Il Pd: rischi di denuncia dei futuri studenti maggiorenni è vicino anche senza riforma
Clandestini segnati sulla lavagna in Parlamento il caso di Genova
GENOVA - Finisce in Parlamento il caso degli studenti di origine straniera segnalati sulla lavagna dalla preside perché in odore di "clandestinità". La senatrice Roberta Pinotti e la deputata Sabina Rossa hanno presentato un'interrogazione chiedendo al ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini "precise spiegazioni e un intervento immediato". E stamani, dopo le rivelazioni di Repubblica, scatta in tre istituti genovesi l'ispezione ordinata dal provveditore agli studi del capoluogo ligure, Sara Pagano. Che spiega: "Sicuramente quella preside ha sbagliato. Non credo ci fosse discriminazione razziale, nel suo gesto. Voleva fare chiarezza sulla posizione di alcuni ragazzi che stanno diventando maggiorenni e che senza permesso di soggiorno rischiavano di non poter essere ammessi all'esame di maturità. Ma ha violato la privacy degli studenti".
Al di là del censurabile episodio, l'attenzione si concentra sul disegno di legge in materia di sicurezza e sul diritto-dovere delle istituzioni scolastiche di segnalare presunte situazioni di irregolarità di alunni stranieri o dei loro genitori. "Avevamo denunciato - dice Roberta Pinotti - che il disegno di legge, mantenendo il reato di immigrazione clandestina, avrebbe implicato la possibilità di denuncia da parte di presidi, insegnanti e medici. Purtroppo la possibilità sembra concretizzarsi ancora prima che il provvedimento diventi legge". Il pericolo è che gli studenti immigrati quasi maggiorenni scelgano di abbandonare la scuola. Decine di loro a Genova lo hanno già fatto, consapevoli che il percorso scolastico non verrà loro riconosciuto. "Qualcuno pensa davvero che spingere i ragazzi fuori dalla scuola sia un modo per aumentare la sicurezza dei cittadini italiani o di governare il fenomeno dell'immigrazione?", si chiede la Pinotti. Citando la recente denuncia del presidente Napolitano sulla retorica pubblica che incorpora accenti di intolleranza o xenofobia. "E' evidente che questo è il clima che la maggioranza e il governo stanno creando in questo Paese. Per questo chiediamo al ministro Gelmini di sapere cosa sta succedendo nelle scuole italiane e se sono state emanate disposizioni sugli studenti immigrati o di origine straniera. Vogliamo che queste pratiche siano immediatamente interrotte".
Anche secondo l'assessore regionale all'immigrazione, Enrico Vesco, "è evidente come questi siano i risultati delle pesantissime scelte politiche del governo in materia di immigrazione. Scelte talmente discriminatorie da indurre l'adozione di comportamenti inaccettabili in un mondo come quello scolastico, che in Liguria si è sempre distinto per grande sensibilità e impegno nell'integrazione dei minori stranieri". Un nuovo caso è stato raccontato ieri da Elisabeth, diciottenne di origine cilena che è riuscita in extremis ad ottenere un permesso di soggiorno per motivi di salute. Frequenterà così l'ultimo anno dell'istituto alberghiero Bergese. "Ma dopo la mia storia, la responsabile del corso ha preteso che i miei sette compagni di classe stranieri dimostrassero di poter ottenere il permesso, una volta maggiorenni".
(20 maggio 2009 Repubblica.it)
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