Corteo a Roma, fumogeni all'Altare della Patria
ROMA - Palloncini di vernice, uova, petardi, fumogeni, bottiglie, scarpe, contro le vetrine di banche, di un'agenzia immobiliare, del ministero della funzione pubblica, diretto da Renato Brunetta, e scritte, molte firmate con l'A di anarchia sui muri. Sono il segno del passaggio di un gruppo di ragazzi, con i volti coperti da passamontagna e caschi lungo via Cavour e piazza Venezia, dove sono stati lanciati fumogeni contro l'Altare della Patria, che hanno partecipato nel pomeriggio alla manifestazione dei sindacati di base svoltasi nel centro di Roma, da piazza della Repubblica a piazza Navona contro il G14 previsto da domani a martedì nella capitale. In tutto sono state danneggiate due filiali di Unipol, una di Carim, di Banca Intesa SanPaolo e dell'immobiliare Pirelli. Contro l'Altare della Patria sono stati lanciati quattro fumogeni finiti nelle aiuole che delimitano il monumento, mentre uno ha oltrepassato la cancellata e il cordone di forze dell'ordine schierate in tenuta antisommossa intorno al Vittoriano. Momenti di tensione tra polizia e manifestanti si sono verificati in piazza dell'Esquilino quando alcuni giovani si sono staccati dal corteo per andare a colpire con un'azione dimostrativa la sede della società assicuratrice al centro di una polemica a Roma per aver messo in vendita alcuni appartamenti dove abitano inquilini in affitto, in via Pincherle. Ma la situazione è tornata alla normalità nel giro di pochi minuti. Una manifestazione, autorizzata, che è si è contraddistinta per essere divisa in tre netti tronconi: il sindacalismo di base (Cobas, Rdb e Sdl) tra cui alcuni vigili del fuoco in divisa, che ha aperto il corteo con uno striscione con la scritta "Voi G14 con i responsabili della crisi; noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari". Il secondo troncone, partito dall'università La Sapienza e dalla stazione Tiburtina, era composto da studenti ed universitari dell'Onda; il terzo dai movimenti per la casa ed i centri sociali, con la nutrita presenza di immigrati. Quest'ultime due parti del corteo hanno manifestato anche contro il protocollo che disciplina i cortei nella capitale e sotto il Campidoglio hanno urlato improperi contro il sindaco di Roma Gianni Alemanno che "difende i fascisti". I giovani hanno rivendicato, spesso nel corso del corteo, il fatto che il protocollo, definito "un'infamità" da oggi "non vale niente" visto che hanno potuto sfilare da Porta Pia e dall'Università La Sapienza, senza la presenza di forze dell'ordine. E proprio la scelta di non intervenire, anche durante il percorso centrale del corteo che ha attraversato strade off limits, ha consentito che una manifestazione "a rischio" non sia sfociata in incidenti. Tra i manifestanti, 50 mila secondo gli organizzatori, anche alcuni politici come il segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero, l'esponente della Sinistra Paolo Cento, Russo Spena, il consigliere regionale del Lazio Luigi Nieri ed il consigliere capitolino Andrea Alzetta. "Una manifestazione - ha commentato Ferrero - che ha chiesto al governo di cambiare politica visto che sino ad ora ha fatto solo gli interessi di chi la crisi l'ha provocata e non dei lavoratori che la stanno pagando". Molti i temi affrontati dagli striscioni: "Boicotta Israele", "No Welfare no party", "Contro la crisi crea indipendenza diffondi cospirazione". Lungo via Cavour i manifestanti hanno calato una enorme bandiera della Palestina ed il corteo si è fermato urlando "Palestina Libera". Alla fine tutti in piazza Navona, dove si sono svolti alcuni interventi, tra la curiosità dei molti turisti presenti.
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