E forse, ci permettiamo di dire, occorrerebbe uno sforzo ancora maggiore:la volontà sembra esserci da entrambe le parti!
MV
da la Nazione del 27/03/09
Indagine sulle rimesse cinesi E caccia ai clandestini nelle case
Ecco il piano della task force anti illegalità. Stop a 120 ditte
SCACCO A 120 DITTE cinesi in sei mesi, con una forte accelerazione nel primo trimestre dell’anno e nessun ricorso, 40 capannoni dichiarati inagibili con ordinanza del sindaco (altri 20 lo saranno presto), 1.459 macchine sequestrate e provvedimenti di espulsione per 260 clandestini. Funziona la leva individuata dal tavolo tecnico insediato in prefettura per bloccare le ditte illegali cinesi, funziona al punto che ora si stanno studiando altre procedure giuridiche sulla stessa linea d’onda per contrastare il trasporto abusivo di merci, per favorire il corretto conferimento dei rifiuti e soprattutto per evitare che i cinesi che finora dormivano nei dormitori abusivi ricavati nelle ditte si spostino in massa in appartamenti all’interno di condomini. Non solo, la guardia di finanza ha messo nel mirino tre money transfer gestiti da cinesi e ne sta controllando i movimenti, soprattutto dopo la pubblicazione dei dati dell’ufficio cambi della Banca d’Italia sulle rimesse degli orientali: 450 milioni nel 2007 e, si ipotizza, 2 miliardi nel 2008 tra trasferimenti ufficiali e clandestini. Le verifiche anti riciclaggio sono in corso e si sommano a tutta l’attività del 2008 che ha portato i finanzieri in 160 aziende cinesi per un totale di 20 milioni di euro evasi per quanto riguarda le imposte dirette e di altri 6,5 di Iva.
LA CACCIA ai soldi sporchi non sarà l’unica. Mentre continueranno al ritmo di due a settimana i blitz nei capannoni segnalati come sedi di ditte irregolari, un’attività che finora, proprio perché mirata, ha dato il 100% di controlli positivi, la prossima frontiera sono gli appartamenti dove i cinesi stanno andando a vivere via via che vengono smantellati i laboratori abusivi. Sarà la Asl, in questo caso, a muoversi in prima fila andando a cercare le situazioni più a rischio sotto il profilo igienico-sanitario, dal momento che queste case spesso sono così sovraffollate da diventare una sorta di condominio nel condominio. L’obiettivo, quando venga accertata la presenza di clandestini o l’esistenza di condizioni igienico-sanitarie pessime, è arrivare alla confisca dell’immobile così che il proprietario non ne possa disporre. Che le forze dell’ordine, sotto il coordinamento della prefettura, stiano spingendo sull’acceleratore emerge anche da altri numeri. Il questore ieri in prefettura ha parlato di controllare 500 aziende l’anno per contrastare lo sfruttamento dei clandestini ed ha ricordato che l’attività pratese su questo fronte è il 40% di quella regionale. In più l’ufficio immigrazione sarà aperto anche nel centro multifunzionale di via Puccini.
I carabinieri (12.800 chiamate al 112 l’anno scorso) nei primi tre mesi dell’anno hanno invece controllato tante aziende, 60, quante in tutto il 2008, trovandone irregolari otto su dieci. Non solo, da gennaio sono stati fotosegnalati 475 clandestini a fronte dei 989 del 2008, mentre i Nas hanno effettuato a Prato 434 ispezioni sequestrando immobili e merce per 17 milioni. E se la polizia municipale sarà fondamentale per contrastare il trasporto abusivo di merci, qualcosa si muove anche sul fronte della sicurezza sul lavoro. Pare che adesso gli imprenditori cinesi siano più attenti alle pratiche anti-incendio, tanto che se nel 2006 i vigili del fuoco avevano formato solo 9 lavoratori, l’anno scorso il numero era salito a 157 mentre quest’anno siamo a 51.
Leonardo Biagiotti
da il Tirreno del 27/03/09
E ora lucchetti alle case-dormitorio
Giro di vite sui controlli. Da oggi sanzioni per gli alloggi sovraffollati
Dopo le fabbriche cinesi nel mirino gli appartamenti. Il questore Savi: «Nel 2009 faremo verifiche in 500 aziende»
PRATO. E dopo i lucchetti ai capannoni abusivi vennero quelli agli appartamenti dormitorio. Probabilmente non sarà confisca, visto che dettare legge in casa altrui è un problema, ma di sicuro si annunciano tempi duri per i proprietari degli immobili che versano in condizioni di degrado e sovraffollamento. D’ora in poi, infatti, toccherà all’igiene pubblica dell’Asl proporre al sindaco un’ordinanza restrittiva (in pratica una sanzione) a carico del proprietario dell’immobile.
