Verdi. Fabio Roggiolani, l’anti-Francescato, difende però le alleanze in Toscana «Mai con Veltroni, il nostro killer»
Da noi l’Unione va a gonfie vele, e Martini è stato uno dei pochi a difendere l’intesa con la sinistra radicale. Il Pd? Spero in D’Alema...
FIRENZE. «Con il Pd di Veltroni non è possibile alcuna intesa perché è stato il killer dei Verdi. Se non siamo rappresentati in parlamento la responsabilità è sua». Fabio Roggiolani con l’ex sindaco di Roma non vuole prenderci neanche un caffè. Al congresso di Chianciano il leader dei Verdi toscani è stato uno dei tre candidati alla carica di portavoce. Ha rappresentato l’ala sinistra del partito e alla fine ha raccolto il 14% dei consensi. Si è così ritagliato un ruolo di leader nazionale nel partito del Sole che ride.
No al Pd di Veltroni. Però lei è presidente della commissione sanità del consiglio regionale e fa parte dell’alleanza di governo in cui il Pd è il perno. Non le sembra di essere incoerente?
«In Regione mi sono alleato con i Ds e la Margherita. Il Pd è venuto dopo. E comunque il mio no è a qualsiasi intesa con il Pd di Veltroni. In Regione i rapporti sono ottimi».
Ha fatto pace con il presidente Martini?
«Ho apprezzato che dopo la disfatta è stato uno dei pochi nel Pd a dire che l’intesa con la sinistra cosidetta radicale non andava toccata. E i piani energetico e sanitario approvati sono straordinari. A riprova che l’Unione in Toscana va a gonfie vele e produce atti di governo significativi».
Chissà Martini a sentire la sua pecora nera tessere l’elogio della maggioranza regionale.
«In aula dopo l’approvazione del piano sanitario io e Martini ci siamo abbracciati. Tra noi non c’è stato nulla di personale, ma solo diverse opinioni politiche».
Siamo ai tarallucci e vino...
«Si va d’accordo: cosa c’è di strano?».
Invece con Veltroni?
«Non me ne parli».
Se vuole dialogare con il Pd con qualcuno dovrà parlare.
«Ci sono D’Alema, Parisi...».
Le piace D’Alema?
«Se riuscisse a mettere insieme un partito di sinistra che comprende il Pd, noi, i socialisti, Di Pietro sarebbe un’operazione interessante».
Sinistra arcobaleno addio?
«Così come si è presentata alle elezioni è un’esperienza chiusa, ma le ragioni che ne hanno originato la nascita sono ancora valide. I Verdi non possono certo tornare a guardare al proprio ombelico. La politica delle alleanze è fondamentale».
In cosa lei si differenzia dalla Francescato e da Boato?
«Rappresentano il passato dell’ambientalismo. Oggi si deve puntare ad un ecologismo che affondi le proprie radici negli interessi concreti della gente».
In concreto?
«Per ogni no dobbiamo saper proporre alternative realistiche, rivolte soprattutto alle famiglie e ai piccoli artigiani, i nuovi proletari».
Esempio?
«La Tav? Sì, purché dalla linea veloce ci passino anche i treni dei pendolari».
La Tirrenica?
«Ho sempre detto sì alle 4 corsie, solo che io propongo un pedaggio all’austriaca: l’automobilista compra il bollino e viaggia senza bisogno dei caselli».
Nucleare?
«No, però diciamo sì alle energie alternative, compreso l’eolico». (m.l.)
Il titolo "cazzereccio" invece mi piace assai.
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