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No all’eolico in Calvana, sì al fotovoltaico Ambiente, lavoro e cultura: ecco le priorità di Lanfranco Nosi «Per noi è netto il rifiuto all’inceneritore. Serve la raccolta porta a porta»
PRATO. Nove interviste ai nove candidati alla presidenza della Provincia per far conoscere i principali contenuti dei loro programmi in vista del voto del 6 e 7 giugno prossimi. Cominciamo oggi con Lanfranco Nosi, il candidato della lista “Sinistra rosso verde” che vede la “sua” Provincia come un’istituzione necessaria ma più snella per farla funzionare al meglio.
In che modo la Provincia può contribuire al rilancio dell’economia del distretto?
«Il punto di partenza è che il tessile così come è stato nella storia di Prato è ormai morto. E’ una struttura non più riproducibile. Quanti soldi si sono spesi in questi anni inseguendo il tessile di qualità o attraverso gli ammortizzatori sociali? L’età dell’oro è finita e non possiamo più immaginare che dia quell’occupazione avuta tra gli anni ’50 e gli anni ’80. Dobbiamo attenuare l’impatto negativo. La Provincia può aiutare queste persone ad avere nuove competenze sfruttando la loro eccezionale manualità: bisogna riscoprire la dimensione artigianale creando un circuito di economie locali. Come si fa a rianimare il centro storico con le botteghe artigianali se non esistono più gli artigiani? La Provincia può anche aiutare i lavoratori a rimettere in moto la loro azienda in crisi, magari mettendo su una cooperativa. Questa avrebbe potuto essere anche una soluzione per la Recoplast».
Quali sono le infrastrutture sulle quali concentrare gli investimenti?
«Indispensabile, in via preliminare, uno studio sulla mobilità che analizzi i flussi nella nostra area. Non sappiamo come e dove si spostano i pratesi. La priorità deve essere una metropolitana di superficie sull’asse Firenze-Prato-Pistoia, ma non in parallelo alla declassata, che colleghi bene i comuni della Piana e sia integrata col trasporto pubblico locale. Bisogna investire soprattutto nei collegamenti fra comuni: tra Prato e Poggio a Caiano, tra Prato e Montemurlo. Spostarsi fra questi comuni è ancora difficile. Siamo invece contrari alla bretella Valbisenzio-Mugello e riteniamo inutile la terza corsia autostradale».
Il turismo può essere una leva per l’economia locale?
«Sì, il turismo più qualificato può dare risorse importanti ma non come altri settori. Bisogna avere idee innovative: la nostra proposta è quella di creare un centro culturale cinese, sul modello dell’istituto arabo parigino, magari all’ex Banci o nel Macrolotto zero. Certo Prato ha potenzialità inespresse, vedi il parco archeologico di Gonfienti o il museo Pecci. Ma è l’intero sistema museale che avrebbe bisogno di essere rivisto».
Parliamo di ambiente. Quali sono i vostri punti fermi?
«Siamo contrari all’energia eolica in Calvana. Siamo invece favorevoli alle energie rinnovabili: sì ai pannelli fotovoltaici sui tetti dei fabbricati ma non alle Pantanelle. Al centro del nostro programma ci sono però la creazione del parco naturale della Valbisenzio, unito al Monteferrato, con particolare attenzione al fondovalle in questi anni troppo cementificato, del parco agricolo e del parco archeologico. Il tutto nell’ottica di recupero del territorio già troppo consumato. No, insomma, agli scempi stile multisala di S. Giusto. E, infine, sui rifiuti la nostra posizione è netta: no all’accordo sull’inceneritore: né a Case Passerini né altrove. Sì invece alla raccolta porta a porta estesa a tutta la provincia».
La Provincia in questi anni ha speso molte risorse per riqualificare i palazzi del centro storico: è una strada ancora da seguire?
«La crisi impone altre scelte. Se ci sono risorse utilizziamole per aiutare le famiglie. Noi siamo per il minimo sociale garantito al di sopra dei 18 anni».
Giovanni Ciattini
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