MV
da il Tirreno del 27/05/09
L’obiettivo di Messina: salvare il tessile
Un operaio punta alla poltrona della Provincia con Rifondazione
«Agricoltura, turismo e energie alternative sono le altre priorità»
Dalla fabbrica alla poltrona della presidenza della Provincia. Perché ha scelto di scendere in politica?
«Ho deciso di candidarmi con l’unico partito che difende gli operai per essere un loro portavoce. Lavoro nel tessile da 24 anni e posso dire di aver vissuto la crisi di questo distretto sulla mia pelle. Negli ultimi tempi ho visto tanta gente piangere per aver perso il posto, tanti colleghi e amici. La rabbia di vedere andare distrutti tutti i loro progetti e quelli delle loro famiglie mi ha spinto a chiedermi se sia stato fatto davvero il possibile perché ciò non accadesse».
Per il rilancio del tessile cosa propone?
«Prima di tutto bisognerebbe riuscire a far arrivare i contributi dal governo perché non credo sia giusto abbandonare questo distretto alla sua lenta agonia. E poi ci sono ancora tante aziende virtuose interessate a investire nel tessile, cerchiamo di valorizzarle».
E la diversificazione?
«Sono d’accordo, ma ci vogliono anni, non può avvenire dall’oggi al domani. Nel frattempo cerchiamo di conservare quello che abbiamo di buono».
Su quali settori si può puntare per creare nuovi posti?
«Quello agricolo per esempio. Nella provincia l’80% dei terreni è coltivabile. Prima i campi sono stati abbandonati per andare a lavorare in fabbrica, ora credo sia arrivato il momento di recuperarli. Penso alle zone di Carmignano e Montemurlo per l’olio e il vino. Ma anche all’agricoltura biologica».
Altre idee per il rilancio del distretto?
«Investire sull’energia alternativa. Nel nostro programma abbiamo inserito il progetto del distretto ambientale: l’idea è quella di partire dai rifiuti per sfruttare l’energia rinnovabile. Prato è la capitale del riciclo. Con il recupero degli stracci ha costruito la sua fortuna».
Il turismo può rappresentare un’opportunità?
«Certo. Basterebbe fare proposte o semplicemente valorizzare quel che abbiamo. Mi immagino che Prato sarebbe, se la zona di Gonfienti diventasse un polo museale collegato da un percorso agli insediamenti etruschi di Carmignano».
La Provincia in questi anni ha investito molti soldi per riqualificare i lavoratori in settori diversi dal tessile attraverso la formazione: è un percorso valido?
«Tutto serve. La Provincia in questo senso può dare un’opportunità ai giovani e allo stesso tempo aiutare i fuoriusciti dal tessile a riqualificarsi per arrivare all’età della pensione conservando almeno la dignità».
Barbara Burzi
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