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La mer, la fin...

giovedì 28 maggio 2009

Prato. Le frodi IVA

Ci ricordiamo tutti della vicenda delle maxifrodi IVA... o no?
MV

da il Tirreno del 28/05/09
Frodi Iva, patteggia anche Paolo Sarti

I principali imputati hanno tagliato fuori l’Agenzia delle entrate
L’Erario aveva chiesto un risarcimento milionario ma dovrà fare una causa civile
PRATO. Alla fine ha patteggiato anche Paolo Sarti. Un anno e due mesi di reclusione, pena ovviamente sospesa, con la garanzia di alcune fideiussioni che copriranno l’eventuale risarcimento milionario chiesto dall’Agenzia delle entrate se il procedimento tributario nei suoi confronti, ancora in corso, darà ragione all’erario.
Si è concluso ieri in Tribunale, senza grande clamore, il processo sulle frodi Iva che nel gennaio del 2007 di clamore ne aveva fatto parecchio, con gli arresti del fiscalista Giampaolo Corabi e degli immobiliaristi Leonardo Lombardi, Leonardo Gacci e Giuseppe Mazzini, accusati insieme ad altri 26 indagati, tra cui l’ex presidente dell’Unione industriale Paolo Sarti, di aver messo in piedi una truffa sui rimborsi Iva.
Una truffa che, secondo la prima ipotesi, avrebbe generato crediti per 235 milioni di euro.
Alcuni dei principali imputati (Corabi, Lombardi e Mazzini, tra gli altri) sono già usciti dal processo pagando (alcuni) e patteggiando.
Ieri è finita anche per gli altri (residuano solo tre posizioni marginali), sempre col patteggiamento. Paolo Sarti, difeso da Alessandro Traversi, come detto ha patteggiato una condanna a un anno e due mesi ma non ha tirato fuori un euro, almeno per ora. Per lui, dopo l’iniziale rifiuto, c’era il consenso della Procura al patteggiamento, in quanto nel procedimento tributario avviato dall’Agenzia delle entrate ci sono delle fideiussioni che coprirebbero l’eventuale risarcimento.
Leonardo Gacci, difeso da Cristina Meoni, ha patteggiato un anno e sei mesi. Lui però, com’era già accaduto per l’ingegner Lombardi, ha dovuto mettere mano al portafoglio. Nel contenzioso con l’Agenzia delle entrate ha fatto un “accertamento con adesione” e si calcola che abbia sborsato circa un milione e mezzo di euro.
L’ex calciatore Pier Luigi Bertini se l’è cavata con una pena pecuniaria (4.960 euro), idem per il ragioniere Leonardo Colombari, mentre Giovanni Lombardi, fratello di Leonardo, ha patteggiato una condanna a dieci mesi.
Restano da definire le posizioni del pratese Fabrizio Colombari, del viareggino Marco Becattini e del pesarese Alberto Bevacqua, ma si tratta di figure ritenute secondarie.
Quel che più conta, letteralmente in soldoni, è che decidendo di patteggiare, i principali imputati hanno tagliato fuori, almeno per ora, l’Agenzia delle entrate, che alla prima udienza del processo davanti al collegio presieduto dal giudice Paternostro, a latere Scionti e Guida, aveva chiesto un risarcimento di alcune decine di milioni di euro per danni materiali e di immagine.
Questa spada di Damocle ha convinto molti, quasi tutti, a venire a patti con la giustizia. In cambio però l’Agenzia dovrà rinunciare al risarcimento, che non è previsto in caso di applicazione concordata della pena, cioè il patteggiamento.
Ora l’Erario ha una sola strada per rientrare in possesso del denaro che si suppone illecitamente fatto sparire: intentare una causa civile. Ma come ben si sa è una strada lunga e difficile. I tempi si allungheranno e nessuno può sapere come andrà a finire.
Nel procedimento tributario ancora pendente nei confronti di Paolo Sarti, invece, sono in ballo una ventina di milioni. L’Erario conta di recuperarli, se vincerà in giudizio, grazie alle fideiussioni.
P.N.

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