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La mer, la fin...

domenica 7 settembre 2008

Il doppiopesismo di Silli (e non solo...)

Ennesima prova pirotecnica di doppiopesismo nostrano, dopo l'eccezionale articolo pubblicato dalla Nazione sull'apertura di una fabbrica in Tunisia da parte di un imprenditore pratese.
Giorgio Silli, coordinatore di Forza Italia, si produce in un esercizio di retorica clamoroso, riuscendo a farsi pubblicare una filippica sui giovani pratesi "costretti" ad emigrare verso città che rappresentano "la speranza di un futuro migliore", paragonando Prato ad un paese del nostrano Sud degli anni Cinquanta.
Ci chiediamo, in tutta onestà, se gli stessi nobili sentimenti Silli li abbia nei confronti di tutti quegli immigrati che un giorno si e l'altro anche il suo partito e la sua coalizione additano come la causa di tutti i mali (insieme, ovviamente, all'amministrazione...che pure, in altri campi, ha responsabilità non di poco conto).
Certo, noi osiamo raffrontare i "coraggiosi pratesi" agli "invasori stranieri", osiamo metterne a confronto le motivazioni e i traumi connessi ad una scelta così radicale, quale quella di abbandonare il lughi natii per affrontare la difficile sfida dell'emigrazione. Noi, in fondo, osiamo partire dalla persona...
Magari, andrebbero messi a confronto anche i contesti di origine, quelli attuali ,senza buttarsi in comparazioni diacroniche che non hanno veramente senso (e consigliamo vivamente a Silli di leggersi qualche cronaca del contesto del Sud Italia che cita, prima di fare paragoni con la situazione pratese... ).
Ma, si sa, oggi il doppiopesismo può rendere bene!

Lanfranco Nosi
Municipio Verde


Si emigra all’estero con Prato nel cuore

PRATO. Andare all’estero e portarsi Prato nel cuore. E per dimostrare l’attaccamento alla sua città di origine Davide Lastrucci, che ora vive vicino a Chicago, l’ha fatta diventare la targa della sua auto. A inviare la foto è stato Giorgio Silli, coordinatore di Forza Italia, da cui ha preso spunto per denunciare le poche opportunità che questo distretto riserva ai giovani. «Sembra - scrive Silli - di vivere in un paese del sud degli anni ’50, dove i giovani, devono mettere a frutto la loro esperienza e i loro studi per emigrare verso città che simboleggiano la speranza di un futuro migliore». «Che fine ha fatto - chiede Silli - il marketing territoriale che tanto noi auspicavamo? Non posso che riscontrare quanto l’amministrazione sia ferma, impacciata, senza idee e soluzioni. A oggi ancora non capisco perchè non si cerchi con ogni metodo di attirare investitori da fuori Prato, concedendo sconti su servizi, su imposte locali, snellendo la burocrazia che spesso costringe gli imprenditori a investire altrove».

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