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La mer, la fin...

domenica 13 luglio 2008

Nucleare? Che paura!

(la centrale di Ringhals in Svezia)

Per motivi di spazio abbiamo tralasciato l'informazione sul Nucleare. Qui due notizie cattive.
Paradossalmente il risveglio dell'interesse per l'energia atomica mette in luce i livelli di ordinaria insicurezza delle centrali.

MV



Incidente nucleare in Francia: scaricati nei fiumi ´solo´ 75 chili di uranio

L´incidente accaduto alla centrale nucleare francese di Tricastin a Bollene classificato come primo grado nella scala Ines che va da 0 (semplice guasto) a 7 (incidente molto grave), si sta rivelando (per fortuna) meno grave di quanto si prospettava ma certamente non meno preoccupante.

A caldo la stessa Sûreté Nucléaire (Asn) parlava dello sversamento nei fiumi Gaffière e Auzon di 30 metri cubi di una soluzione contenente 12 grammi d´uranio per litro. La causa sarebbero le operazioni di pulizia di una cisterna della centrale nucleare.
Nei comuni intorno alla centrale sono immediatamente scattati i divieti di distribuzione di acqua potabile e prelievi a fini agricoli, di bagno e pesca e attività nautica lungo i due fiumi. La Commission de recherche et d´information Indépendantes sur la radioactivité nel suo primo comunicato stampa si basava su una fuga complessiva di 360 kg d´uranio, precisando che lo sversamento aveva fatto registrare una radioattività di almeno 9.000 Megabecquerel oltrepassando di oltre 100 volte il limite massimo autorizzato per un intero anno (71,7 MBq) e di oltre 700 volte il limite massimo mensile.
Ieri la a Socatri (Areva), proprietaria dell’impianto, ha detto che la quantità di uranio sversato durante l´incidente a Tricastin à Bollène sarebbe meno grave di quanto detto: «invece dei 360 kg d´uranio naturale annunciato (corrispondente a 30 m3 d´effluenti contenenti 12 gr di uranio per litro) sono infatti 75 i chilogrammi che sono stati sversati (6,25 m3 d´efflluenti contenenti 12 gr d´uranio per litro)». Secondo Areva, rilievi sono stati effettuati nella falda, in tre pozzi di pompaggio e nei corsi d´acqua, ma non è stato rilevato «alcun elemento anormale».
Secondo l´Asn (la stessa che lanciava gli allarmi), i prelievi effettuati in falda e nei pozzi non hanno mostrato nulla, intanto i livelli di radioattività sarebbero in costante diminuzione e Charles-Antoine Louët, capo della divisione di Lione dell´Asn ha confermato che l´incidente «E´ stato presto classificato al livello 1 (anomalia) della scala Ines che valuta la gravità degli eventi che colpiscono le installazioni nucleari e che conta 7 livelli».
Tutti tranquilli dunque? Non proprio, spiega cifre alla mano la Commission de recherche et d´information indépendantes sur la radioactivité: «Sulla base dei nuovi dati si può concludere: 1) che lo sversamento ha oltrepassato di un fattore 27 (!) il limite massimo annuo fissato per il fermo interministeriale (articolo 18): fuoriuscita di almeno 1918 MBq per un limite di 71,7 MBq. 2) Che lo sversamento, effettuato durante qualche ora, ha oltrepassato di in fattore 161 (!) il limite massimo fissato per il fermo: fuoriuscita di almeno 1.918 MBq per un limite mensile di 11,95 MBq».
Quindi, secondo il laboratorio indipendente che vigila sulla radioattività, i limiti della stessa regolamentazione francese sarebbero stati polverizzati anche in caso di un incidente rivelatosi più "modesto": la concentrazione è comunque di 300.000 Bq/l contro un limite massimo di 50 Bq/l.Inoltre è stato violato il divieto di sversamento nella Gaffière e quello dei reflui dell´uranio ritrattato.
Il Criirad chiede cose precise rimaste senza risposta dopo gli allarmi e le rassicurazioni ufficiali: quanto tempo è passato tra l´incidente e la messa in opera di misure di protezione e di informazione della popolazione e di suoi rappresentanti? In quali circostanze di incidente e défaillance dei dispositivi di blocco esistenti è garantito il confinamento di eventuali fughe? La pubblicazione della composizione isotopica dei reflui è affidabile, visto che è stata subito affidata a organismi ufficiali che fanno della segretezza il loro modo operativo?
Si è fatta sentire anche la rete di associazioni "Sortir du nucleaire", che accusa Areva di nascondere deliberatamente informazioni «e di fatto di mettere volontariamente in pericolo la popolazione»; gli ambientalisti denunciano che secondo quanto dicono le stesse autorità, sono passate almeno 12 ore dall´incidente prima che la popolazione venisse avvisata, intanto si continuava a fare il bagno ed a bere.
«Areva ha pensato di nascondere l´esistenza di questo incidente prima di arrendersi all´evidenza - dice "Sortir du nucleaire" - l´ampiezza dello sversamento ha fatto si che, presto o tardi, l´affare fosse conosciuto, essa ha dunque messo vorosimilmente deliberatamente in pericolo la popolazione con possibili comunicazioni».
Per "Sortir du nucléaire" il nucleare francese fa correre continuamente rischi: «Bisogna aspettare una Cernobyl francese prima di prendere le decisioni che si impongono?» Intanto un rassemblement antinucléaire européen, è convocato per il 12 luglio in place de la République a Parigi per chiedere al governo di uscire dal nucleare.

(da Greenreport.it)


Mentre Repubblica si accorge solo oggi, (11 luglio) dell'incidente presso il complesso nucleare di Tricastin e fornisce la notizia in modo piuttosto vago e incompleto, ci fa sapere di un altro incidente presso la centrale nucleare di Ringhals in Svezia.
L'agenzia Reuters riferisce che un incendio ha distrutto il tetto dell'alloggiamento della turbina a vapore. L'incendio è stato spento e sembra non ci siano altri pericoli. La turbina non fa parte propriamente del reattore nucleare, ma si trova in sua prossimità.
Ironicamente, Business Wire riferisce che solo pochi giorni fa era stato annunciato un piano pluriennale da 160 milioni di euro per migliorare la sicurezza della centrale.
Uno dei reattori della centrale è rimasto fermo un mese tra maggio e giugno per problemi alle pompe di raffreddamento. Dal 2006 a oggi cinque reattori svedesi (sui dieci di cui conta il paese) sono stati costretti a fermate fuori programma che hanno ridotto la produzione di energia elettrica da fonte nucleare del 20% (ne parla Wikipedia in questa pagina).
Tornando alla Francia, la BBC riferisce che l'Autorità per la Sicurezza Nucleare francese ha valutato insufficienti le misure di sicurezza presso l'impianto della Socatri, la società controllata da Areva dove si è verificata la perdita di Uranio nelle acque dei fiumi. Diverse irregolarità sono state commesse il giorno dell'incidente. Ora l'impianto è chiuso e la Socatri potrebbe essere oggetto di un'azione legale.

(da Nucleare)

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