NEI CIRCHI ELEFANTI OBESI E TIGRI SOTTO STRESS, STUDIO
(ANSA) - ROMA - Gli animali selvaggi al seguito delle compagnie circensi spendono dall'uno al nove per cento del loro tempo a fare esercizi, per il resto sono confinati in strette gabbie, con gravi conseguenze sulla loro salute. Sono le conclusioni del primo rapporto sul benessere degli animali del circo pubblicato sulla rivista Animal Welfare. Lo studio e' stato condotto da ricercatori dell'universita' di Bristol, Gran Bretagna, guidati da Stephen Harris. A soffrire di piu' sarebbero elefanti, leoni, tigri e orsi. Gli scienziati hanno raccolto campioni di saliva da animali di 153 compagnie circensi. Nelle tigri, la quantita' dell'ormone dello stress, il cortisolo, aumenta e resta anormale fino a sei giorni dopo il viaggio e fino a 12 giorni se si tratta del primo viaggio. In media, pero', una compagnia resta fissa solo una settimana e per gli spostamenti percorre circa 300 chilometri. Anche quando la compagnia e' ferma le condizioni degli animali non sono buone. Secondo il rapporto, gli elefanti sono tenuti in gabbie che vanno da sette a 12 metri quadrati e possono muoversi solo di uno o due metri, la lunghezza della catena a cui sono legati. Per la mancanza di attivita' fisica molti pachidermi diventano obesi. Nella savana, invece, un elefante spende dal 40 al 75% del tempo mangiando e si sposta di circa 50 chilometri al giorno. Gli unici animali adatti alla vita del circo sarebbero quelli gia' addomesticati dall'uomo, come cani e cavalli. Qualche paese, come l'Austria, ha gia' preso provvedimenti contro questo sfruttamento bandendo gli animali selvaggi dal circo, ma restano ancora gran parte delle compagnie circensi d'Europa e America. In Gran Bretagna per 10 anni non si sono visti elefanti nel circo, ma tre sono ricomparsi a febbraio.
1 commento:
Circensi e cacciatori,2 facce della stessa schifosissima medaglia,quella dell'inciviltà legata allo sfruttamento degli animali. Sappiano,questi abbietti individui,che non avranno mai vita facile nell'esercizio delle loro vomitevoli azioni.
Fabrizio Bastianoni
(Ceda Onlus-Prato)
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