Ne seguiremo molto volentieri gli sviluppi...
MV
da il Tirreno del 24/03/09
Anziani e studenti sotto lo stesso tetto
Stare in compagnia e pagare un affitto basso: ecco la soluzione
Il progetto del Comune piace ai pensionati, più restii i giovani
MIRIAM MONTELEONE
Da gennaio 2009 è partita la sperimentazione del progetto pilota “Abitare insieme” promosso dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Prato, nell’ambito del progetto del Piano Locale Giovani. Il servizio prevede la sistemazione di ragazzi tra i 21 e i 29 anni a casa di coppie o singoli pensionati, residenti nel Comune di Prato. Il progetto, ancora in fase di rodaggio, da gennaio a ora, ha dato sistemazione a due studenti del Progeas, provenienti dalla Sicilia e dalla Puglia.
La sperimentazione.«Dopo un anno di gestazione, il progetto è partito nel 2009 grazie all’ approvazione del Piano Locale Giovani- spiega Francesco Carnevale dell’ Osservatorio delle Politiche Giovanili- nell’ambito dei fondi destinati a lavoro, casa e credito giovani. All’estero come in altri comuni d’ Italia e della Toscana soluzioni di questo tipo sono già state adottate dalle istituzioni, in accordo con le università e le associazioni dei sindacati dei pensionati». «Il progetto nasce con una finalità sociale- aggiunge Caterina Benelli, responsabile del servizio- e intende intervenire su due fronti: a Prato ci sono molti anziani che vivono soli ma anche tanti studenti fuori sede che faticano a trovare una sistemazione. I ragazzi che arrivano da fuori sono circa un quarto della popolazione universitaria pratese».
«Lo studente ospitato, in base al progetto, paga all’anziano una quota mensile d’affitto di 200 euro, comprensiva di tutte le spese- aggiunge la responsabile. I ragazzi hanno diritto anche alla connessione gratuita a internet in casa, riduzioni sui trasporti pubblici e ingressi omaggio al Teatro Metastasio. Agli anziani che partecipano al progetto viene dato invece un contributo di 1000 euro per un anno». «Abbiamo stipulato convenzioni con il Consiag per le connessioni internet- conclude - e ci stiamo accodando con la Cap per le riduzioni sui trasporti. Al momento ci sono tre anziani che si sono resi disponibili e aspettano giovani inquilini».
Vantaggi e difficoltà del vivere insieme. «Ci sono pervenute più richieste da anziani che da giovani- precisa invece Beatrice Bassi, tutor delle convivenze. Forse ancora gli studenti devono familiarizzare con questo tipo di esperienza. Non è sempre facile creare un sodalizio, anche perché si tratta di generazioni con esigenze diverse. Come ogni convivenza ci vogliono delle regole, che entrambe le parti devono accettare. Ma i vantaggi ci sono, sul piano umano, sociale e anche pratico: ai ragazzi viene chiesto un contributo di sole 200 euro mensili, una cifra contenuta dati i costi degli affitti di oggi». «Una volta pervenute le richieste, incontriamo gli interessati, visitiamo gli alloggi e facciamo incontrare i ragazzi con gli anziani, poi sta a loro trovare un accordo. Le convivenze sono regolamentate da noi e durano in genere un anno, il progetto oltreché a studenti è rivolto anche a giovani. A promuovere e organizzare il servizio ci hanno dato una mano anche i sindacati dei pensionati e il Pin».
Chi volesse ricevere maggiori informazioni sul progetto “Abitare insieme” può contattare l’Osservatorio Politiche Giovanili allo 0574 1836725.
«Sono venuta a conoscenza di questa opportunità per caso- racconta la signora Francesca - parlando con una mia conoscente. Mi sentivo sola, non sono sposata e non ho figli, vivo in un appartamento al primo piano, sotto c’è mia sorella; ma la casa era comunque troppo grande per me, così ho chiamato l’osservatorio e mi sono resa disponibile. La tutor mi ha incontrata e poi ho conosciuto anche i ragazzi. La cosa è andata in porto, in un certo senso sono diventati quasi subito di casa».
«Dividiamo gli scaffali della cucina- racconta l’anziana - uno dei ragazzi è vegetariano e quindi si compra e si cucina le sue “erbe”, ma a volte mangiano insieme o mi tengono compagnia. So che esami stanno preparando e quando tornano a casa. Per telefono a volte parlo anche con i loro genitori». Praticamente una nonna acquisita.
«Mi sono fidata quasi subito - aggiunge la signora Francesca Lombardi - gli ho lasciato le chiavi senza problemi, anzi addirittura uno di loro, tolti i quadri dalla stanza dove si è sistemato, mi ha dato una mano a riposizionarli, dandomi anche delle dritte per l’arredamento della casa. La tutor che sta seguendo la convivenza mi dice che sono una coinquilina da studentato perfetta».
«Certo ci vogliono delle regole- conclude la signora Lombardi- i ragazzi hanno i loro spazi ma sono comunque in affitto e in casa ci vivo anch’io. In più grazie a questo progetto ho avuto anche l’opportunità di andare a teatro, non ci andavo mai prima. Il contratto di convivenza ci mette a disposizione degli ingressi al teatro Metastasio. Un’altra cosa che posso condividere con i ragazzi, visto che loro studiano gestione dello spettacolo. Per me ormai sono come dei nipoti. Non escludo, finita questa sperimentazione, di dare le stanze della mia casa in affitto ad altri studenti».
M.M.
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