TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 28 marzo 2009

Prato. Numeri e dinamiche dell'occupazione

A ben vedere i dati che riportano i quotidiani, non solo c'è da preoccuparsi del calo dei lavori a tempo indeterminato e l'aumento del tempo determinato, oltre al saldo occupazionali negativo nel tessile - che ci si poteva pure aspettare - ma anche per l'incremento nell'utilizzo dei giovani, che di solito vuol dire un aumento del "precariato" costituito dai contratti di inserimento (gli ex "formazione lavoro"), per i quali andrebbe analizzato il tasso di trasformazione. Il rischio è che, per abbatterei i costi, le aziende preferiscano far uscire dai cicli produttivi personale più avanti con gli anni ed inseriscano "ciclicamente" giovani (con un elevato turnover) per usufruire delle agevolazioni retributive e contributive.
E la tendenza sembrerebbe confermata dal calo massiccio degli occupati tra i 29 e i 39 anni.
Dinamiche che meritano molta attenzione e politiche adeguate, in quanto il calo coinvolge per lo più fasce di età uscite ormai da tempo dai circuiti formativi e che nella loro vita lavorativa non hanno potuto usufruire di particolari occasioni di aggiornamento o ricostruzione dei propri saperi.
Una analisi più approfondita di queste e di altre caratteristiche potrebbe dare strumenti utili per articolare degli strumenti di intervento.
Purtroppo, queste sono strategie di medio periodo, che non possono risolvere l'immediato...

MV


da la Nazione del 28/03/09
Lavoro, un 2008 da incubo Tempo indeterminato -25%

Indagine di Provincia e Asel. Nuovi contratti, calo del 12%
di ROBERTO DAVIDE PAPINI
SE È VERO che un cane che morde un postino non fa notizia, mentre il contrario sì, il rapporto sul mondo del lavoro presentato dalla Provincia non fa decisamente notizia: calano le assunzioni, crollano quelle a tempo indeterminato, crescono i pratesi che vanno a cercare lavoro altrove, il tessile perde posti di lavoro le confezioni cinesi reggono. In realtà, però, la ricerca commissionata ad Asel e curata da Piero Ganugi e Saverio Langianni, nel confermare una tendenza che tutti conoscono o immaginano, dà le proporzioni piuttosto inquietanti del fenomeno, analizzando l’attivazione e la cessazione dei contratti nel 2007 e nel 2008, proporzioni forse ancora peggiori di quanto immaginato. «E’ un’analisi che per la prima volta analizza, al di là dei numeri, le dinamiche di mutamento del mercato del lavoro prendendo in esame i diversi aspetti dell’osservatorio del lavoro», commenta l’assessore al lavoro della Provincia, Paola Giugni. Nel 2008, infatti, gli avviamenti registrano un segno meno di circa il 12%, mentre i contratti a tempo indeterminato hanno avuto una flessione record del 25%. Nel settore tessile, in termini assoluti, c’è un saldo negativo tra avviamenti e cessazioni di 1118 contratti. In questo stesso comparto il saldo del tempo indeterminato è addirittura di - 1254 unità. Nel 2008 gli avviamenti a tempo indeterminato sono stati il 38% (14.164) a fronte del 44,9% del 2007 (18929). Guardando al tempo determinato si osserva una percentuale del 41,9 % (15587) nel 2008, a fronte di un 34,8% del 2007. Sulle altre tipologie il trend negativo è generalizzato: calano del 22,37% quello interinale, del 16,62% quello a progetto e del 10% l’apprendistato.

CERTO, a voler vedere per forza un fattore positivo, si potrebbe citare con un certo sforzo il saldo totale tra attivazioni e cessazioni che nel 2008 è stato di 956. Dato positivo fino a un certo punto, visto che nel 2007 il saldo positivo era stato di 4mila 554, che metà di questi nuovi contratti derivano dal settore delle confezioni cinesi, una parte consistente sono nel pubblico impiego (compresa la scuola dove con le supplenze c’è un’alta ripetitività di contratti per una persona sola) , c’è un aumento netto i rapporti di lavoro a tempo determinato e i part time, mentre il peso importante nel settore della ristorazione fa pensare (soprattutto nel catering) a più contratti di lavoro per uno stesso soggetto nell’arco dell’anno. Anche la crescita di contratti a giovani sotto i 25 anni è positivo fino a un certo punto. Infatti, ha come contraltare l’esclusione dal mondo del lavoro degli ultraquarantenni che sono stati licenziati o sono in cassa integrazione.

