A Palazzo Novellucci, serata di confronto con i nove candidati a sindaco di Prato, organizzata dal CCC. Cenni e Carlesi legittimati dai comitati ad essere i majors. Paoletti tiene testa su tutti gli argomenti.
La sala gremita a Palazzo Novellucci , nonostante il week end che la calura pienamente estiva rendeva ancora più adatto al relax e allo svago.
Nove candidati sindaci per tre domande capitali uguali per tutti:
1 Cosa intendi farne della Variante urbanistica sull'asse della Declassata? 2 Come la mettiamo con gli inceneritori che spargono diossina nell'aria, nell'acqua e negli alimenti? 3 Quale futuro intendi riservare alle aziende municipalizzate che invece di svolgere un servizio pubblico, sono dei potentati economici in mano ai partiti che fanno affari con i soldi dei cittadini?
Domande puntuali, studiate e circostanziate, forse troppo per una campagna elettorale fatta di allineamenti e sovrapposizioni, dove quattro candidati fra i presenti hanno lavorato a fianco dei comitati e ne condividono ogni istanza e due, Cenni e Carlesi, non avevano certo bisogno di un'ulteriore platea per esprimersi e farsi conoscere.
Nonostante questo qualche sorpresa c'è stata (anche per chi legge MV): prima di tutto un Cenni senza cravatta, garbato e sciolto anche più di altre volte, a suo agio davanti ad un pubblico variegato ma educato, e sostenuto da qualche unità da accompagnamento e applauso. Disposto a tutto sulla carta, come se non fosse il rappresentante del centro destra, cioè lo schieramento del governo nazionale in carica, ma un cittadino libero di seguire il buon senso e il pubblico sentire.
Diversamente è apparso Carlesi, sorvegliato speciale del suo partito (in sala Benedetta Squittieri e diversi mandarini abbronzatissimi della maggioranza uscente) che ha dimostrato già chiaramente di potersi muovere soltanto in continuità con la giunta precedente e di non avere alcun motivo serio per dare una svolta al governo della città.
Opaco il terzo incomodo Milone, spiazzato dalla serietà delle domande e dal modo approfondito di porle. Seccato dello scarso rilievo dato all'unico tema a lui caro, cioè cinesi e paura, si è spento a poco a poco evidenziando la sua particolare inconsistenza politica.
Peccato che da questo balletto a tre, nel quale il globalizzatore (lui stesso lo preferisce a delocalizzatore) ha senz'altro spiccato, non ne potessero approfittare più di tanto i quattro antagonisti degli schieramenti civici e di sinistra che, al termine della parte strutturata del dibattito, sono stati trascurati dal pubblico che ha espresso quasi tutte domande a favore dei due maggiori candidati.
Perfino dichiarati sostenitori del Bene Comune, delle lotte civiche e dei comitati hanno preferito rivolgersi a Cenni e Carlesi concedendo loro ancora spazio e possibilità di prevalere.
Comunque si è potuto vedere un Paoletti sciolto e preparato, pronto su tutti i temi, sui quali per altro aveva lavorato a lungo per e con i comitati, e capace di affondare le sue critiche all'amministrazione uscente nei tempi ristretti del dibattito, non trascurando di proporre una visione diversa del governo locale e accendendo anche qualche riferimento ideale ai principi di uguaglianza e libertà.
Maila Ermini, la pasionaria degli etruschi, sempre in prima linea per la difesa dell'ambiente e per una diversa e radicale politica dei rifiuti, ha denunciato con forza il sistema bloccato della politica culturale e l'esistenza di una "municipalizzata" della cultura che ne impedisce ogni sviluppo vitale.
Anche Fausto Barosco, alfiere dei cittadini contro la partitocrazia, ha convinto del contrario chi riteneva il suo movimento di pura protesta. Preparato e appassionato, aveva il difficile compito di essere il primo a dover rispondere alle domande, ma è riuscito a esprimere la grande ricchezza di elaborazione politica del suo gruppo.
Infine Renzo Bellandi che ha posto sempre l'accento sulla necessità di un rinnovamento sociale e culturale improntato al ridimensionamento degli interessi privati a favore del bene comune e dei problemi dei ceti più deboli. Crisi ambientale e crisi del lavoro, sono per Bellandi due facce dello stesso problema e come tali devono essere affrontati.
Restano inespresse le due domande che Municipio Verde si è portato dietro e ha riportato a casa.
ai comitati
1 Che bisogno c'era di organizzare una nuova tribuna per i due big, che ogni sera hanno le loro sale a disposizione, piene di supporters, denaro e giornalisti al seguito, magari accontentando anche gli altri candidati ma tenendo gli occhi puntati solo su di loro?
ai candidati degli schieramenti antagonisti:
2 Perchè non siete insieme in un unico schieramento che porta avanti unito le tante istanze comuni, frutto di battaglie animate da tutti noi in egual modo? Chi di voi dovrebbe votare, una persona che si definisce ecologista, che crede nella priorità delle politiche sull'ambiente e sulla salute, che aspira a vivere in una città viva, moderna ma sana e libera dai potentati economici di ogni razza e colore?
