sintomi di miglioramento rispetto alla situazione dello scorso anno — ha detto in apertura di relazione — ma è necessario affermare che gli squilibri tutti strutturali e nessuno congiunturale che caratterizzano le istituzioni giudiziarie pratesi non consentono alcuna speranza di recupero. Tali squilibri si concretizzano nel mancato adeguamento degli organici della procura alla crescita socioeconomica della realtà locale, da decenni continua ed inesorabile». In sintesi: i sostituti procuratori sono aumentati di una sola unità, il personale amministrativo è rimasto inalterato, anzi fra pensionamenti, trasferimenti e revisioni, la pianta organica delle cancellerie è in situazione gravissima: dei 29 posti in organico, solo 24 sono coperti; di questio due operatori sono assunti al 50 per cento e 4 part time a 30 ore. «Si fa quindi sempre più grave la disparità rispetto ad altri distretti che hanno analoghe caratteristiche per bacino di utenza e criminalità ma operano con 10-15 dipendenti in più — ha sottolineato il procuratore — è prevedibile un aumento dell’arretrato che progressivamente porterà alla paralisi del servizio giustizia. Il ministero della giustizia, nonostante appelli, statistiche, delegazioni, non ha mai provveduto alle necessità di organici scandalosamente insufficienti».
lau.g.


da il Tirreno del 01/02/09
Reati fallimentari e clandestini Superlavoro per la Procura

PRATO. Anche la scaletta delle priorità ha un suo significato. E se il procuratore capo Piero Tony nell’elencare i reati commessi a Prato nel periodo 1 luglio 2007-30 giugno 2008 comincia dai reati fallimentari qualcosa vorrà ben dire. «Una delle caratteristiche dell’economia pratese - segnala il procuratore Tony - è il frequente ricorso al fallimento con violazione delle norme previste dalla legge fallimentare». La micro o grande criminalità, a giudizio del procuratore, non sembra insomma tenere sotto scacco la vita cittadina.

Ma ad impegnare come mole di lavoro i magistrati della Procura non ci sono solo i reati fallimentari. Al secondo posto vengono indicati quelli commessi da immigrati extraeuropei. Il procuratore capo Tony ricorda che a Prato «si contano oltre 15000 cittadini cinesi e migliaia tra albanesi, africani (con un sommerso di circa 10.000 clandestini)». In particolare si osserva che «l’ingresso in Italia di clandestini cinesi è oggetto di attività criminose da parte di gruppi di connazionali collegati ad elementi pratesi che traggono profitto proprio dalla gestione di un vero e proprio racket che si occupa dell’introduzione clandestina di soggetti cinesi. Vi è da aggiungere - si prosegue - che il recente provvedimento di emersione dei lavoratori extracomunitari (il riferimento all’intensificazione dei controlli nelle confezioni cinesi, ndr) ha rivelato un notevole coinvolgimento di cittadini italiani negli illeciti comportamenti rivolti a favorire l’ingresso e la permanenza abusiva di extracomunitari nel territorio del circondario».

Seimila i furti commessi da ignoti Scoperti cinque casi di pedofilia

PRATO. Non c’è solo la comunità cinese ad allarmare la Procura. Anche quella albanese, come si legge nella relazione del procuratore Tony, «provoca con la sua presenza una serie di comportamenti antigiuridici che spesso sono di notevole gravità: omicidi, stupri, sequestri di persona, riduzione in schiavitù sono i reati più frequenti che comportano notevole impegno per i sostituti impegnati». In generale il quadro della giustizia penale, nell’anno preso in esame (1 luglio 2007-30 giugno 2008), non fornisce particolari novità. Nessun procedimento per associazioni di tipo mafioso è stato aperto. Tra i reati più gravi gli omicidi sono stati 5 contro i 6 dell’anno precedente, 9 i tentati omicidi (erano 13), le rapine consumate sono state 203 (erano state 192), quelle tentate 37 contro 29. Le estorsioni consumate sono state 13 (erano 12), diminuite quelle tentate (14 contro 23). 4 i sequestri di persona a scopo di rapina. In aumento i reati commessi da cittadini stranieri anche se in prevalenza sono quelli previsti dalla legge Bossi-Fini (violazione dell’ordine emesso dal questore di allontanarsi dall’Italia) che comportano l’arresto ed il rito direttissimo.

Diminuito il numero dei reati sessuali (32 casi contro 54 del 2007: 5 sono stati commessi nei confronti dei minori). Gli infortuni mortali sul lavoro sono stati 2 e 136 le lesioni colpose provocate da violazioni alle norme di prevenzione degli infortuni. Disarmante il rapporto fra i furti il cui autore è rimasto ignoto (6457), e quelli scoperti (387). Solo il 5%.
G.C.


Nessun commento: