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La mer, la fin...

giovedì 7 maggio 2009

Prato. Urbanistica: ampliamenti in vista.. purtroppo...

Una prima valutazione delle norme regionali che recepiscono il piano casa del governo Berlusconi.
A prescidere dai dettagli (e col PD che continua a vantarsi di aver anticipato tutto...), a noi sembra l'ennesima occasione per l'ennesimo cemento.
E vedrete che appena si renderanno conto della possibilità di ampliare del 30% le superfici dei condomini ricostruiti, assisteremo ad una valanga di sfratti...
MV

da il Tirreno del 07/05/09
Ecco chi può ampliare la casa e chi no

Pochi i casi possibili a Prato, di più nei comuni della Valdibisenzio
Il divieto rimane nelle zone della Pietà, di Galcetello, di Villa Fiorita e del centro storico. Opportunità nelle frazioni
PRATO. L’abitazione monofamiliare e bifamiliare può essere ampliata. La villetta a schiera no. Gli edifici già allargati in passato sì, e pure quelli condonati anche se con delle restrizioni. Non potranno usufruire delle nuove regole invece quelli che si trovano nel centro, nelle zone a rischio idrogeologico e a vincolo paesaggistico. La strada che porta all’allargamento è uno slalom fra i paletti messi dalla Regione per scongiurare la colata di cemento. Comunque un’opportunità: molto meno a Prato dove il regolamento urbanistico già è un passo avanti e consentiva molte delle cose previste dalla nuova norma e dove gli spazi possibili sono ridotti, più nei Comuni della Valdibisenzio e a Poggio a Caiano.
Dove non si può. A Prato le abitazioni monofamiliari e bifamiliari non saranno moltissime. Sono escluse, ad esempio, tutte le abitazioni che ricadono nella zona del centro storico (dentro le mura e all’esterno nelle immediate vicinanze). Ma anche le villette a schiera. Non si possono allargare gli edifici storici, quelli che insistono su aree soggette a piani attuativi comunali, quelli collocati in aree a rischio idrogeologico (lungo i corsi d’acqua). Non si può dove ci sono vincoli paesaggistici. «Non si può - spiega l’assessore all’urbanistica Stefano Ciuoffo - per fare degli esempi in tutta la zona collinare e in quella pedecollinare come la Pietà, Villa Fiorita, Galcetello».
Cosa si può fare. L’ampliamento - che ha come premessa l’installazione di sistemi di risparmio energetico - può raggiungere il 20% della superficie utile lorda, che non equivale alla superficie dell’appartamento ma va calcolata secondo le indicazioni della Regione. Siccome gli edifici ampliabili non possono avere superficie maggiore di 350 mq, va a sè che l’aggiunta massima consentita è 70 metri quadrati. La parte eventualmente condonata in passato deve essere detratta dal calcolo. Anche prima di questa legge a Prato si poteva ampliare la casa «per un massimo di 25 metri quadrati - spiega Ciuoffo - ora si potrà fino a 35 metri quadrati». Lo si può fare in tutte le aree edificabili e fino a 70 mq. Con l’allargamento non si possono aumentare le unità immobiliari dell’edificio (cioè ricavare nuovi appartamenti) per i primi cinque anni dalla fine dei lavori. Poi si possono fare frazionamenti, senza scendere sotto i 45 mq ad appartamento.
Devono essere rispettate le distanze minime da altri edifici. Si possono fare ampliamenti anche “in aderenza” ad altri edifici, ma serve il consenso del vicino tramite atto notarile.
Può allargare la casa anche chi l’ha già fatto in passato. Un’abitazione che era 80 mq, portata successivamente a 100, potrà essere ampliata ulteriormente di 20 mq (il 20% di 100 metri quadrati). Questo solo per gli edifici il cui ampliamento con le vecchie norme è stato concluso prima del 31 marzo. Per quelli ancora in corso vale la nuova legge (cioè in questi casi vecchio e nuovo ampliamento non sono cumulabili). Sarà più facile ampliare nelle frazioni, meno in città. Non tanto per le nuove norme ma perché gli spazi urbanizzati sono minori.
Ricostruire ex novo. L’edificio può anche essere demolito e ricostruito e in tal caso l’ampliamento può arrivare al 35% della superficie lorda utile. L’intervento, inoltre, è consentito anche in edifici in cui sono presenti destinazioni d’uso diverse da quella abitativa (nel limite del 15% della superficie utile lorda). La ricostruzione può essere appetibile per grandi edifici in pessimo stato di conservazione da frazionare in piccoli appartamenti. Meno per le esigenze delle famiglie. «E’ un’ipotesi molto difficile - sottolinea Ciuoffo - perché l’ampliamento non copre con l’aumento di mercato del valore dell’immobile i costi di abbattimento e ricostruzione».
Decidersi alla svelta. Chi vuol usufruirne deve decidersi. La normativa resterà in vigore fino al 31 dicembre 2010, dopodichè si potrebbe tornare a un regime più restrittivo. Per avviare i lavori è sufficiente una dichiarazione di inizio attività (Dia) redatta da un tecnico. Una possibilità, quella di farsi una camera o un bagno in più, che attrae molte famiglie, frenate però dal costo dell’intervento: 1000-1500 euro ogni metro quadrato di casa in più.



