Aspettando un Centro di Cultura Cinese.
Spunti per un’inedita proposta a Prato*
Nel 1987 François Mitterand inaugurava a Parigi l’Institute du Monde Arabe, più conosciuto come IMA o IMArabe: un istituto che - nato dalla cooperazione tra la Repubblica francese e ventidue paesi arabi – ha come obiettivo quello di favorire la conoscenza, la comprensione e il dialogo tra cultura araba e cultura francese, e quindi di essere un “ponte culturale” di assoluto rilievo. Una vera “cittadella” dell’incontro tra culture vivace e vissuta: l’IMArabe infatti oggi ospita mostre, eventi culturali, una biblioteca e una mediateca, librerie e ristoranti, oltre ad una collezione archeologica di notevole valore – un insieme di attività ed opportunità che attira giornalmente centinaia di fruitori.
A Prato abbiamo una grande opportunità: quella di costruire insieme alla comunità cinese, parte integrante della cittadinanza pratese, un altro grande “ponte culturale”, questa volta tra le culture italiana ed europea e la grande cultura asiatica, oggi più che mai in fermento ed aperta al mondo.
Perché infatti non ipotizzare la fondazione - attraverso la collaborazione di istituzioni italiane e cinesi, di associazioni, di imprese e di singoli cittadini - di un grande Centro di Cultura Sinica (appunto sul modello dell’IMArabe), che possa essere ospitato, ad esempio, nell’area dell’Ex Banci, attraverso il recupero della struttura esistente, al posto del discutibile progetto del “Polo espositivo”, oppure nell’area del Macrolotto Zero, in una ipotesi di recupero intelligente del patrimonio industriale dismesso? Mettere insieme alta formazione universitaria, in grado di attrarre persone ed intelligenze da tutto il mondo, con il patrimonio del vissuto della comunità cinese a Prato e delle sue strutture associative. Unire alla creazione di uno “spazio pubblico”, destinato alle attività ludiche così come confronto e alla comprensione reciproca delle comunità esistenti sul territorio, la realizzazione di un luogo di approfondimento della cultura sinica.
Una sfida aperta a chiunque abbia a cuore la città di Prato e la creazione di una società veramente multiculturale, che certa politica, lanciata nel cavalcare l’onda xenofoba che sta colpendo anche la nostra città, si ostina a non vedere.
Una sfida che richiede pazienza, costanza e coraggio: caratteristiche distintive dell’anno del Bue che inizierà il 26 gennaio. Un segno?
Lanfranco Nosi
Riccardo Buonaiuti
Municipio Verde
*L'articolo è uscito sul numero di gennaio della rivista Wan Li -Mensile cinese italiano di informazione locale.
nelle foto, da sx a dx, Riccardo Buonaiuti e Lanfranco Nosi
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