COME detto, l’analisi dei vari settori, conferma la tendenza di tenuta del settore dell’abbigliamento e quindi delle confezioni cinesi: il saldo, per loro è positivo con 456 attivazioni in più rispetto alle cessazioni. Un approfondimento sull’abbigliamento indica che l’87% dei contratti attivati riguarda cittadini cinesi. Di questi il 66% sono part time e questo fa sorgere un sospetto manifestato dall’assessore Giugni: «Mi chiedo se non sia un modo per mascherare il tempo pieno...». e l’84% a tempo indeterminato. A reggere sono anche i comparti dei servizi alle imprese (+193) e di quelli alla persona (+379). Bene anche il pubblico impiego, il commercio e la ristorazione che insieme hanno un saldo positivo di 1190, mentre costruzioni (-172) e maglieria (-133) seguono il trend negativo.
Dati del 2008, abbiamo detto, il che rende ancor più inquietanti le prospettive di questo 2009, come osserva Giugni : «Se pensiamo che nei primi due mesi di quest’anno il numero delle aziende che hanno chiesto la cassa integrazione è stato pari al 50% del totale del 2008...».


da il Tirreno del 28/03/09
Crollo dei contratti a tempo indeterminato

Il lavoro non si trova più e la stabilità diventa un sogno

Il 25% in meno di lavoratori ha trovato il posto fisso mentre in 1.118 non hanno trovato alcuna occupazione

PRATO. Contratto a tempo indeterminato, beato chi lo ha avuto nel 2008. Sì perchè a giudicare dalla fotografia scattata dall’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro (con la collaborazione di Asel), lo scorso anno i lavoratori col posto fisso sono stati 576 in meno rispetto al 2007, con un picco di diminuzione del 25 per cento che ricade soprattutto sul tessile. E’ il settore trainante del distretto, infatti, la maglia nera dei contratti a tempo indeterminato con un saldo negativo di 1.254 addetti, mentre la differenza tra avviamenti e cessazioni è di 1.118 unità. Un bollettino di guerra sul quale l’assessore provinciale al Lavoro Paola Giugni ieri mattina scuoteva la testa.
«Questo crollo del tempo indeterminato sta a significare un’erosione dello zoccolo duro su cui si fondava la forza occupazionale del distretto. Viceversa, si assiste a una progressiva precarizzazione del lavoro dovuta anche al boom dei lavoratori cassintegrati nei primi mesi del 2009».
Part time sospetto. L’abbigliamento rappresenta l’unica nota consolante di questa drammatica realtà con un saldo positivo di 456 unità.
«Ma si tratta di contratti part time che il più delle volte celano situazioni di evasione fiscale diffusa», fa notare l’assessore Giugni.
La percentuale dei lavoratori inquadrati con questa formula è del 66,4%, ma il fatto che nell’abbigliamento i cinesi rappresentino circa l’87% degli avviati lascia pensare che i titolari del part time in questo comparto abbiano quasi tutti gli occhi a mandorla.
Movimenti di personale. C’è chi assume, c’è chi licenzia. Di sicuro c’è una grossa movimentazione di lavoratori (pari al 75%), ma potrebbe trattarsi di assunzioni o licenziamenti. Consolante il fatto che il saldo si mantenga positivo con 956 contratti nel 2008 (4554 nel 2007). Una tenuta che si spiega anche con la concentrazione degli avviamenti nell’abbigliamento, legandosi in tal modo alla presenza cinese in questo settore. Dunque è grazie a questi ultimi se la bilancia del mercato del lavoro si è mantenuta attiva nel 2008? La risposta arriva da Piero Ganugi che insieme a Saverio Langianni di Asel ha curato al ricerca. «Il vero problema - fa notare Ganugi - è la mancata integrazione della filiera tessile, per cui il lavoro dei cinesi rimane comunque un mondo parallelo estraneo ai pratesi».
La fuga a Firenze e Pistoia. Nel 2008 è raddoppiato il numero dei contratti dei pratesi che hanno scelto di lavorare fuori provincia, spostandosi verso Firenze e Pistoia.
«Ma bisogna capire se queste quantità dipendono dai fiorentini che hanno deciso di vivere nella nostra città», fa osservare l’assessore Giugni.
Servizi a gonfie vele. Che siano alle imprese o alla persona, nel 2008 i servizi hanno attratto rispettivamente 355 e 379 lavoratori. Sorridono anche il settore pubblico, la scuola, il commercio e la ristorazione che generano un saldo positivo di 1.190 contratti. Una curiosità: nella ristorazione sono le ditte di catering a assumere il maggior numero di personale.
Giovane è bello. Lavorativamente parlando nel 2008 non è andata male per i pratesi sotto i 25 anni: rispetto al 2007, il saldo è positivo del 5,47% (6.592 addetti, pari al 17,7% del totale). Il calo più preoccupante dei contratti riguarda invece la fascia dei lavoratori dai 29 ai 39 anni, con un saldo negativo del 17,36% rispetto ai 12 mesi precedenti.
Maria Lardara


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