GUIDA ALLA NUOVA LEGGE

«Saranno chiusi portici e verande»
L’assessore non è entusiasta. Magnolfi (Pdl): «Occasione sprecata»
PRATO. La nuova legge regionale a Prato non crea entusiasmo. Per l’assessore all’urbanistica Stefano Ciuoffo è praticamente equivalente a quanto consentito nel regolamento comunale. «E, per un motivo o per l’altro - dice - credo che da noi arriveranno chiusure di portici e verande». E per Alberto Magnolfi, presidente del gruppo regionale di Fi-Pdl è stato partorito un topolino.
Sia Ciuoffo sia Magnolfi anche se con metodi ovviamente diversi avevano chiesto alla Regione modifiche che poi non ci sono state. Diverso ovviamente anche il punto di vista politico. «La Regione non ha inserito quanto avevo chiesto perché ha dovuto muoversi all’interno di un piano del Governo che pur partendo da buoni principi non ha reso possibile nella pratica quello che sarebbe servito. Per quel che mi riguarda avevo consigliato di intervenire sulle ristrutturazioni consentendo l’abbattimento di edifici fatiscenti in zono già fortemente urbanizzate (penso al Soccorso e a via Pistoiese) e dare la possibilità di ricostruire in altre zone (Paperino, Capezzana...) riqualificando così parti di territorio».
«Sul piano casa - commenta Magnolfi - il dato politico è chiaro: per la prima volta la Regione Toscana accetta di recepire una proposta del Governo Berlusconi seppur introducendo limitazioni eccessive che renderanno la normativa regionale applicabile solo ad una casistica molto ristretta (appena il 10% delle case mono o bifamiliari presenti a Prato)».
«In questo modo viene meno il fine della normativa stessa che è quello di dare un sostegno al comparto edilizio come volano per la ripresa dell’economia. Nella proposta avanzata dalla Giunta regionale e sostenuta dalla maggioranza hanno pesato preoccupazioni di tipo ideologico oltre che ai condizionamenti della sinistra estrema. Solo così si spiega l’atteggiamento negativo rispetto agli emendamenti proposti dai Gruppi consiliari del Popolo della Libertà che se fossero stati accolti avrebbero reso il provvedimento molto più efficace senza creare problemi di compatibilità sul territorio. A titolo di esempio i nostri emendamenti tendevano a prevedere: possibili deroghe agli strumenti urbanistici circa l’altezza massima dei fabbricati; un abbassamento della soglia di risparmio energetico fissata per beneficiare della normativa; di prendere in considerazione anche gli interventi in via di accatastamento che l’attuale normativa esclude totalmente».

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