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Prato, terzo caso tra i cinesi
Scuotono neonato: è in fin di vita
Il Tirreno 1/5/'09
PRATO. In Procura hanno coniato una definizione: “bambini shakerati”. Non c’è nulla di divertente. C’è solo dramma. Sono i bambini che chissà perché qualcuno scuote fino a procurare loro emorragie cerebrali. Spesso senza ritorno. Non capita a tutti: è un dato di cronaca. Ma frequentemente alla comunità cinese.
Lorenzo, cinque mesi e mezzo, un bambino dagli occhi a mandorla nato nel novembre scorso qui a Prato, è il terzo caso in due mesi. E’ ricoverato nel reparto di neurochirurgia del Meyer dopo 24 ore trascorse nel reparto di Pediatria del Misericordia e Dolce. Forse ce la farà. Ma non si sa come potrà vivere.
Ed è il procuratore capo Piero Tony a lanciare l’allarme: «Siamo preoccupatissimi della frequenza con la quale questi casi avvengono. Bisogna fare qualcosa, coinvolgere il console cinese, allertare i servizi sociali. Evidentemente le coppie cinesi, anche quelle con bimbi piccoli, sono costrette, per mantenere un ritmo di lavoro adeguato, a dare i propri figli a persone, a badanti, non affidabili». Sul suo tavolo e su quello del sostituto procuratore Laura Canovai è arrivato da poche ore un altro fascicoletto: pochi fogli, sufficienti. Un neonato cinese, la notte tra martedì e mercoledì, pochi minuti prima delle tre, è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale in gravissime condizioni. A trasportarlo un’ambulanza che l’ha prelevato probabilmente dalla casa della baby sitter che abita nella zona della Chinatown. Lorenzo era semi-incosciente, aveva convulsioni. «Manifestava i sintomi di una meningite - spiega il primario di Pediatria Pier Luigi Vasarri - poi abbiamo scoperto emorragie a livello retinico e altri versamenti di sangue intracerebrali».
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