TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 28 marzo 2009

Le mani sulla città. La partecipazione conta... eccome!!!

Il testo integrale che verrà distribuito oggi ai partecipanti al town meeting, e ai cittadini durante il volantinaggio in centro...
MV

LA PARTECIPAZIONE CONTA… ECCOME!!!

In poco più di un mese e mezzo, l'Amministrazione comunale ha deciso di far svolgere - nonostante le numerose osservazioni e critiche fatte da comitati ed associazioni - la "seconda fase" del "processo partecipativo" sul Piano Strutturale che si concluderà proprio con il TOWN MEETING.

Cosa scaturirà dal “town meeting”

Le “deliberazioni” che verranno assunte durante l’evento – sulla base della griglia di discussione presentata, e che rischia di condizionare pesantemente le scelte – faranno parte di diritto della relazione che il Garante per il procedimento (il direttore generale del Comune Roberto Forzieri) consegnerà nelle mani dell’Autorità Garante per la Partecipazione, che a sua volta dovrà produrre un atto pubblico.


Questo è un atto fondamentale per il proseguimento del percorso del Piano, visto che la legge regionale sulla partecipazione (L.R. 69 del 2007, articolo 10) prevede chiaramente che :
1. Al termine del dibattito pubblico il responsabile del dibattito consegna all’Autorità un rapporto che riferisce del processo adottato e degli argomenti che sono stati sollevati nel corso del dibattito e delle proposte conclusive cui ha dato luogo. 2. L’Autorità verifica il corretto svolgimento del processo partecipativo, prende atto del rapporto e lo rende pubblico. 3. Entro tre mesi dalla pubblicazione del rapporto, il soggetto proponente (l’Amministrazione comunale, NdR) dichiara pubblicamente se intende: a) rinunciare al progetto o presentarne uno alternativo; b) proporre modifiche al progetto, indicando quelle che intende realizzare; c) continuare a sostenere il medesimo progetto sul quale si è svolto il dibattito pubblico, argomentando motivatamente le ragioni di tale scelta. 4. L’Autorità assicura, anche mediante la pubblicazione sul BURT, adeguata pubblicità al rapporto del dibattito pubblico e alle dichiarazioni del comma 3, che vengono portati a conoscenza anche dei consigli elettivi interessati. 5. La pubblicazione della dichiarazione di cui al comma 3 fa venire meno la sospensione degli adempimenti amministrativi regionali o locali relativi al progetto.

Quindi, al momento della discussione e dell'adozione, da parte del Consiglio comunale, del prossimo Piano Strutturale, il processo partecipativo sullo Statuto del territorio – che si concluderà proprio con il “town meeting” - verrà dato come già acquisito, così come quello sul “quadro conoscitivo”.


Cos’è lo Statuto del territorio, e perché è importante


E’ parte integrante del Piano Strutturale di un comune, così come definito nell'articolo 5 dalla Legge Regionale n° 1 del 2005, che vogliamo riportare integralmente:
1. Gli strumenti della pianificazione territoriale di cui all’articolo 9 contengono lo statuto del territorio. 2. Lo statuto di cui al comma 1 assume e ricomprende, all’interno dello specifico strumento della pianificazione territoriale, le invarianti strutturali di cui all’articolo 4, quali elementi cardine dell’identità dei luoghi, consentendo in tal modo l’individuazione, ad ogni livello di pianificazione, dei percorsi di democrazia partecipata delle regole di insediamento e di trasformazione nel territorio interessato la cui tutela garantisce, nei processi evolutivi sanciti e promossi dallo strumento medesimo, lo sviluppo sostenibile ai sensi degli articoli 1 e 2. 3. Gli strumenti della pianificazione territoriale di cui all’articolo 9 contengono la definizione degli obiettivi, degli indirizzi e delle azioni progettuali strategiche, ai diversi livelli di competenza e di specificazione, tenendo conto dello statuto del territorio. A tal fine, ogni strumento della pianificazione territoriale definisce altresì, nel rispetto delle disposizioni della presente legge, i criteri per la verifica di compatibilità di ogni altro atto di governo del territorio, eventualmente previsto per l’attuazione dello strumento medesimo, con il nucleo di regole, vincoli e prescrizioni derivanti dallo statuto del territorio.

In altre parole, lo Statuto è un vero e proprio "patto fondativo" del Piano, visto che determina le "invarianti strutturali del territorio" che, sempre per definizione, sono:

Le risorse, i beni e le regole relative all’uso, individuati dallo statuto di cui all’articolo 5, (Satuto del territorio, Ndr) nonché i livelli di qualità e le relative prestazioni minime, costituiscono invarianti strutturali del territorio da sottoporre a tutela al fine di garantire lo sviluppo sostenibile. 2. Si definisce prestazione derivante dalla risorsa essenziale il beneficio ricavabile dalla risorsa medesima, nel rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile

e quindi un insieme complesso di elementi che "insistono" sul territorio, non solo in termini di ambiente, ma anche di cultura, economia e società.

Non è un caso che nella Guida Piano del Cittadino e nel Quaderno di accompagnamento del Piano Strutturale vengano definiti con discreta precisione gli ambiti che saranno oggetto di deliberazione durante l'evento - dalle "nuove economie" alle infrastrutture, passando per il centro storico, i parchi, i borghi, etc.
E' evidente che, deliberando sulle "invarianti strutturali", l'inclusione o meno di alcuni elementi in questo insieme determina conseguentemente i limiti dell'intervento successivo di definizione delle strategie del territorio e gli "strumenti urbanistici" adottabili, quindi determinare, giusto per fare un esempio a noi caro, la possibilità di consumo del territorio e delle risorse naturali con nuove edificazioni, piuttosto che impedirlo.

E ora?

Da mesi chiediamo che il processo partecipativo sin qui svolto venga rimesso in discussione, e che si apra un dibattito pubblico AMPIO sui temi “caldi” del futuro della città. Perché un vero dibattito, nella forma e nella sostanza, non c’è stato, nonostante oggi si voglia far credere il contrario.
Da mesi, chiediamo una corretta informazione su questi temi, una diffusione delle conoscenze, la possibilità di articolare proposte alternative da mettere a confronto. Invece, tutta l’attività del Town Meeting sarà in realtà orientata dagli elaborati e dalle proposte dell’Ufficio di Piano, e non dalle idee che potevano emergere – anche conflittuali – dalla cittadinanza.
Una occasione persa di confronto che, in un momento così delicato per Prato – e non solo per le decisioni urbanistiche – poteva costituire la base di un nuovo “patto fondante” della comunità.
E se queste sono le premesse per le tappe successive, non possiamo che essere pessimisti sul futuro della partecipazione e della “democrazia deliberativa” a Prato!

Il Coordinamento dei Comitati Cittadini di Prato, Municipio Verde, Lista civica Giovani e Famiglia, Lista Civica Per il Bene Comune, Lista Civica Prato 5 stelle Amici di Beppe Grillo, Primavera di Prato, Associazione per La Sinistra, Comitato delle Badie, Sinistra RossoVerde

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