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La mer, la fin...

giovedì 4 settembre 2008

Pace. Risoluzione europea sul Caucaso.


GRUPPO VERDI/ALE AL PARLAMENTO EUROPEO COMUNICATO STAMPA

Bruxelles, 3 settembre 2008

Georgia. Frassoni: "La risposta dell'Europa è il rifiuto della violenza"


Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla situazione in Georgia a seguito del vertice straordinario del Consiglio europeo lunedì 1 settembre. Nella risoluzione, in sintonia con quanto proposto dai Verdi/ALE, la Nato non figura come uno strumento per la soluzione del conflitto in Georgia , si chiede un'inchiesta internazionale su quanto accaduto e sull'uso di armi proibite, si condannano tutti i responsabili, da entrambe le parti, di atti di violenza; Monica Frassoni, Co-Presidente del Gruppo dei Verdi/ALE, si è così espressa al termine del voto: "Il Parlamento europeo ha fatto propri diversi emendamenti proposti dal nostro gruppo, portando all'approvazione di una risoluzione equilibrata. In essa, oltre alla condanna del carattere sproporzionato della risposta russa, si chiede all'Osce di condurre un'inchiesta sulle provocazioni, da entrambe le parti, che hanno condotto all'attacco della Georgia e alla risposta russa. Alla Russia e alla Georgia si chiede di indicare quali territori sono stati colpiti da bombe a frammentazione per poter procedere rapidamente alla bonifica di quelle zone. Siamo lieti del fatto che il Parlamento europeo non consideri l'ingresso della Georgia nella Nato come una possibile elemento risolutivo della crisi.

Visti i rapporti di forza nel Caucaso, noi proponiamo da una parte l'accelerazione del negoziato con la Turchia e dall'altra proponiamo alla Georgia e all'Ucraina un partenariato privilegiato. Ma questo non sarà possibile senza aver prima attuato una profonda riforma del funzionamento istituzionale dell'Unione a 27 e una stabilizzazione democratica di quei paesi: ancora una volta, la necessità di una Costituzione per l'Europa si conferma in tutta la sua urgenza. E ancora una volta, paghiamo la disattenzione sulla degradazione in atto in Russia e in parte anche in Georgia dello stato di diritto e delle libertà civili.

Non c'è una soluzione militare al conflitto nel Caucaso. Abbiamo condannato fermamente tutti coloro che sono ricorsi alla forza e alla violenza per cambiare la situazione in Ossezia del sud e in Abkhazia.

Ci impegneremo affinché si tenga una conferenza per la risoluzione del conflitto e per la ricostruzione nei territori colpiti dal conflitto.

Qualsiasi decisione sul futuro statuto dei territori separatisti dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia, e in particolare la questione relativa al ritorno di tutti i rifugiati e il rispetto delle minoranze, dovrà basarsi sul diritto internazionale. È necessario istituire un'amministrazione civile che contribuisca alla ricostruzione della regione e capace di eliminare le bande violente e le cricche mafiose che spadroneggiano in quelle zone. Adottando una posizione comune, l'UE ha dimostrato di poter ricoprire un ruolo di primo piano in tema di relazioni internazionali. Ma ora bisogna continuare.

Il superamento della crisi non è ancora in vista.

La crisi nel Caucaso ha fatto emergere una volta di più il problema della dipendenza energetica dell'Unione europea: considerato che la Russia è anche tra i primi fornitori mondiali di uranio, è ovvio che la vera indipendenza energetica dell'Europa può venire solo da un forte investimento nel settore delle rinnovabili."

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