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«La Regione frena i piani casa» Coop abitative e costruttori accusano: fermi i fondi per 2mila alloggi
di MONICA PIERACCINI
da la Nazione 28.05.'09
— FIRENZE —«LA REGIONE non si rende conto che la Toscana è in piena emergenza abitativa. Altrimenti non si spiega il motivo per cui ancora non abbia dato il via all’utilizzo dei 130 milioni già pronti per l’housing sociale». L’affondo arriva da Adolfo Moni, Carlo Sarri e Alessandro Giaconi, presidenti, rispettivamente, di Arcat, Federabitazione Confcooperative e Agci Abitazione Toscana, le tre centrali cooperative che da più di due mesi, ormai, insieme a Ance, Aniem Confapi, Cna costruzioni, Arcpl Legacoop, hanno presentato alla Regione un piano anticrisi che permetterebbe in pochissimo tempo di mettere sul mercato più di 2mila alloggi ad affitto calmierato. E le famiglie potrebbero finalmente tirare un sospiro di sollievo. «In un momento particolarmente difficile, con le banche che chiudono i rubinetti del credito — spiegano i presidenti delle tre centrali cooperative — realizzare in 2-3 mesi così tanti alloggi, da offrire in locazione a prezzi calmierati, sarebbe davvero un’ottima opportunità per i tanti precari e le famiglie che non arrivano alla fine del mese». Per un appartamento di 65-70 metri quadrati, full optional, con posto auto, l’affitto mensile arriverebbe infatti al massimo a 600 euro, circa il 20% delle locazioni al valore di mercato. In più, il piano anticrisi messo a punto dalle associazioni di categoria dei costruttori e cooperative di abitanti, rimetterebbe in moto l’occupazione, dando lavoro a quasi 2mila persone (450 già nel corso di quest’anno, più altre 1.300 entro il 2010).
ENTRANDO nel dettaglio, il piano, presentato a fine marzo scorso alla Regione, prevede di impiegare i 130 milioni di euro — ai quali se ne dovrebbero aggiungere altri 70 nel biennio 2009-2010, provenienti da fondi statali — per tre tipi di interventi, concentrati in particolare nei comuni capoluogo, ad alta tensione abitativa. Il primo intervento consisterebbe nella ristrutturazione e nel recupero di parte del patrimonio residenziale pubblico, attualmente inutilizzato o sottoutilizzato, per un totale di 700 alloggi, che sarebbero immessi sul mercato nel giro di qualche mese e destinati alla locazione a canone sociale.
LA SECONDA proposta, che è anche la più innovativa, prevede di mettere a disposizione dell’housing sociale, a canone calmierato, circa 800 alloggi, attualmente in costruzione o già realizzati, ma rimasti invenduti a causa della crisi del mattone. Terzo e ultimo intervento, la pubblicazione, entro l’estate, di un bando-casa «riqualificazione e affitto», simile a quello già proposto dalla Regione negli anni scorsi (l’ultimo risale al 2005), con attenzione all’housing sociale, ma destinato in particolare alla «fascia grigia» della popolazione, a coloro, cioè, che hanno un reddito troppo alto per le graduatorie pubbliche, ma troppo basso per presentarsi sul libero mercato. Il bando, secondo le stime, consentirebbe di incentivare la costruzione di nuovi alloggi — circa 600 — da realizzare entro il 2012, originando, secondo le stime, 150 milioni di attività edilizia.
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