Per Mv Riccardo Buonaiuti.
6 commenti:
Ahh che domandona la seconda...
Parto dalla piu' facile e sempre secondo la mia modestissima opinione:
1) l' intento era forse quello di mettere a confronto TUTTI i candidati sui temi e sugli argomenti che a noi stanno a cuore e che sappiamo essere cruciali per la nostra città (e non solo) e di evidenziare l' immpreparazione dei soliti noti rispetto a chi questi temi li tratta da sempre: intento probabilmente riuscito ma non completamente a causa della capacità di alcuni candidati di sapersi "trasformare" all' occorrenza ed assorbire opportunisticamente elementi di programma ed argomenti degli altri; in questo senso forse la serata poteva essere stata meglio sfruttata.
Veniamo alla parte piu' difficile:
2) Sempre secondo la mia modesta opinione.
tra cio' che ha impedito la formazione del "polo civico" si possono elencare:
-una certa resuidua diffidenza reciproca (sulle cui motivazioni piu' dettagliate potrò eventualmente esprimermi in un altro momento)
-Anche da parte dei comitati avrebbe potuto esserci maggiore elasticità ed accettare l' opportunità di una federazione di liste (rispetto al Listone UNICO) con la possibilità futura, dopo le elezioni, di arrivare gradualmente ad una unione piu' profoda...
- il fatto che qualcuno non abbia ancora compreso che prendere il 2% ciascuno (per fare un esempio e in particolare riguardante l' ipotesi di FEDERAZIONE) avrebbe significato per ogni soggetto federato mettere il proprio candidato principale in consiglio, oltre al candidato di coalizione e a prescindere da chi appartenesse, risultato che , stando a tutte le dichiarazioni fatte durante il periodo di trattativa, poteva essere pienamente accettabile, solo che ad un certo punto, paventandosi la possibilità che NON potesse essere il PROPRIO il candidato di Coalizione, qualcuno all ultimo momento si e' tirato indietro... persino dalla possibilità di una Federazione di Liste nonostante l' avesse fortemente sostenuta.
-Questioni comportamentali e caratteriali dagli spigoli troppo vivi, scarsa capacità diplomatica, cose che in sede di trattativa possono generare facilmente dei fraintendimenti.
-non posso escludere che qualcuno abbia remato contro avendo da sempre avuto l' intenzione di far fallire il progetto
Alla fine ha prevalso la diffidenza e la sua spinta centrifuga
Come al solito se non si ha il CORAGGIO di accettare il risultato di un confronto basato su delle regole veramente Democratiche, nessuna unione tra soggetti distinti sarà mai possibile
Tuttavia personalmente, a posteriori, valuto la situazione come non del tutto negativa (comunque inevitabile) e possibilmente propedeutica a qualcosa di piu' efficace in futuro; evidentemente non vi erano le condizioni culturali e politiche per poter fare di meglio ma intanto si sono meglio delineate certe circostanze e personalmente questo e' servito a chiarirmi certe situazioni. La strada e' lunga ma non e' del tutto persa, tutto dipenderà dalle reali intenzioni di tutti noi e da quali saranno complessivamente a prevalere.
Scusate, ma non sono d'accordo con il vostro editoriale.
Ieri sera io c'ero.
Maila Ermini, oltre che la pasionaria degli etruschi, ha detto una cosa importantissima:
le partecipate sono fonte di scambio di voti, per il mantenimento dello status quo. Non ha parlato solo del Metastasio.
Il vostro è un editoriale di parte, per il Paoletti che sì, vecchio lupo di mare, parla bene, ma non riesce a convincermi.
Il nuovo per me è Maila, la sua forza, la sua freschezza. Le sue idee.
Credo che molte donne la seguiranno.
Buon lavoro.
Lucia Caprio
Scusate, ma non sono d'accordo con il vostro editoriale.
Ieri sera io c'ero.
Maila Ermini, oltre che la pasionaria degli etruschi, ha detto una cosa importantissima:
le partecipate sono fonte di scambio di voti, per il mantenimento dello status quo. Non ha parlato solo del Metastasio.
Il vostro è un editoriale di parte, per il Paoletti che sì, vecchio lupo di mare, parla bene, ma non riesce a convincermi.
Il nuovo per me è Maila, la sua forza, la sua freschezza. Le sue idee.
Credo che molte donne la seguiranno.
Buon lavoro.
Lucia Caprio
Mi dispiace, ha ragione Lucia Caprio, il vostro editoriale é veramente molto parziale.
