Continua la vicenda delle statue cinesi donate da Ningbo.
Un balletto ridicolo. Gli amministratori si accorgono che i fiorentini sono chiusi e non si aprono alla cultura degli altri.
Molto approfondito e professionale il giudizio del Soprintendente:
-Alle Cascine? Non ce le vedo.-
Dal Corriere della Sera.
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No alle Cascine, ecco altri parchi
NUOVI PARCHI. Ora sono cinque le nuove ipotesi in esame: il parco dell'Anconella, quello del Mezzetta, quello di Villa Vogel, il Parterre in piazza della Libertà e Rovezzano, accanto alle rampe Marco Polo. Dovranno essere tutte valutate dalla stessa commissione speciale, che era stata incaricata di trovare la destinazione più appropriata per le statue. Il risultato del lavoro dei tecnici «sarà alla fine sottoposto alla valutazione della sovrintendente Grifoni », spiega il Comune. Palazzo Vecchio non vuole probabilmente correre il rischio di altri no dell'ultima ora. Soltanto, ieri, infatti, era giunta alla Grifoni la richiesta di valutare le Cascine come sede delle statue. «Ho saputo stamattina di questa ipotesi — racconta la sovrintendente — ero rimasta alla vecchia decisione di posizionarle nel parco di San Donato. Quando mi è stato proposto il parco ho detto che avevo delle grosse perplessità». Il motivo? «Aggiungere — risponde ironica — alla Piramide e al monumento all'Indiano un po' di Cina non mi sembra una valida motivazione. Si tratta di un'area di alto valore storico artistico e ambientale». Sull'estetica delle statue la sovrintendende non si entusiasma: «Le ho viste in foto. Hanno la loro peculiarità che è diversa dalla nostra cultura e dal nostro gusto. Dovendo scegliere fra il David e una di quelle, sicuramente preferirei il David». Grifoni si dice sicura che in città ci siano degli spazi adatti alle opere cinesi: «Magari dei luoghi in cui possano anche qualificare». Le ipotesi ora sul tavolo le definisce «più che accettabili». Ed è stata addirittura lei a lanciare la proposta, poi recepita, del parco dell'Anconella.
DELUSIONE DEL QUARTIERE 1. Dispiaciuto che il Guerriero e il Burocrate non andranno alle Cascine è Stefano Marmugi, presidente del Quartiere 1. Era stato lui il primo a farsi avanti per accogliere le statue. E continua a rinnovare la sua disponibilità. «Io — insiste — sono per un luogo chiuso come le Cascine». Si apre all'ipotesi Villa Vogel anche il presidente del Quartiere 4, Giuseppe D'Eugenio, che prima si era detto contrario alla rotatoria di piazza Gaddi. «Valuteremo la possibilità, io sono per non rifiutarla ». Poi precisa di non condividere il giudizio che «le statue siano brutte, possono piacere o meno, si tratta di un semplice giudizio estetico ». Rimane invece fermamente contrario Andrea Ceccarelli, presidente del Quartiere 3. Aveva detto no alla rotatoria di piazza Ravanna, e lo farà anche per l'ipotesi del parco dell'Anconella. Le altre possibilità allo studio si trovano tutte nel quartiere 2. Il Parterre è di proprietà di Firenze Parcheggi, il parco del Mezzetta della direzione ambiente e le rampe di Rovezzano della mobilità. Non sono di competenza della circoscrizione, ma scoppia comunque la polemica. «Nessuno mi hanno detto niente, voglio augurarmi che lo facciano presto», tuona Gianluca Paolucci, presidente del Quartiere.
Gli assessori Silvano Gori e Giovanni Gozzini spiegano che nella scelta del luogo per le statue la commissione dovrà fare una valutazione degli aspetti estetici e tecnici. Ma «le problematiche che dovranno essere esaminate sono legate— aggiungono — non solo al contesto più opportuno dove collocare le due statue ma anche ad evitare che possano essere oggetto di atti di vandalismo». Il prossimo incontro in Comune, al quale parteciperà anche la sovrintendenza è previsto per il 12 settembre. E chissà se si riuscirà a prendere una decisione in tempo per l'arrivo della delegazione cinese in città.
Federica Sanna
03 settembre 2008
Anche il Guardian se la ride.
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Florence in a frenzy as city seeks home for 'ugly' statues
Tom Kington
The Guardian,
Monday September 1 2008
It was an exchange of cultural gifts that should have fostered a greater sense of goodwill and mutual appreciation between two cities, one in China, the other in Italy. When Florence gifted a bronze reproduction of Michelangelo's David to Ningbo to help boost trade ties, the Chinese city reciprocated. The trouble was, it did so by donating two enormous and decidedly unprepossessing stone sculptures for which the Florentine authorities have struggled to find a suitable home.
The two pieces, a smiling warrior and a bureaucrat, are reproductions of Tang dynasty figures. Weighing in at four tonnes each and standing almost four metres (13ft) tall, they bear little resemblance to the delicate statues more usually associated with Florence.
Residents have made it clear they find them ugly and overbearing and do not want them on show. Ever since they arrived last year, the vast socialist realist monoliths have been stashed in a freight warehouse, gathering dust, despite instructions from the Chinese to place them near greenery and running water.
Officials in Florence cannot now persuade local residents' committees to accept the Chinese statues, even if they are tucked away by roundabouts on the outskirts of town. "How about an international location, like the airport," the committee chairman, Giuseppe d'Eugenio told newspaper Corriere Fiorentino after he refused the statues.
"They are ugly and too imposing," added Andrea Ceccarelli, a second residents' representative. "They would also block the views of motorists at a roundabout and be dangerous."
There matters would have rested had it not been for the decision by the Chinese to send a delegation from the city in Zhejiang province to Italy later this month to inspect the cultural artefacts. And so, like some plot in a slapstick movie, Florence city officials are desperately casting around for somewhere to display the statues before the Ningbo delegation arrives this month. Councillors are now worried that when the truth emerges, the Ningbo David could be knocked down in revenge, according to the Corriere della Sera newspaper.
It was all a different story two years ago when the Michelangelo reproduction was unveiled to fireworks and live TV coverage in Ningbo. Then, the Chinese city's website gushed that the cultural exchange reflected the "success of dialogue between east and west".
City official Silvano Gori, who backed the exchange of statues to help "establish a bridge for businessmen from China and Italy to exchange ideas," blamed Florentine stuffiness for the rebuff. "Every time you try something different in Florence there is a row," he said.
guardian.co.uk © Guardian News and Media Limited 2008
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