Oltre duecento senza dimora, e in aumento il numero dei pratesi, che devono affidarsi alle cure della Pubblica Assistenza e della Caritas.
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da il Tirreno del 29/03/09
La discesa all’inferno del manager
Erano imprenditori e professionisti, ora vivono sotto i ponti
Emarginati “di ritorno” il numero è in aumento La Pubblica assistenza vara la “ronda della solidarietà” seguendo l’esempio della Caritas
Una “ronda della solidarietà”, un’esperienza umana forte che a Giacomo, Gabriele, Enrico e Annabella, così si chiamano i volontari che si alternano nel turno delle operazioni, ha aperto un mondo sotterraneo, fatto di sofferenze, storie dolorose di uomini e donne che mai avrebbero immaginato.
Un servizio analogo viene già erogato da tempo dalla Caritas con cui la Pubblica assistenza ha tutta la volontà di collaborare. «Non intendiamo sostituirci al loro lavoro, ma semmai affiancarli nell’iniziativa di tendere una mano a queste persone che vivono sulla strada, sopperendo alla carenza di volontari, soprattutto giovani», chiarisce il direttore della Pubblica assistenza Alberto Gallo.
Non è poi così strano, del resto, che questa associazione non si occupi solo di soccorso ed emergenza visto che, circa trent’anni fa, i locali di via San Jacopo ospitavano un dormitorio pubblico. La Pubblica assistenza lancia a questo proposito un appello: «Vorremmo coinvolgere nuovi giovani volontari pratesi per inserirli in una squadra d’ascolto e di sostegno psicologico in aiuto a queste persone». E anche se di ronde si tratta, seppur declinate in chiave solidale, il termine mutuato dal vocabolario leghista non piace ai volontari della Pubblica assistenza che in questa impresa sono partiti in sordina circa un mese e mezzo fa. «Ma l’obiettivo è quello di potenziare le squadre in modo da poter prestare ascolto ogni sera», spiega Giacomo Cellai, uno dei volontari più attivi, che grazie a questa esperienza ha potuto conoscere il volto vero del disagio in città. Eppure, lui non vuole sentirsi un”salvatore”. «Mi limito ad ascoltare queste persone, offrendo loro una coperta, un caffè e una pacca sulle spalle».
Sono circa 200, secondo la Pubblica assistenza, i senza dimora che popolano l’esercito dei nuovi emarginati di ritorno. Si fanno trovare nell’area dell’ospedale o delle poste di via Martini, in cerca di un riparo per passare meglio la notte.«Non sono più solo immigrati, oggi ci sono anche tanti pratesi che prima della crisi avevano una condizione economica dignitosa», spiega Enrico Gentile, un altro volontario.
E che l’emarginazione sociale a Prato abbia cambiato pelle per effetto della crisi lo dimostrano anche i contatti che ogni giorno riceve la Pubblica Assistenza.
«Non riguardano più solo l’emergenza e il pronto soccorso - fa notare Gabriele Alberti - spesso ci chiamano signore che non possono permettersi di fare la spesa e ci chiedono come fare per avere la tessera dell’Emporio».
Maria Lardara
3 commenti:
Giacomo cellai sei un falso ipocrita
600 euro più buoni spesa bel volontario !!!!
grazie bozzolo!
potevo capire se erano altre persone, ma proprio voi!!!!! persone che allontanano i volontari dalla pubblica cercano di aiutare altri!!!! ipocriti!!!!
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