Se é vero che Paoletti ha risposto bene a tutti, probabilmente perché qualcuno le domandine gliele aveva passate prima, come a scuola; notoriamente non é un grande oratore, ha idee, ma é fumoso: ieri no, guarda caso...é anche vero che il meeting é stato organizzato tecnicamente abbastanza bene (timing, location and so on..-giusto per scrivere due cose in inglese-) ma le domande sfioravano l'idiozia, fornendo giá la risposta automatica: solo un idiota avrebbe risposto, per esempio alla seconda, : No, non farei i controlli sulle carni e farei mangiare ai miei bambini il pollo diossinico...s'é sfiorata la farsa! Non erano affatto domande 'sorprendenti' ma scontatissime: cosí come scontati sono i comitati. Se poi qualcumo anche di lista civica ha voluto fare domande a Carlesi e a Cenni, ci ha visto giusto: perché Carlesi ha calato le braghe su Gonfienti e l'Interporto con le solite fregnacce del museo e della valorizzaziione e che l'interporto ORMAI C'É (!) e che non si FARÁ NULLA per Gonfienti, cosí come si fará il termovalorzzatore a Passerini, quindi Carlesi almeno si é smascherato; mi sarebbe punta vaghezza di sentire il borghese operaista Paoletti cosa realmente pensa dell'Interporto, per il quale si sospetta, ma solo da noi in convento, che a lui l'Interporto non dispiaccia affatto e che qualche progettino ce l'ha pure lui.
Ha ragione Lucia: Maila Ermini non ha parlato solo di cultura come volete far credere _ Municipio Verde come Nazione e Tirreno?_ quasi che il monotema sia la cultura, ma é l'unica ad aver parlato seriamente di partitocrazia, altro che il Barosco - gli hanno controllato il tasso alcolemico prima del confronto? - all'url_attore, (nel senso di url bloggesco) visionario a cinque stelle,; se dovessi fare una classifica, caro editorialista di Municipio Verde, allora una testa pensante c'é ed é quella di Maila Ermini; gli altri calcolano, urlano, discutono, farneticano, appaiono. Il nuovo, ahivoi, é donna e non é un partito. A noi, in convento, piace proprio. Ma non diteglielo a Ratzinger e alle Misericordie.
Padre Arturo Uno e Due dei Santi Ospizi Vesuviani
Mi sembra esagerato dire che i comitati legittimano i due più forti candidati o che hanno messo in piedi una tribuna per i loro comizi. Sono quello che ha letto la prima domanda, quella sull'urbanistica, e che un po' ha collaborato all'organizzazione della serata. Non mi sembra che nella campagna elettorale ci siano state o ci saranno ancora tante occasioni in cui i candidati sono allo stesso tavolo e soggiaciono alle stesse regole. La parte strutturata è durata due ore, quella delle domande libere mezzora...e se è libera è libera, la si può analizzare e commentare ma non "strutturare" e finalizzare. Se non ci fosse stata forse ora saremmo a scrivere del fatto che i comitati tappano la bocca agli altri cittadini... Senza dubbio la serata poteva funzionare anche meglio, ma forse i comitati sono più bravi a organizzare incontri tematici (per esempio quelli su piazza Mercatale, sulla legalità, sull'informazione, sul trattamento dei rifiuti, che ugualmente hanno riempito palazzo Novellucci di fronte a relatori di assoluto valore: a ciò non accenna né l'editorialista né i salaci commentatori...). Credo che il coordinamento dei comitati abbia reso un buon servizio alla democrazia, se questo vuol dire essere "scontati" o "idioti" ne prendo atto, ma non smetto di fare qualcosina per cambiare la situazione. L'insinuazione che Paoletti conoscesse le domande la trovo infantile e, visto che faccio il maestro da 25 anni, so quel che dico...Intanto aspetto che qualcosa del genere venga organizzato nel convento dei padri vesuviani...
Ci rivediamo quando si saranno spente le luci delle elezioni e allora forse ci conteremo...
Leonardo Pampaloni
Concordo pienamente che il mio post parte da una forzatura (voluta). Si tratta, come Leonardo sa bene, del proseguimento di una discussione in atto in e fuori da MV. Quello che polemicamente (ma credo anche in modo democratico e non offensivo) cerchiamo di contrastare è un atteggiamento di equidistanza e di neutralità da parte dei comitati, nei confronti degli schieramenti in lizza.
Invece quello che l'articolo non dice, ad esempio, è che Carlesi ad un certo punto, sembrava che non sapesse che era stata già approvata la Variante e che ancora i giochi fossero aperti. Non dice neppure che il candidato PD ha continuato a sostenere che "...qualora fosse accertato il livello di diossina...", quando, come si sa è stato accertato eccome!
Non dice che Cenni, con il suo dire pieno di buon senso e accattivante, ha sproloquiato cose che dovevano subire un diretto contraddittorio perchè lui non è un candidato civico e deve rispondere anche del modo in cui i suoi hanno fatto opposizione in questi anni e di ciò che hanno sostenuto.
Verso la fine una signora ha fatto la sua dichiarazione di voto che ha fatto arrabbiare molto il moderatore. Ha detto: "Ho sempre votato la sinistra, questa volto voterò il centrodestra".
Non sarà per caso che proprio nei comitati si ritiene che le candidature delle liste civiche sono di pura testimonianza? Perchè con la testimonianza in politica non si va da nessuna parte!
Spero di aver aggiunto qualcosa al contenuto dell'articolo.
Un saluto a tutti e grazie di leggerci.
RB
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