TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 26 maggio 2009

Prato. Dica trentatré...

... al mese! Questa, grossomodo, la media mensile di chiusure di aziende artigiane nel comparto tessile nei primi tre mesi di quest'anno!
Da sole, costituiscono quasi il 75% delle attività chiuse nello stesso periodo.
Ma il solo "resistere" non può essere la parola d'ordine! Finché non si individuerà una strada (o più strade) alternativa alla monosettorialità, più che di resistenza si dovrà parlare di accanimento terapeutico.
MV

da il Tirreno del 26/05/09
Chiuse 100 aziende tessili in tre mesi

E’ allarme tra gli artigiani. «La situazione potrebbe peggiorare»
I numeri della crisi emersi al convegno di Confartigianato
PRATO. In una mattina le nuvole nere che incombono sul futuro del distretto pratese si sono materializzate sotto i suoi occhi. Giusto il tempo di fare una volata da Roma al tavolo di distretto, convocato per ieri mattina, prima di fare il punto sulla crisi con la dirigenza della federazione provinciale e, in particolare, «sul rischio di emergenza di liquidità che incontreranno le le imprese nei prossimi mesi».
Ha ragione a preoccuparsi Giorgio Guerrini, presidente nazionale di Confartigianato, se per la prima volta il totale delle imprese pratesi attive porta un segno meno: è successo nel primo trimestre di quest’anno, quando nel distretto una cinquantina di aziende si è persa per strada.
Quello che spunta spulciando i dati settore per settore, rielaborati da Confartigianato su rilevazione della Camera di commercio, è un vero e proprio bollettino di guerra: sono 94 le imprese tessili scomparse dall’anagrafe della camera di commercio in questo periodo, 15 le imprese di costruzione, 12 le attività di alberghi e ristoranti, 19 le altre attività professionali. Sorridono invece le imprese d’abbigliamento (+127) e le attività immobiliari (+10). «L’anomalia di Prato è sempre stata la sua eccessiva specializzazione settoriale. Se va male il tessile, soffrono anche gli altri settori. Comunque - fa notare Donato Berardi, responsabile ufficio studi di Confartigianato - difficilmente la ripresa arriverà prima della fine del 2010». Le quote dell’export sui prodotti del tessile confermano questo ragionamento: tra il 2000 e il 2008, sono venute meno 940 milioni di euro di esportazioni tessili (-33% dei filati, -39% dei tessuti). E nel 2008, l’export tessile rappresentava l’83% del totale. «Ci aspetta una stagione di potatura per le piccole imprese - annuncia Guerrini - ma dobbiamo salvare il tessuto della pianta. I rami torneranno a fiorire, e i frutti saranno quelli del manifatturiero su cui si fonda l’ossatura del distretto». Il presidente nazionale di Confartigianato ricorre a questa metafora per ribadire che «la tenuta di questo sistema produttivo basato sul manifatturiero è fondamentale per imboccare la strada della ripresa. Dunque occorre fare di tutto per tenerlo in piedi». E in effetti, se nel 2001 le imprese artigiane rappresentavano il 40,7% del totale di quelle pratesi, nel 2008 questa quota si è ridotta al 37,3%, con una perdita tutto sommato contenuta.
La parola d’ordine, in queste condizioni, non può che essere “resistere”. «Il rischio è che se il governo non si dà una mossa adottando quelle misure urgenti che Confartigianato invoca da tempo, come rimuovere gli adempimenti burocratici e liberalizzare il mercato dell’energia per ridurre la bolletta, sarà inferto un colpo mortale all’artigianato. E se un’impresa muore, riportarla poi in vita è letteralmente un miracolo». E tra qualche settimana saranno dolori, quando il fisco busserà alla porta degli imprenditori: «Le imprese saranno chiamate al versamento d’imposta allo Stato. Il rischio è che l’elastico si rompa irrimediabilmente. Chiederemo al governo di adottare la flessibilità opportuna per affrontare situazioni speciali».
Infine, una considerazione sul tavolo di distretto e sui risultati deludenti ottenuti venerdì scorso a Roma: «Forse l’errore è stato quello di voler intraprendere questa iniziativa in fase di campagna elettorale».
Maria Lardara

da la Nazione del 26/05/09
«Liquidità delle aziende a rischio per le tasse»
Guerrini (Confartigianato): «Urgono misure speciali»
«TRA POCHE settimane le aziende saranno chiamate agli adempimenti fiscali, se non verranno prese misure straordinarie, si rischia un’emergenza vera e propria per molte aziende artigiane e medio piccole che hanno problemi di accesso al credito». L’allarme lanciato dal segretario nazionale di Confartigianato, Giorgio Guerrini, al Tavolo di distretto e poi a un convegno di Confartigianato Prato aggiunge inquietudine in una situazione già molto tesa. Ma Guerrini non fa allarmismo, delinea un quadro tristemente reale quando parla del rischio «che si rompa l’elastico per le piccole e medie imprese». D’altronde, i dati forniti ieri da Confartigianato sono da brividi: non cambiano il quadro già ampiamente noto, ma aggiungono ulteriori elementi di pessimismo ,a partire da quel recente -27,8% dell’esportazione di prodotti tessile a livello nazionale nel primo trimestre 2009, che fa prevedere un ulteriore peggioramento (secondo le consuete dinamiche) a Prato. «La criticità di Prato non è diversa da quella di altri distretti, anche se qui è resa più complicata dalla notevole specializzazione del distretto, ovvero da fatto che qui si produce solo tessile e così la crisi del settore si sente di più su tutto il sistema». Guerrini ricorda il ruolo centrale del manifatturiero e delle piccole e medie imprese «che non sono la base solo del distretto pratese, ma di tutto il Paese, visto che in Italia il 99,6% delle aziende ha meno di venti dipendenti».

SUL TEMA dell’accesso al credito Guerrini parla di «vera emergenza per il nostro sistema produttivo» e si chiede «come mai continui ad allargarsi la forbice tra i tassi europei della Bce e quelli che le banche applicano alle aziende». Per il presidente di Confartigianato «è essenziale che il Governo spenda bene le poche risorse che ha a disposizione per sostenere le piccole e medie imprese». Un attacco al sistema delle municipalizzate («occorre liberalizzare i mercati, altrimenti i cittadini continueranno a pagare sempre di più») e un plauso al distretto pratese per aver saputo mettere in piedi il “Tavolo” «con una forte coesione delle componenti istituzionali e socio-economiche», ma su questo tema e sulla delusione dopo l’incontro al ministero della delegazione pratese, Guerrini dice con franchezza il suo pensiero: «Penso che iniziative come queste in un periodo di campagna elettorale siano molto più difficili. E’ innegabile che il fatto che a Prato ci siano amministrazioni di una parte politica e al Governo ci sia l’altra parte politica non aiuti. Probabilmente, in un’altra situazione il ministro sarebbe venuto a incontrare la delegazione pratese».
R.D.P.

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