TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 4 settembre 2008

Pantanelle. Benaltristi e sviluppisti a confronto.


PANTANELLE SI’
I “benaltristi” contro il fotovoltaico


Non posso che considerare con interesse la decisione del Comune di dare la possibilità di installare impianti fotovoltaici a terra, su terreni di proprietà pubblica di 27.000 metri quadrati, terreni sottoposti a periodici allagamenti e quindi non utilizzabili per l’agricoltura, in zone peraltro ove l’impatto visivo è minimo e sicuramente inferiore a quello dei tralicci dell’elettricità, ai ripetitori per i telefoni cellulari e la tv, agli innumerevoli depositi di materiali edili su terreni agricoli, all’architettura obbrobriosa dei nuovi insediamenti abitativi e commerciali (vedi il cubo di cemento della “multisala”), alle parabole e condizionatori attaccati ovunque e senza regola, ai cartelloni pubblicitari ed ai rifiuti che gli automobilisti gettano dal finestrino e che fanno bella mostra di sé ai lati delle strade; inoltre la distanza del luogo scelto per l’installazione dall’area umida di Pantanelle è tale, a mio modesto parere, da non pregiudicarne l’integrità ecologica come invece fa la nuova tangenziale in costruzione. La sperata e mi auguro prossima creazione del Parco Agricolo della Piana non pregiudica la produzione di energia da fonti rinnovabili al suo interno. Certo è che tutto deve essere fatto nel pieno rispetto di tutte le regole urbanistiche garantendo il rispetto ecologico e ambientale dell’area, con una corretta informazione degli abitanti, soprattutto per evitare disinformati allarmismi diffusi dagli agitprop.
E’ comunque indispensabile che si sviluppi in tutta la città l’installazione di impianti fotovoltaici sia su tetti privati, e qui invito il Comune a farsi promotore di iniziative in tal senso, che sui tetti delle fabbriche, soprattutto questi ultimi adattissimi a questo tipo di impianti, ed è in questa direzione che l’Unione industriali dovrebbe spingere i suoi associati.
Coloro i quali criticano una iniziativa intelligente come quella di sfruttare terreni improduttivi per produrre energia da fonti rinnovabili non sono neppure ambientalisti, ma “ben-altristi”. Quelli che ti dicono “No nucleare, ben altro bisogna sviluppare”, “No carbone, ben altro bisogna sviluppare, meglio le rinnovabili”, “No eolico, ben altro bisogna sviluppare, tipo biomasse e fotovoltaico”, “No biomasse, ben altre fonti rinnovabili bisogna sviluppare, come il fotovoltaico”, “No fotovoltaico lì, ben altra è la collocazione” e poi distinguono sulla collocazione, le dimensioni, i colori, la visibilità, il disorientamento dei coleotteri, la rifrangenza, l’effetto doppler, il sesso degli angeli, l’influenza delle radiazioni solari sul ciclo mensile delle donne e per ultimo, ma non per importanza, la capacità di attrarre immigrazione clandestina con le conseguenze sulla sicurezza che ben si possono immaginare.
Fulvio Batacchi



Pantanelle no, i produttivisti del fare cassa non vogliono l'area protetta


E' la solita storia.
Dire che chi si è espresso contro l'impianto a Pantanelle è contro il fotovoltaico, è un'interpretazione forzata che non è ricavabile dalla presa di posizione di Municipio Verde.
E' come se rispondessimo a Batacchi, exverde, ora ecodem, che lui è contrario alle aree protette perchè vuole l'impianto fotovoltaico in quel sito, da noi indicato come parte di una zona umida di valore, che può essere lasciata allo stato naturale.
D'altra parte siamo abituati a questo modo di ragionare e di screditare l'interlocutore perchè è una tiritera che probabilmente insegnano alla scuola ambientalista del PD: prima di tutto accusare gli altri di dire sempre no, poi usare epiteti tipo agitprop, benaltristi e così via; infine elencare una serie di cose su cui l'impegno dell'interlocutore sarebbe assente, in questo caso anche le cartacce degli automobilisti. Infine la stoccata progressista sulla sicurezza per creare l'effetto di contrapposizione tra destra qualunquista e sinistra illuminata.
Col cavolo.
Sottolineo anche che la lettera dell'amico Fulvio parte dal concetto che la zona sia improduttiva e quindi debba essere riempita di qualcosa che "renda": "non posso che considerare con interesse...".
Ci crediamo.
Lasciamo Batacchi a bazzicare il folto mondo sviluppista del Partito Democratico e invitiamo tutti a rileggere i nostri post sull'argomento e gli interventi di altri soggetti politici o associativi che abbiamo ospitato con piacere, in primo luogo il Comitato per il paesaggio e il Comitato ambientale di Casale.
Ma a quanto ne sappiamo anche Italia Nostra si era espressa in senso conservazionista e, sempre secondo le nostre conoscenze, Fulvio Batacchi fa parte di questa associazione!

Le vie di Ermete Realacci sono infinite!


Per Municipio Verde

Riccardo Buonaiuti




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