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La mer, la fin...

venerdì 29 maggio 2009

Diritti. Rimossa dalla Carfagna la questione della parità Gay.

Sul sito del ministero sparito ogni riferimento alla lotta contro l'omofobia
Eliminata anche una commissione per i diritti delle persone GLBT



Pari opportunità, ma non per i gay

Carfagna cancella la pagina web

Il dicastero: "Era stata istituita dal precedente ministro, l'attuale non ha ritenuto di mantenerla" L'Arcigay: "E' evidente che manca la volontà politica di affrontare la questione"
di MARCO PASQUA

ROMA - Pari opportunità per tutti, ma non per i gay. Sembra essere questo il messaggio che arriva dalla nuova versione del sito del ministero delle Pari opportunità. Versione presentata ufficialmente al Forum P. A. lo scorso 14 maggio. Ma rispetto a quella precedente, manca ogni riferimento alla lotta all'omofobia. Vengono citate varie categorie di persone soggette a discriminazioni, dai disabili alle donne, passando per i bambini contesi. Nessun riferimento ai gay. Non solo: Mara Carfagna ha anche deciso di cancellare una commissione per i diritti e le pari opportunità delle persone GLBT, istituita dalla precedente ministra, Barbara Pollastrini. "Non è stata ritenuta prioritaria", fanno sapere dal ministero. Per Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, "La Carfagna dovrebbe dimettersi: il suo ministero non ha fatto nulla per le persone GLBT".
Quando al ministero era in carica la Pollastrini, era stata creata una pagina web in cui veniva riportato l'elenco dei gruppi vittime di discriminazione, per motivi religiosi, di disabilità, per la razza e, infine, per l'orientamento sessuale. "Stereotipi e pregiudizi nei confronti di omosessuali, transessuali e bisessuali - si leggeva, tra le altre cose, nella sezione dedicata - sono ancora radicati culturalmente, ma l'orientamento sessuale appare ancora oggi un fattore di discriminazione anche sul piano normativo".
Citando un rapporto europeo, veniva riferito che "le discriminazioni sull'orientamento sessuale sono diffuse, secondo il 73% degli italiani". Di quella pagina, oggi, si è persa ogni traccia e, anche utilizzando il motore di ricerca interno del sito, non si trovano riferimenti alla lotta all'omofobia.
Sparisce anche ogni documento relativo alla Commissione per i diritti e le pari opportunità per lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Istituita nel 2007 dalla Pollastrini, secondo un apposito decreto doveva rimanere in carica per tre anni. "La commissione - si spiegava nel documento istitutivo, oggi sparito dal sito - fornisce consulenza e supporto tecnico-scientifico nell'elaborazione e nell'attuazione delle politiche per i diritti e le pari opportunità per lesbiche, gay, bisessuali e transgender. La commissione elabora proposte di provvedimenti da adottare al fine di rimuovere suddette cause di discriminazione ed ogni effetto pregiudizievole ed elabora studi e ricerche in materia".
Secondo quanto riferisce l'ufficio stampa del ministero, "quella commissione era il risultato di un decreto di Gabinetto, e non era prevista da nessuna disposizione normativa. Si era riunita una volta sola, ed è decaduta insieme al governo Prodi. Il ministro Carfagna non ha ritenuto di mantenerla".
Tuttavia, nelle motivazioni che portarono alla sua creazione, da parte della Pollastrini, si partiva da alcune importanti risoluzioni e direttive europee in materia. Tra queste: la risoluzione sulla "Parificazione dei diritti di gay e lesbiche nella Comunità Europea" adottata dal Parlamento europeo nella seduta dell'8 febbraio 1994; la raccomandazione dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa n. 1117 del 1989 sulla non discriminazione delle persone transessuali; infine, la risoluzione "Sulla parità di diritti per gli omosessuali nell'Unione Europea" adottata dal Parlamento europeo nella seduta 17 settembre 1998. Decisioni europee, il cui fine era chiaro: lotta contro l'omofobia e le discriminazioni dei gay.

Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, non si stupisce: "E' evidente che non c'è la volontà politica di affrontare la questione delle discriminazioni verso i gay e come associazione non ci meravigliamo di questo comportamento da parte della Carfagna. Il ministro non ha mai voluto affrontare con le associazioni l'argomento omofobia e non ha mai fatto nulla. Mentre con alcuni ministeri, come quello della Gioventù o della Salute, abbiamo rapporti istituzionalmente corretti, con la Carfagna non siamo mai riusciti ad interagire. Persino Stefania Prestigiacomo, quando fu ministro, ci chiamò, anche se poi concretamente non fece nulla. Per noi, un ministro delle Pari opportunità che non si occupa delle pari opportunità dei gay, si dovrebbe dimettere".
La replica del ministero: "La pagina relativa alla lotta alle discriminazioni era stata inserita nel 2007 dal precedente ministro, nell'ambito dell'anno europeo delle pari opportunità, e rimossa a inizio 2008". Pochi mesi fa, in realtà, era presenta un link tramite il quale era ancora raggiungibile. Quanto all'assenza di ogni riferimento alla lotta all'omofobia, il ministero conferma e dice: "Se ne sta occupando il Parlamento, nella persona del deputato del Pd, Anna Paola Concia, anche per conto del Pdl".
Chiamata in causa Concia commenta: "Dal momento che il Parlamento da circa un anno sta lavorando a una legge contro l'omofobia è inspiegabile che il ministro Carfagna abbia cancellato dal sito del ministero ogni riferimento alla lotta contro le discriminazioni omosessuali".
Più dure altre reazioni. Musacchio (Sinistra e libertà) dice: "La Carfagna si allontana dall'Europa". Imma Battaglia, presidente di DìGayProject, chiede le dimissioni del ministro. Il Pdci la definisce "un passacarte di una destra illiberale". L'europarlamentare Pia Locatelli, capodelegazione Ps a Strasburgo attacca: "La Carfagna dovrebbe dimettersi perché è chiaramente insensibile al problema della discriminazione".

(27 maggio 2009 repubblica.it)

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