“Un atto importante, saggio e atteso dopo i numerosi appelli, rivolti anche dalla LAV, alle autorità UE e agli Stati Membri affinché si oppongano con fermezza a qualsiasi ipotesi di commercializzazione di carne, latte o altri prodotti derivati da animali clonati, vietandone anche l’ allevamento e l’ importazione”.
“Si tratta di una materia sulla quale esistono enormi criticità sia dal punto di vista scientifico che etico: tutte ottime ragioni per opporsi a un simile orrore – prosegue Roberto Bennati - Ricordiamo che ogni ipotesi in questo campo è contro lo spirito del Trattato di Lisbona, il nuovo Trattato dell’UE siglato il 13 dicembre 2007 e in vigore dal prossimo 1° gennaio, che finalmente riconosce giuridicamente gli animali come esseri senzienti e impegna l’UE e gli Stati Membri a tenere pienamente conto delle esigenze del loro benessere, formulando e migliorando le relative politiche. Questo impegno non è una semplice dichiarazione di principio, ma deve concretizzarsi in ogni campo, anche in quello zootecnico e scientifico”.
Sul piano scientifico, inoltre, la LAV definisce allarmanti i risultati resi noti in materia di clonazione animale: sia quelli recenti dell’Efsa (“ogni 100 animali clonati, 40 presentano problemi di salute, una percentuale che può essere ancora superiore per i cuccioli di meno di sei mesi”), che il precedente studio basato su dati INFIGEN (una delle multinazionali clonatrici) e su studi di Atsuo Ogura del National Institute of Infectious Diseases di Tokyo, secondo cui il 75% degli embrioni animali clonati muore entro i primi due mesi di gravidanza e il 25% nasce morto o con deformità incompatibili con la vita; da 100 cellule di partenza, mediamente una sola diverrà un animale “adulto e sano”.
03 settembre 2008
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