Provvedimenti che ovviamente saranno presi dopo aver fatto tutti gli accertamenti nei condomini con situazioni di convivenza tra inquilini al limite dell’inverosimile. Un fenomeno in crescente aumento tra i cinesi, conseguenza dell’attività repressiva svolta all’interno dei capannoni industriali.
«Non parlerei di confisca, piuttosto si tratta di mettere a punto delle misure che possano bloccare la disponibilità degli appartamenti per il proprietario in base agli strumenti normativi e legislativi in vigore», ha sottolineato il questore Domenico Savi nel corso della riunione di ieri mattina del tavolo tecnico di prefettura, convocato insieme alle altre forze dell’ordine (Carabinieri, Guardia di finanza, Vigili del fuoco e Polizia municipale) per fare il punto della situazione sugli ultimi interventi di contrasto dell’illegalità.
Cinesi disorientati. E mentre per oggi è previsto il primo di test di verifica su un appartamento “a rischio” sperimentando una nuova ordinanza comunale di tipo sanitario («maggiori dettagli saranno forniti nei prossimi giorni», promettono in prefettura), parole rassicuranti sul livello di legalità sul territorio sono giunte dal prefetto Eleonora Maffei. «Vorrei tranquillizzare i pratesi che grazie al coordinamento del tavolo tecnico le forze dell’ordine stanno lavorando al meglio per garantire il rispetto delle regole. E i risultati lo dimostrano, tanto che la comunità cinese appare sempre più disorientata e inizia a recepire la necessità di osservare le norme».
Interventi in cifre. Significativi i numeri sull’attività del tavolo tecnico dal suo avvio (11 settembre 2008) fino al 15 febbraio di quest’anno: dichiarata l’inagibilità per 40 capannoni, cessata l’attività di 120 aziende (tutte cinesi, solo una italiana), messi sotto sequestro 1459 macchinari e decretata l’espulsione per 260 clandestini. Nessun ricorso segnalato, nessun caso di recidività da parte di queste aziende. «Tali risultati sono possibili grazie anche ai nuovi poteri di ordinanza dei sindaci», ha sottolineato il primo cittadino Marco Romagnoli. Ma il bello dovrà ancora venire in tutto l’arco del 2009 se è vero che, come ha dichiarato il questore Savi, «sono previsti in tutto controlli per un totale di 500 aziende, con un impiego massiccio di risorse che va nella direzione di affermare il principio di legalità sul territorio, senza alcuna volontà vessatoria. Non è un caso che sul contrasto dell’immigrazione clandestina a livello regionale la realtà di Prato si colloca al 40% per i risultati ottenuti».
Avanti con i controlli. Non solo capannoni e appartamenti. Sotto la lente d’ingrandimento del tavolo tecnico di prefettura ci sono anche il settore del trasporto merci abusivo e il conferimento dei rifiuti da parte delle aziende. «Stiamo pensando di mettere in campo ulteriori strumenti di contrasto anche su questo duplice fronte. Fondamentale, comunque, è che i nostri interventi sfocino in provvedimenti non attaccabili ed eseguibili immediatamente», ha concluso il prefetto Maffei.
Maria Lardara
Un corso di diritto italiano in Prefettura
Dopo le lezioni di sicurezza dai vigili si punta a insegnare le norme
PRATO. Gli imprenditori cinesi vanno a scuola dai pompieri di Prato.
Per sapere tutto su prevenzione e sicurezza antincendio, come si addice a ogni proprietario di azienda che si rispetti: secondo i dati forniti dal corpo provinciale dei vigili del fuoco, nel 2008 sono stati 127 i titolari dagli occhi a mandorla che hanno seguito il corso di formazione obbligatorio, nel 2007 erano stati 47 e nel 2006 solamente 9.
E i primi mesi del 2009 fanno ben sperare in una grande partecipazione, visto che 51 imprenditori cinesi stanno frequentando un nuovo corso che è partito di recente.
«Questo trend di crescita - ha sottolineato il prefetto Eleonora Maffei nel commentare i dati forniti ieri mattina - è significativo perché evidenzia una progressiva volontà di regolarizzazione da parte delle imprese orientali. Non è un caso che, parallelamente alle attività di contrasto, stiamo anche predisponendo un pacchetto di misure aggiuntive per aiutare gli imprenditori a integrarsi meglio sul territorio, come la possibilità per loro di seguire dei corsi sul diritto italiano che la prefettura pensa di organizzare per i prossimi mesi».
Non finisce qui.
Un occhio di riguardo sarà posto sulle attività del centro interforze di via Puccini per il disbrigo delle pratiche amministrative e lo sportello di consulenza destinata agli utenti originari della Cina.
«Anche loro devono sentirsi sicuri e parte integrante del territorio - ha fatto notare il prefetto - è sono certa che il principio di legalità sta anche a cuore di questi cittadini che devono avere i maggiori strumenti possibili per conoscere tutte le leggi che regolano lo Stato italiano».
M.L.
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