E viene da chiedersi perché non lo abbiano, un futuro. E' solo una questione della crisi internazionale? O è qualcosa di più strutturale, che si trascinano dietro da anni? E' sempre e solo colpa di fattori esogeni, oppure dovremmo iniziare a ragionare anche delle responsabilità - ed in qualche caso dell'incapacità e della rapacità - di qualche imprenditore?
Secondo noi, una prima risposta potrebbe essere sempre nelle parole di Martini: su 33 richieste di accesso ai finanziamenti, 28 sono per coprire il bisogno di liquidità (per un complessivo di circa undici milioni e mezzo di euro) e solo 5 imprese hanno chiesto una copertura per fare investimenti, per un totale di novecentomila euro.
Qualcosa vorrà dire, no?
MV
da il Tirreno del 22/03/09
I NOSTRI FONDI SONO UTILIZZABILI DA PRATO ABBIAMO GIA’ 33 RICHIESTE
CLAUDIO MARTINI*
Nei momenti di crisi le imprese hanno ancora più bisogno di poter accedere al credito. Per questo la Regione ha finanziato con ulteriori 48 milioni di euro i fondi di garanzia, in modo da sostenere le imprese che hanno esigenze di liquidità fino ad un tetto massimo di 500 milioni. I primi dati, dopo quattro settimane dal via, dimostrano che le imprese vi ricorrono: in qualche provincia di più e in altre di meno. E i primi finanziamenti sono anche già stati concessi, senza troppe lungaggini burocratiche: neanche una richiesta è stata respinta. Era quello che ci ripromettevano, per dare ossigeno alle imprese toscane, piccole e sottocapitalizzate, che vogliono investire, ma anche alle aziende, sane, che hanno problemi di liquidità.
Nei giorni scorsi Luca Giusti, vicepresidente di Confartigianato Imprese di Prato, si era lamentato su queste pagine di come quei fondi fossero inutilizzabili: per le classi di merito richieste troppo alte, per il tetto (a suo dire) troppo basso che misura la soglia (5%) oltre il quale il peso degli oneri finanziari sul fatturato è giudicato eccessivo o l’obbligo di trovare un istituto diverso da quello che ha concesso il primo prestito per chi deve consolidare il debito a breve.
Ieri i dirigenti della Cna sempre su queste pagine hanno espresso critiche alle banche e in parte anche alla Regione sulle difficoltà che ancora permangono per l’accesso al credito da parte delle piccole imprese.
A Luca Giusti rispondo che queste sono le regole dell’Unione europea, a cui non si può derogare, ma che i paletti posti sono in fondo sufficientemente larghi. Certo non si potranno giovare di queste garanzie aziende senza futuro. Ma il nostro obiettivo è quello di costruire un sistema economico capace di stare in piedi con le proprie gambe. Le nuove garanzie sono infatti destinate ad imprese che per la crisi sono a corto di liquidità e non a chi già era in difficoltà prima della crisi del 2008. Che le risorse messe a disposizione dalla Regione siano state ampiamente richieste lo dimostrano i numeri. Dal 13 febbraio al 16 marzo a Fidi Toscana, attraverso le banche sono arrivate 545 richieste per quasi 173 milioni di finanziamento. Tredici, alla stessa data, erano già state deliberate. La maggior parte delle domande (410 richieste per più di 143 milioni) riguarda prestiti che garantiscano alle imprese una liquidità che in questo momento non hanno. Mentre i finanziamenti per nuovi investimenti ammontano a quasi 30 milioni.
A Prato le richieste sono state finora 33 per 12,5 milioni: 28 aziende con il bisogno di liquidità (e che hanno chiesto prestiti per 11,6 milioni) e 5 che vogliono invece fare investimenti per 900 mila euro. Firenze guida la classifica con 43,5 milioni, Pistoia e Pisa seguono con 21 e Massa Carrara viene subito dietro con 17,6. Questo non vuol dire che nelle prossime settimane il trend non possa cambiare. Forse basterà un po’ di informazione in più. Negli incontri che facciamo sul territorio - Fidi Toscana ne ha fatti ad oggi oltre 80 - c’è molto interesse. Lunedì chiederò a Fidi Toscana e alla struttura della task force anticrisi di contattare Cna e Confartigianato per organizzare a Prato un incontro con i loro associati per presentare i provvedimenti della Regione sul credito e ascoltare i problemi delle piccole imprese artigiane. Agli imprenditori pratesi ricordo che le garanzie offerte dalla Regione sono completamente gratuite e interamente sostitutive delle garanzie reali - ipoteche, pegni od altre cose simili - normalmente richieste alle imprese dalle banche, capaci di coprire l’80 per cento del finanziamento richiesto. Faccio notare che quelle del Ministero dell’Industria si fermano in media al 60 per cento. La Toscana, in due mesi, è riuscita a stanziare 48 milioni. Nessun’altra regione ha fatto altrettanto. Il governo, che di provvedimenti ne ha annunciati molti, finora ha messo a disposizione solo 71 milioni per tutta Italia.
*Presidente Regione Toscana
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