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RECOPLAST - due pesi e due misure ?
Il Coordinamento dei Comitati della Piana esprime disappunto e sconcerto per la messa in liquidazione della Recoplast di Agliana che,oltre a lasciare senza lavoro 44 famiglie, comporterebbe la perdita di una preziosa ed utile fase nel ciclo virtuoso dei rifiuti, in particolare quella del recupero ed il riutilizzo delle plastiche.
In una area metropolitana dove non è stata attivata in maniera sistematica neppure la raccolta differenziata della frazione umida dei rifiuti, una esperienza come quella della Recoplast poteva essere preziosa.
Si legge nella stampa che le cause ultime della chiusura della Recoplast sono state le ripetute ispezioni e prescrizioni dell'ARPAT e dell'ASL.
Meritorio il fatto che questi organi di controllo siano così solleciti a tutelare lavoratori ed ambiente.
Ci chiediamo però perché l'ASL che ha tutelato così efficacemente i lavoratori dai rischi delle lavorazioni alla Recoplast non abbia, a tutt'oggi, ancora dato alcuna risposta ad una precisa richiesta che come Coordinamento abbiamo rivolto circa i rischi che corrono i lavoratori dell'inceneritore di Montale che trattano rifiuti ospedalieri infetti e radioattivi, forse più pericolosi, per i lavoratori e per le popolazioni circostanti, di plastiche sporche e polverose.
Pertanto vogliamo pubblicamente chiedere proprio ad ARPAT, che lo scorso anno tardò a fornire i dati dello sforamento dell'inceneritore di Montale che per oltre due mesi aveva inquinato l'aria con diossine e furani, se ritiene che le plastiche siano più compatibili con l'ambiente quando sono
bruciate e producono diossina ?
Inoltre auspichiamo che, per il futuro, l'attenzione puntuale che questi Enti pubblici hanno giustamente posto nei confronti della ditta di Agliana, sia posta anche per la vicina ditta di Montale, a partire proprio dalla corretta e puntuale verifica dei rischi radioattivi e infettivi.
COORDINAMENO DEI COMITATI DELLA PIANA
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